2021-03-01
Pronti a sbarcare in 70.000
I migranti arrivati da gennaio sono il doppio rispetto ai primi due mesi del 2020. In più, una sentenza del tribunale di Roma di fatto ha bloccato i rimpatri e il governo Conte ha esteso i permessi di soggiorno Due segnali di «porte aperte» agli irregolariL'esperto di analisi strategica Gianandrea Gaiani: «A differenza di Spagna, Malta e Grecia, l'Italia tiene i porti aperti ai gommoni e alle navi delle Ong. Ed è rimasta l'unico approdo sicuro per chi gestisce i traffici internazionali di persone»Lo speciale contiene due articoliOltre 20.000 sono bloccati alle porte dell'Unione europea, provenienti da Bosnia, Serbia e Macedonia, pronti a entrare in Friuli Venezia Giulia attraversando i sentieri carsici di montagna appena la neve si sarà sciolta e il cammino sarà più facile. Ma l'Europa deve fare i conti anche con l'esplosiva situazione delle isole greche, dove sono raccolte oltre 20.000 persone pronte a salpare verso le coste italiane. Sono stipate negli hotspot di Lesbo, Samos, Leros, Kos e Chios che hanno una capacità massima di poco più di 6.000 persone. Centri sovraffollati che rappresentano potenziali focolai di Covid.È lo scenario che emerge dalle mappe dei flussi migratori disegnate dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite. A questo si aggiunge la situazione del Nord Africa, da dove non si sono mai interrotte le partenze alla volta delle coste meridionali italiane. Il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, dice che si attende, nei prossimi giorni, con le migliori condizioni meteorologiche, lo sbarco di oltre 5.000 migranti a settimana. In soli due giorni di bel tempo, a febbraio ne sono arrivati 1.200. Guardiamo anche cosa dice il monitoraggio del ministero degli Interni. Dal 1° gennaio al 24 febbraio sono sbarcati 4.157 migranti, circa il doppio dello stesso periodo del 2020 (2.341) e 15 volte di più rispetto al 2019 (262). Lo scorso anno sono arrivati oltre 34.000 profughi, il triplo del 2019. Se rimarrà il ritmo di questi primi mesi, cioè doppio rispetto al 2020, dobbiamo aspettarci circa 70.000 migranti, tra sbarchi sulle isole e in Calabria e ingressi via terra dalla frontiera del Nord Est. Oltre confine è passato il messaggio che in Italia si può arrivare senza rischiare l'espulsione. Il decreto Immigrazione concede ai migranti varie forme di permesso di soggiorno impedendo di fatto i rimpatri. A questo si aggiunge il pronunciamento del Tribunale di Roma che, accogliendo il ricorso presentato da un profugo afghano, entrato illegalmente nel territorio italiano l'estate scorsa e riportato in Slovenia, ha dichiarato illegittime le riammissioni. Questo mix di fattori è un incentivo ai trafficanti di migranti che sanno di poter contare in Italia su una normativa più favorevole. Chi paga il biglietto di viaggio per il nostro Paese è sicuro di non spendere i soldi invano. E sulla base di questa certezza che si moltiplicheranno gli arrivi.Con questa situazione esplosiva si dovrà confrontare il governo di Mario Draghi, aggravata dalla pandemia. I centri di accoglienza e per le quarantene sono già al collasso. Nel discorso programmatico per la fiducia, il neo premier ha scelto sul tema dell'immigrazione un basso profilo limitandosi a sottolineare la responsabilità delle istituzioni europee. Nessuna indicazione in più è venuta finora. La conferma al Viminale di Luciana Lamorgese sembra indicare una continuità con il precedente governo. La battaglia adesso si gioca tutta dentro una maggioranza che ha inglobato anche parte della vecchia opposizione, molto polemica nei confronti delle politiche migratorie di Giuseppe Conte.Il principale fronte di immigrazione è quello nel Mediterraneo centrale, che ha come punto di partenza soprattutto la Tunisia da dove è arrivato, nei primi due mesi dell'anno, il 13% del flusso (558 migranti). Malta ha fatto un accordo con Turchia e Libia per cui i barconi sono intercettati dalla Guardia costiera libica che li riporta indietro, la Grecia riporta i mezzi nelle acque turche, sicché l'Italia è diventata l'unico porto sicuro del Mediterraneo per chi gestisce i traffici illeciti di migranti. Ha ripreso vigore la rotta dall'Algeria alla Sardegna, di cui si parla poco perché i numeri non sono quelli importanti degli arrivi in Sicilia. Mentre la Spagna sta effettuando