2024-03-19
Preraffaelliti. Rinascimento Moderno. Una grande mostra a Forlì
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Al complesso museale di San Domenico di Forlì (sino al 30 giugno 2024), oltre 300 opere di artisti italiani e internazionali raccontano la grande influenza che l’arte italiana - dal medioevo al rinascimento - ebbe sul movimento dei Preraffaelliti, confraternita artistica che cambiò lo sguardo dell’Inghilterra Vittoriana e influenzò profondamente il Simbolismo europeo.Va detto subito. La mostra sui Prerafaelliti in corso a Forlì è una di quelle mostre che non si dimenticano. E il complesso Museale di San Domenico - che la ospita - conferma, ancora una volta, la sua «fama » di polo espositivo d’eccellenza. L’atmosfera, da subito, emoziona e coinvolge. A dominare il colore verde pavone, una tinta calda e avvolgente, colore della natura e della vitalità, della magia e del sogno. Il più usato dai Prerafaelliti, che della magia e del sogno furono i cantori. Lontano da ogni accademismo e precursore del Simbolismo, il movimento preraffaellita – o meglio, la confraternita preraffaellita – rivoluzionò il gusto inglese della seconda metà dell’Ottocento in nome di un’arte più pura, spontanea e ispirata alla natura. Il loro modello era l’Italia: la letteratura del Trecento (Dante soprattutto, le cui opere principali divennero spesso soggetto dei loro dipinti) e tutti quegli artisti che vennero «prima di Raffello» (da qui la scelta di chiamarsi Prerafaelliti), ricchi di una religiosità e di un’autenticità sconosciute alle convenzioni e ai dogmi accademici. Ispirati dal Medioevo e dal Rinascimento i Preraffelliti guardavano a Giotto e a Cimabue, al Beato Angelico e a Botticelli, a Filippo Lippi e a Luca Signorelli, a Veronese, a Tiziano e a tutta l’architettura gotica veneziana. Visionari e innovatori, a loro va il merito di aver creato un «Rinascimento moderno». Che è poi il titolo dell’esposizione forlivese…La mostra Suddiviso in varie sezioni, tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie e una raccolta straordinaria di oggetti (che spazia dalle ceramiche ai tessuti, dai mobili alle carte da parati) il percorso espositivo offre al visitatore la visione di oltre 300 opere, prestiti di musei e di prestigiose collezioni, private e pubbliche. Punto forte dell’esposizione, il dialogo fra i capolavori dei grandi (e sopracitati) artisti dell’arte italiana fra Medioevo e Rinascimento e le opere dei Preraffaelliti, noti e meno noti: da Dante Gabriel Rossetti a John Everett Millais, da William Holman Hunt a Edward Burne-Jones, passando per William Morris e Ford Madox Brown. A colpire, le donne della confraternita ( Beatrice Parsons, Marianne Stokes o Evelin de Morgan, per esempio), artiste che non furono solo muse ispiratrici dalla bellezza languida e misteriosa, sensuale e sfuggente, ma contribuirono attivamente a plasmare l'identità estetica del movimento con una ricca produzione di opere, ampiamente rappresentata in mostra. Un ‘identità estetica - quella dei Preraffaelliti in generale - di cui fu teorico di riferimento John Ruskin, critico d’arte, poeta, pittore e appassionato di architettura veneziana, presente a Forlì con un’interessantissima serie di disegni di architetture italiane. Proseguendo nella visita, sezione dopo sezione, galleria dopo galleria, fra grandi vetrine, quadri e oggetti, si arriva nella sala degli affreschi, completamente riprogettata per rendere le opere assolute protagoniste e interamente dedicata a Edward Burne-Jones (1833-1898), di cui si può ammirare la Small Briar Rose Series e l’incompiuta Venus Discordia: figura di spicco del movimento, Edward Burne-Jones fu fortemente influenzato da Michelangelo, che studiò durante un suo viaggio a Firenze e ammirò a tal punto da realizzare copie fedelissime degli affreschi della Cappella Sistina. Ed è per questo che, accanto alle opere di Burne-Jones, esposte in mostra anche alcuni preziosi disegni del Buonarroti, valore aggiunto di uno spazio già ricco di capolavori, se si considerano anche i meravigliosi dipinti di Bernardino Luini, Filippino Lippi e Cosimo Rosselli.Di grande suggestione anche la sala dedicata alla pittura di Dante Gabriel Rossetti (1828-1882), fra i fondatori della confraternita e insuperabile interprete di figure femminili (straordinaria la sua Roman Widow, tela fra le più belle della mostra insieme all'opera di Frederic Leighton, Ragazze greche che raccolgono ciottoli in riva al mare), fra i temi più cari ai Preraffaelliti, che nella donna vedevano la duplice faccia dell’Amore: quella edonistica e quella distruttiva, la delizia e la dannazione.A chiudere il percorso espositivo una sezione dedicata agli artisti italiani che, sulla scia e al pari dei Preraffaelliti, subirono la fascinazione per le tendenze neorinascimentali, del Botticelli in particolare: ad ispirarsi all’inarrivabile genio fiorentino soprattutto Giulio Aristide Sartorio(1860-1932), presente a Forlì con l’opera Le vergini savie e le vergini stolte, dipinta tra il 1890 e il 1891.E a fine visita, come l’accesso alla mostra è avvenuto tramite un tunnel purificatore, l’uscita passa attraverso un nuovo tunnel, a manifestare il ritorno alla quotidianità dopo un tuffo profondo nella bellezza...
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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