2020-06-04
Promesse mascherine con zero Iva. Invece sulle generiche resta il 22%
Domenico Arcuri (Salvatore Laporta, Kontrolab, LightRocket via Getty Images)
Dopo il pasticcio di Domenico Arcuri sul prezzo calmierato, il dl Rilancio agevola solo le chirurgiche.Non sono ancora terminate le polemiche sulle mascherine che dovrebbero proteggere gli italiani nella seconda fase di emergenza sanitaria. Dopo mesi di difficoltà a reperirle in Italia e all'estero, dopo le promesse del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e del commissario straordinario Domenico Arcuri sull'abolizione dell'Iva sui dispositivi di protezione in Italia, persino dopo la decisione della Commissione europea che aveva stabilito l'esenzione della tassa, in Italia si continua a pagare l'aliquota del 22 % su quelle generiche. In pratica stiamo parlando della maggior parte delle mascherine che sono in circolazione, dal momento che ci sono ancora difficoltà nel reperire quelle chirurgiche o quelle più protettive Ffp2 o Ffp3, anche perché queste sono soprattutto destinate agli ospedali. E costano di più. Su tutte le altre si paga l'Iva. A chiarirlo è stata l'agenzia delle Dogane che ha dovuto spiegare che il trattamento di favore previsto dall'articolo 124 del decreto - aliquota zero fino al 31 dicembre 2020, aliquota del 5% nel 2021 – si applica soltanto a quelle che rientrano tra i dispositivi medici. Sul proprio sito le Dogane fissano le 3 condizioni che permettono di non pagare l'aliquota. Cioè che «l'importatore indichi e provi che il destinatario finale è un ente o organizzazione di diritto pubblico, un altro ente a carattere filantropico o un altro ente autorizzato dallo Stato». E ancora che «i beni devono essere distribuiti gratuitamente per far fronte all'emergenza» o che «si tratti di beni destinati al contrasto emergenza Covid 19 o destinati alle unità di pronto soccorso per far fronte alle proprie necessità». Il problema è che le promesse del governo erano state totalmente diverse. Tanto che proprio Gualtieri prima di sdoganare il decreto rilancio, in audizione alla Camera, aveva parlato di stop all'Iva sulle mascherine per tutto il 2020 aggiungendo che si sarebbe ragionato «su un sussidio temporaneo per le famiglie che non hanno reddito, sussidi, pensione». Nulla di tutto questo. Persino Arcuri, già responsabile del pasticcio sulle chirurgiche a 50 centesimi, aveva annunciato che la questione mascherine era risolta alla fine di maggio. Siamo a giugno e solo adesso si vede la luce in fondo al tunnel. Resta però il fatto che su quelle generiche, più facilmente reperibili, si continua a pagare l'imposta. Come ricordava Italia Oggi, le incertezze maggiori, prosegue la circolare delle Dogane, attengono alla possibilità di ricondurre le mascherine «generiche» nell'ambito di applicazione dell'articolo 124 figurano soltanto le mascherine «chirurgiche» e le «mascherine Ffp2 e Ffp3». In proposito, l'Agenzia rileva che le mascherine generiche (o filtranti) non sono né un dispositivo medico né un dispositivo di protezione individuale, per cui, «sul piano strettamente interpretativo, vista anche la finalità della norma, il beneficio introdotto può essere riconosciuto esclusivamente ai beni espressamente nominati, dovendosi l'elencazione considerare «come tassativa e non meramente esemplificativa». E soprattutto le mascherine generiche, che possono non avere il marchio Ce, devono anche riportare per obbligo di legge che non garantiscono in alcun modo la protezione delle vie respiratorie di chi le indossa e che appunto non sono un dispositivo medico. Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, ci aveva visto bene due settimane fa, forse intuendo possibili fraintendimenti. Aveva invitato gli italiani a usare anche foulard o sciarpe.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)