rimpatri, si segnalano sbarchi a raffica sulla costa del Sulcis. A bordo di barchini, gli algerini sono balzati in testa tra le nazionalità dei migranti. Il flusso, costante in questi anni, ha avuto un aumento lo scorso anno quando da gennaio a marzo il loro numero (312) ha superato quello delle partenze dalla Costa d'Avorio (310). Sono cifre destinate ad aumentare. L'Algeria è una sorta di polveriera nel Mediterraneo. La disoccupazione viaggia da tempo sulla doppia cifra e quella giovanile si attesta al 27%. L'economia dipende essenzialmente dall'esportazione di idrocarburi, settore a bassa intensità di manodopera che non riesce ad assorbire i giovani. A questo si aggiunge la difficoltà di vivere in un Paese in progressiva islamizzazione. I migranti sono perlopiù giovani uomini a differenza dei nuclei familiari provenienti dalla Tunisia. In Sardegna sono spesso sbarchi fantasma, con mezzi di fortuna, di piccole dimensioni e difficili da monitorare. Altra rotta calda è quella di provenienza dalla Turchia e che ha come approdo le coste ioniche della Calabria. Nonostante gli accordi tra Bruxelles e Ankara per trattenere i migranti in Anatolia, dalla Turchia si continua a partire. E non sono soltanto turchi. Molti vengono dall'Afghanistan, dall'Uzbekistan e dall'Iran con viaggi organizzati dalla malavita dell'Est Europa. Dalla Turchia si snoda anche la rotta terrestre dei Balcani che ha nel confine italo-sloveno la porta d'ingresso in Europa. Gran parte dell'attività migratoria interessa Trieste, a pochi chilometri dal confine con la Slovenia, provincia messa sotto pressione da un flusso che si è andato intensificando negli anni. Qui vengono intercettati quasi quotidianamente gruppi anche di 50 persone che tentano di varcare il confine. Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, aveva chiesto all'ex premier Conte «di chiudere tutti i valichi minori e intensificare i controlli di polizia in quelli principali». Non se n'è fatto nulla. Al tempo stesso, il ministro dell'Interno Lamorgese, confermata da Draghi, lanciava messaggi rassicuranti, dicendo che «la rotta balcanica sta andando abbastanza bene. Sono numeri che non corrispondono a quelli che abbiamo sul versante mediterraneo». Mentre il ministro minimizzava, nell'arco di dieci giorni entravano illegalmente quasi 300 migranti. Ora oltre 20.000 sono bloccati alle porte dell'Unione europea e attendono solo che la neve si sciolga per penetrare nel confine friulano.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/pronti-a-sbarcare-in-70-000-2650832996.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="gia-passato-il-messaggio-che-da-noi-non-si-rischia-piu-di-essere-espulsi" data-post-id="2650832996" data-published-at="1614553661" data-use-pagination="False"> «Già passato il messaggio che da noi non si rischia più di essere espulsi» «Quest'anno dobbiamo aspettarci un boom di sbarchi con arrivi di immigrati illegali probabilmente più che doppi rispetto agli oltre 34.000 del 2020. Una stima temo non esagerata per la serie di provvedimenti che incoraggiano l'immigrazione illegale varati dal governo Conte 2. Se non corriamo ai ripari la situazione peggiorerà e il governo guidato da Mario Draghi si troverà a dover gestire anche questa emergenza, poiché è già passato il messaggio che in Italia si può arrivare ed essere accolti senza rischiare espulsioni. I trafficanti lo sanno e il biglietto di sola andata che offrono ai migranti verso il nostro Paese vale oro, perché a differenza di Spagna, Malta e Grecia, solo da noi i porti restano aperti a barchini, gommoni, navi mercantili e delle Ong cariche di migranti illegali e vengono garantite a chiunque forme di accoglienza». L'analisi di Gianandrea Gaiani, scenarista tra i più accreditati e direttore di Analisi Difesa, la rivista online di analisi militare, è spietata. Lei prospetta l'ingresso di decine di migliaia di immigrati illegali sulle nostre coste e via terra dal Friuli. Come si arriva a una tale cifra? «Gli arrivi illegali via mare nel 2020 sono stati oltre il triplo dell'anno precedente. Autorevoli istituti di ricerca a settembre avevano ipotizzato 25.000 sbarchi per l'intero 2020: sono stati oltre 34.000. Gli sbarchi in Sardegna, Sicilia e soprattutto a Lampedusa si sono intensificati a novembre, nonostante la stagione invernale non