2023-09-09
Il Prof in campo per il salario minimo svela la fregatura: «Sei euro netti l’ora»
Romano Prodi (Imagoeconomica)
Il padre dell’Ulivo sposa la causa dem. Le sue parole mostrano che la misura, in realtà, renderebbe i lavoratori più poveri. Quando parla Romano Prodi, è il momento di iniziare seriamente a preoccuparsi. Soprattutto se il Professore decide di mettere il becco nelle faccende economiche e nei rapporti fra l'Italia e le gerarchie europee. Ebbene, ieri il nostro è intervenuto con notevole potenza di fuoco, riversando alla Stampa quasi due pagine di intervista in cui ribadisce e amplifica quanto affermato da Mario Draghi non più tardi di due giorni fa.«Le tesi di Draghi sono le fondamentali tesi di sopravvivenza dell’Europa, piene di serietà e buon senso», sussurra Prodi insistendo sulla necessità di maggiore sovranità europea (e figurati se poteva dire qualcosa di diverso). «Se torniamo alla non condivisione è inutile credere ancora nell’Europa», insiste. «Aggiungo che bisogna presto, presto, presto arrivare a una riforma sostanziale del modo di procedere nell’Ue. E su alcuni temi fondamentali, come sicurezza e politica estera, lavorare con la maggioranza qualificata». Certo: quando un euroburocrate ti dice che serve più condivisione intende che lui dovrà condividere anche ciò che dovresti decidere tu. In una parola: meno democrazia per tutti. Il punto vero di Prodi, tuttavia, è un altro. Ciò che davvero gli interessa affermare nell’intervista è la assoluta necessità di adottare il salario minimo. Dichiara il Professore: «Su questo ho letto tutti, giuristi, sindacati e faccio un ragionamento molto semplice: se noi non garantiamo sei euro netti all’ora a chi lavora, perché questo sono i 9 euro lordi, siamo un Paese che deve vergognarsi di sé stesso». A dire del caro Romano, dunque, senza il salario base «siamo al di sotto del minimo vitale per una persona che deve vivere. Non tiriamo fuori finezze giuridiche o interessi particolari», conclude. «Limitiamoci a constatare che con meno di così si muore».Bisogna dare atto a Prodi di aver detto almeno due cose vere, benché le abbia immediatamente dopo manipolate a suo beneficio. Intanto egli certifica ciò che da tempo andiamo spiegando e cioè il segreto di Pulcinella: i 9 euro all’ora sono in realtà 6. Ed è solo per gonfiare la cifra già misera che il Partito democratico e gli altri sostenitori del provvedimento usano il lordo invece del netto. La seconda verità prodiana (e due sono tante per uno così, forse troppe) è che con meno di sei euro l’ora non si campa. A dirla tutta, aggiungiamo con noi, pure con sei euro campare non è mica uno scherzo. Ma esattamente qui sta il problema. Dalle nostre parti non si esprime contrarietà al salario minimo perché desideriamo affamare la povera gente e compiacere i padroni della ferriera. Queste sono fregnacce propagandistiche di chi, al contrario, da anni agisce contro l’interesse dei lavoratori fingendo di sostenerne il progresso.Il motivo per cui bisogna rigettare il salario minimo - e Prodi lo sa se ha davvero letto tutte le opinioni in proposito - è che ha un solo scopo: ostacolare la contrattazione nazionale e livellare ulteriormente i pagamenti verso il basso. A tale proposito esiste uno slogan forse trito ma veritiero: il salario minimo è il minimo del salario. Attualmente quasi il 97% del lavoro coperto da contrattazione è retribuito ben più di 9 euro l’ora, dunque non ha alcun bisogno di fissare un limite al ribasso. Di provvedimenti simili necessitano altre nazioni in cui i sindacati hanno operato in maniera differente e la contrattazione nazionale non è così diffusa ed efficace. Ciò che al Professore interessa, con tutta evidenza, è offrire copertura politica e di potere all’unico argomento che finora sia riuscito a compattare tutte le forze di opposizione, le quali su ogni altro fronte appaiono sbrindellate e intontite. Da Elly Schlein a Giuseppe Conte, il salario minimo è diventato il rifugio di ogni peccatore. La Cgil di Maurizio Landini - evanescente se non ostile quando si trattò di salvare il posto ai lavoratori discriminati dalle misure sanitarie e quindi di fare qualcosa di realmente utile - ovviamente vi si è aggrappata con disperata e un po’ triste ostinazione. E persino Confindustria ha pensato bene di accodarsi, il che la dice lunga sulla concreta incisività del provvedimento.Prodi, ometto della provvidenzina, benedice la cordata Brancaleone come un nonno aiuterebbe i nipotini un po’ tonti a cavarsi dagli impicci. E lo fa, paradossalmente ma nemmeno troppo, confermando tutti i peggiori presentimenti sulla possibile evoluzione della questione salariale. Fate voi i conti: uno che, seduto tra le rovine, continua a chiedere più Europa, vi sembra affidabile? Domandatevi dunque: comprereste una mortadella da quest’uomo?
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.