
Colpita alle spalle nella sua abitazione a Roma mentre chiedeva aiuto, la donna di 89 anni è morta in ospedale in seguito ai traumi. Dalla rapina all'omicidio le accuse per i serbi e il bosniaco che vivevano nei campi intorno alla capitale. Matteo Salvini: «Saranno espulsi».L'hanno aggredita alle spalle strattonandola con violenza e colpendola fino a quando è caduta a terra battendo violentemente la testa. Anna Tomasino aveva 89 anni e loro erano in cinque, tutti rom tra i 20 e i 42 anni, entrati in casa sua, per rubare. Credevano forse di farla franca ma l'anziana si è accorta della loro presenza ed ha avuto la prontezza di telefonare a una amica per chiedere aiuto. Poi scoperta sul fatto ha tentato di fuggire e, per questo l'hanno massacrata. Anna è morta in ospedale qualche giorno dopo: troppo gravi i traumi riportati. Ieri sono stati arrestati in cinque, quattro serbi e un bosniaco, tutti membri della banda che secondo gli inquirenti lo scorso 5 maggio hanno compiuto la rapina e ucciso la donna nell'appartamento dove abitava, nel quartiere Montesacro a Roma. Sono accusati a vario titolo, a seconda delle diverse posizioni, di rapina pluriaggravata in concorso e omicidio.Tre dei fermati sono stati rintracciati nei pressi della capitale, uno a Ventimiglia e l'altro, a Moncalieri. Quest'ultimo ha 20 anni è nato in provincia di Torino ma è di origine serba. È stato arrestato mentre era a casa dei suoi genitori, una famiglia rom che recentemente ha ottenuto un alloggio popolare nelle palazzine di Borgata Moriondo, a sud del capoluogo piemontese. Un altro di nazionalità serba, è stato rintracciato dopo che nella mattinata di domenica, era stato arrestato dalla polizia di frontiera di Ventimiglia perché a un controllo era risultato irregolare sul territorio nazionale, dove aveva fatto rientro dopo essere stato espulso. Un terzo è stato preso nel campo di via Salviati, tradito dall'auto che aveva utilizzato per il colpo, parcheggiata poi all'interno dell'area, ormai nota per cruenti episodi di cronaca nera. Da via Salviati provenivano i responsabili del rogo a Centocelle dove morirono tre sorelline rom di 4, 8 e 20 anni il 10 maggio del 2017, arse vive nel loro camper, parcheggiato nel parcheggio di un centro commerciale. E ancora dalla stessa area adibita a campo nomadi arrivavano gli sciacalli che nel 2016 rubarono la borsa a Zhang Yao, la studentessa cinese di 21 anni, ritrovata morta lungo la linea ferroviaria che costeggia il campo, urtata da un treno mentre li inseguiva. Questa volta è toccato ad Anna. Quella sera la banda era entrata nel suo appartamento al secondo piano di una palazzina attraverso una finestra. Forse per il rumore del vetro infranto la donna si era accorta della loro presenza, aveva allertato un'amica con una telefonata e poi vistasi sorpresa si era messa a gridare tentando forse di uscire di casa. Ma loro non hanno avuto pietà: l'hanno colpita e spintonata fino a farla rovinare sul pavimento priva di sensi. Anna è morta poi il lunedì successivo per un grave trauma cranico. Le sue grida avevano comunque attirato l'attenzione di alcuni vicini che avevano notato due sconosciuti darsela a gambe e dileguarsi a bordo di una vettura station wagon di colore grigio, poi recuperata, nel corso delle operazioni appunto del famigerato campo. La svolta nelle indagini era arrivata qualche giorno dopo l'assalto all'appartamento, quando uno dei componenti della banda di rapinatori aveva manifestato la volontà di costituirsi, presentandosi spontaneamente alla stazione carabinieri di Cinecittà. «Sono rom, saranno tutti espulsi li mandiamo fuori dall'Italia perché di questa gente ne abbiamo piene le scatole», ha sbottato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.Il campo di via Salviati oltre che per i gravissimi fatti di cronaca è tristemente noto anche per l'emergenza roghi tossici, così frequenti e pericolosi che lo scorso marzo per permettere agli operai della municipalizzata di bonificare l'area da montagne di rifiuti accumulate e mai smaltite è dovuto intervenire l'esercito. La Brigata Sassari, per alcune settimane, ha presidiato la zona che è stata ripulita, ma subito dopo la dipartita dei militari i rifiuti hanno ripreso ad accumularsi intorno al campo e, insieme a questi anche i roghi. «Le promesse vane dell'amministrazione grillina di una risoluzione definitiva, si dimostrano per l'ennesima volta una presa in giro per i residenti della zona», avevano attaccato allora gli esponenti locali di Fratelli d'Italia. Ieri, a chiedere ufficialmente la chiusura definitiva dell'area è stato il deputato Paolo Trancassini, coordinatore del Lazio di Fratelli d'Italia: «Come se non bastassero i continui casi di ricettazione, di traffico di droga, di maltrattamenti di animali, di dispersione scolastica e soprattutto di quei roghi tossici che avvelenano da anni l'aria dei cittadini che ci vivono attorno: questo campo va chiuso immediatamente».
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.
«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.
Matteo Bassetti (Imagoeconomica)
L’infettivologo Matteo Bassetti «premiato» dal governo che lui aveva contestato dopo la cancellazione delle multe ai non vaccinati. Presiederà un gruppo che gestirà i bandi sui finanziamenti alla ricerca, supportando il ministro Anna Maria Bernini. Sarà aperto al confronto?
L’avversione per chi non si vaccinava contro il Covid ha dato i suoi frutti. L’infettivologo Matteo Bassetti è stato nominato presidente del nuovo gruppo di lavoro istituito presso il ministero dell’Università e della Ricerca, con la funzione di offrire un supporto nella «individuazione ed elaborazione di procedure di gestione e valutazione dei bandi pubblici di ricerca competitivi».
Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
- La trasmissione lancia nuove accuse: «Agostino Ghiglia avvisò Giorgia Meloni della bocciatura del dl Riaperture». Ma l’attuale premier non ebbe alcun vantaggio. Giovanni Donzelli: «Il cronista spiava l’allora leader dell’opposizione?». La replica: «Sms diffusi dal capo dell’autorità».
- Federica Corsini: «Contro di me il programma ha compiuto un atto di violenza che non riconosce. Per difendersi usa la Rai».