favorevole. Paradossalmente questo incremento si è avuto dopo l'attentato di Nizza, il cui autore era sbarcato a settembre a Lampedusa dalla Tunisia riuscendo poi a raggiungere la Francia». Che dice il ministero dell'Interno? «Secondo gli ultimi dati, dal 1° gennaio al 23 febbraio gli sbarchi sono quasi raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2020 e sono 15 volte superiori a quelli del 2019. Numeri ancora limitati rispetto ai grandi flussi, fino a 180.000 migranti illegali all'anno, registrati tra il 2014 e il 2017, ma destinati a crescere con bella stagione». Come spiega la maggiore attrazione verso l'Italia? «Già l'anno scorso la rotta del Mediterraneo centrale diretta in Italia da Libia, Algeria e Tunisia ha triplicato i flussi, che sono invece raddoppiati sulla rotta terrestre attraverso i Balcani, senza dimenticare la rotta meno trafficata ma sempre attiva che dalla Turchia porta i clandestini a sbarcare sulle coste ioniche della Calabria. Secondo l'agenzia europea Frontex, gli arrivi sulle altre rotte del Mediterraneo verso la Grecia e la Spagna hanno invece registrato un deciso calo, rispettivamente del 74% e del 40%». L'Italia resta la meta prediletta. «È prevedibile che questa tendenza si rafforzerà ulteriormente perché l'Italia è l'unico Paese che, grazie al decreto Immigrazione, concede agli immigrati varie forme di permesso di soggiorno impedendo quasi del tutto i rimpatri. La Spagna sta effettuando rimpatri verso Algeria e Marocco, Malta ha fatto un accordo con Turchia e Libia per cui i barconi sono intercettati dalla guardia costiera libica che li riporta indietro. La Grecia riporta i barconi nelle acque turche. L'Italia è quindi diventata l'unico porto sicuro del Mediterraneo per i migranti illegali e per chi gestisce i traffici illeciti». Eppure il governo Conte ad aprile, spinto dall'emergenza Covid, aveva emanato un decreto che impediva l'accoglienza a chi veniva soccorso fuori dalle acque di competenza italiana. Che ne è stato? «Quel decreto aveva lo scopo di impedire l'approdo alle navi delle Ong ma non è stato mai applicato dimostrando ai trafficanti di uomini che qui le leggi restano sulla carta. Poi a dicembre è arrivato il decreto Immigrazione a cancellare i decreti Sicurezza di Matteo Salvini, promettendo permessi di soggiorno a chiunque. Così, mentre in Grecia e Spagna diminuisce il flusso migratorio, da noi aumenta». Nel 2018-2019 c'è stato un calo dei flussi in Italia a cui è corrisposto un aumento degli immigrati illegali in Spagna e Grecia. Ora il percorso è inverso? «Proprio così, la politica dei “porti chiusi" aveva ridotto al minimo gli sbarchi. L'anno scorso, mentre Roma ha riaperto all'accoglienza indiscriminata, Atene e Madrid hanno attuato politiche dure anti immigrazione La Grecia è ai ferri corti con le Ong dopo l'operazione Alcmene che ha portato alla luce una vasta gamma di attività illecite volte a favorire l'immigrazione illegale verso l'isola di Lesbo, attuate da 35 membri tedeschi, francesi, svizzeri, norvegesi e bulgari di 4 Ong. Atene ha ridotto al minimo le concessioni d'asilo. Il risultato è che l'estate scorsa, tra giugno e agosto, sono arrivati dalle coste turche 2.076 clandestini contro i 18.519 dello stesso periodo del 2019: l'89% in meno. E 2.736 richiedenti asilo sono stati espulsi». Ma finché vige il trattato di Dublino che assegna al Paese di primo sbarco il compito di occuparsi dei migranti, ci sono pochi margini di manovra, o no? «L'auspicata ridistribuzione in altri stati della Ue di chi sbarca in Italia resta di improbabile attuazione e in ogni caso non ridurrebbe i flussi ma temo li ingigantirebbe, per l'aspettativa gradita a quasi tutti i migranti illegali di raggiungere il Nord Europa.Il problema vero è che non vengono messi in campo deterrenti. In assenza di respingimenti immediati di chi arriva da Tunisia, Algeria e Libia e di rimpatri nei Paesi di origine di quanti vengono riportati in Libia dalla guardia costiera di Tripoli e di chi arriva attraverso la rotta terrestre balcanica i flussi non si attenueranno. Solo così verrebbe inviato un messaggio chiaro che scoraggerebbe i migranti illegali a pagare in trafficanti e a rischiare la vita per raggiungere l'Europa.Continuare ad accogliere clandestini significa incoraggiarne altri a partire e a rischiare la vita, oltre ad arricchire i trafficanti».