2024-01-09
Scholz frena sui tagli all’agricoltura. Ma i trattori bloccano la Germania
La protesta degli agricoltori tedeschi il 4 gennaio 2024 (Ansa)
Proteste in tutto il Paese per fermare l’abolizione degli aiuti nonostante la mezza retromarcia dell’esecutivo. I contadini puntano ad andare avanti con le manifestazioni fino al 15. Cancelliere sempre più in bilico.L’antidoto è sempre il solito (quando governa la sinistra): sono fascisti, razzisti, magari ignoranti e sicuramente sporchi e cattivi. Solo che sono tanti e stanno mettendo in ginocchio il gigante (malato) d’Europa: la Germania. Migliaia di agricoltori con i loro trattori ieri - ma sono decisi ad andare avanti fino al 15 gennaio - hanno paralizzato quasi tutta la Deutsche Republik al punto da bloccare anche una fabbrica della Volkswagen che da quelle parti è una sorta di feticcio. A bollare come anti democratica questa imponente manifestazione che è contro il governo, sempre più traballante, del Cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz, il quale si guarda bene da aprire bocca, è il vice Cancelliere, ministro dell’Economia: il verdissimo Robert Habeck, quattro giorni fa costretto da un gruppo di contadini a barricarsi nel traghetto su cui viaggiava a Schlüttsiel. Sostiene Habeck che in questa protesta ci sono derive estremiste, si rischia di andare verso una nuova Weimar tanto che «circolano appelli al golpe, gruppi estremisti si danno appuntamento, e vengono apertamente esposti simboli neonazisti». A dargli manforte la stampa progressista sostiene che durante il blocco di trattori, circa 600, alla porta di Brandeburgo a Berlino sono stati distribuiti volantini nazisti. La risposta è arrivata a stretto giro dal presidente del sindacato degli agricoltori tedeschi. «Le nostre manifestazioni sono state autorizzate e facciamo uso del nostro diritto fondamentale, per comunicare alla società e ai politici che la Germania ha bisogno di un’agricoltura competitiva. Questo è l’unico modo per garantire la fornitura di cibo locale di alta qualità», ha detto Joachim Rukwied che ha chiesto comprensione a tutti sostenendo che la battaglia dei contadini è una battaglia per la sopravvivenza. A innescare la protesta sono stati i tagli decisi da Olaf Scholz che dovendo recuperare 17 miliardi perché la Corte costituzionale tedesca ha bocciato i conti pubblici ha cancellato le agevolazioni sul gasolio agricolo e ha aumentato le tasse sui trattori cercando di risparmiare 900 milioni. Una settimana fa i trattori sono scesi in strada a Berlino e il governo ha fatto una parziale marcia indietro. I contadini (in Germania ci sono quasi 270.000 aziende agricole) hanno risposto picche: «Cancellate tutti i tagli o non se ne fa di niente: non vogliamo morire a rate». Si è capito allora che i motivi della protesta sono molto più ampi. Gli agricoltori ce l’hanno con le misure ambientaliste del governo tedesco, ma più ancora con il Farm to fork europeo, il Green deal voluto dalla tedesca Ursula von der Leyen - presidente della Commissione europea - che penalizza fortemente l’agricoltura. I tedeschi temono la carne sintetica e l’offensiva europea contro la zootecnia con la scusa di limitare le emissioni di CO2, l’azzeramento dei fitofarmaci anche se la Germania sta facendo uno sforzo enorme per la conversione a biologico, la rotazione forzata dei cereali con la messa a riposo per un anno dei campi. Latte, maiali, carne, grano e patate sono i punti di forza dei contadini teutonici e il Green deal europeo li penalizza non poco al punto che il ministro agricolo tedesco, verdissimo e veganissimo, Cem Özdemir, ha chiesto a Bruxelles una moratoria sulla rotazione forzata dei cereali consapevole che il fronte agricolo in Germania era caldissimo. Ieri ne hanno dovuto prendere atto. Oltre 5.000 trattori hanno marciato su Monaco di Baviera; nel Meclemburgo-Pomerania i trattori, oltre 2.000 con una coda a passo d’uomo per 20 chilometri, hanno bloccato tutte le autostrade sostenuti anche dalle imprese di trasporto che protestano per il caro carburanti e il caro tasse; in tutta la Sassonia circolazione bloccata e in particolare attorno a Dresda blocchi per tutto il giorno sulle principali autostrade. Come detto è stata sospesa la produzione allo stabilimento Volkswagen di Emden in bassa Sassonia perché operai e impiegati non sono riusciti a raggiungere la fabbrica. Oltre 2.000 trattori hanno del tutto paralizzato il traffico di Amburgo e Brema. Ci sono stati scontri con le forze dell’ordine e con gli automobilisti a Magonza, a Colonia e nella stessa Dresda. Oggi la protesta continuerà e si salderà a quella dei macchinisti delle ferrovie mentre è previsto che prosegua ancora la mobilitazione degli autotrasportatori. L’obbiettivo dei contadini è di arrivare al 15 gennaio con la Germania del tutto paralizzata per portare decine di migliaia di agricoltori e migliaia e migliaia di trattori ad «assediare» il Bundestag a Berlino. Ma sotto traccia si legge la richiesta a Olaf Scholz di farsi da parte e al Parlamento di revocare tutte le misure che penalizzano l’agricoltura sia in Germania sia in Europa. Significativo un cartello esposto da uno dei manifestanti: «No Farm, no food, no future». Quasi una risposta ai Fridays for future di Greta Thunberg, quasi una presa in giro del Farm to fork europeo. C’è un risvolto politico immediato. Scholz è sotto il 20% di gradimento e il 46% dei tedeschi ne vorrebbero le dimissioni. L’Afd - il partito di estrema destra - è dato come partito di maggioranza in tutto l’Est della Germania, i liberali stanno prendendo le distanze. E si profila alle spalle di Scholz la figura di Boris Pistorius, attuale ministro della Difesa, che potrebbe guidare un prossimo governo che potrebbe formarsi con una grosse koalition con il ritorno della Cdu al potere e l’uscita di scena dei Verdi che sono, insieme con il Cancelliere, il primo bersaglio di questa protesta.