2022-07-24
        Premio al dottore che schifa i no vax
    
 
        Matteo Ricci premia Umberto Gnudi 
    
Il sindaco di Pesaro (Pd) conferisce un riconoscimento per «elevati meriti» a Umberto Gnudi, ex primario. Lo stesso che dichiarò di disprezzare i non inoculati e di curarli malvolentieri.Aveva detto che non i vaccinati gli fanno schifo e li avrebbe curati malvolentieri. Parole pesanti, vergognose, soprattutto se è a pronunciarle è un medico che per professione non agisce su base emotiva. Adesso Umberto Gnudi, ex primario del Pronto soccorso di Pesaro, ha ottenuto un riconoscimento per «elevati meriti». Targa consegnata pochi giorni fa da Matteo Ricci, sindaco Pd del Comune marchigiano, che ha così motivato il premio: «Non ha esitato a mettere in gioco in primis la sua persona, cercando di far capire a tutti quali erano i rischi per i no vax e per il sistema sanitario». Il dottore si sarà indubbiamente impegnato durante la pandemia «effettuando turni massacranti», come ha ricordato il primo cittadino, ma era venuto meno ai suoi doveri insultando persone che nemmeno sa perché non si vaccinano contro il Covid. Forse hanno gravi disturbi che vengono ignorati o sottovalutati dai medici che pensano solo a inoculare; forse hanno già avuto effetti avversi dopo la prima dose; forse semplicemente non si fidano di un farmaco approvato a tempo di record e di cui si deve solo parlare bene, mai sollevare dubbi su efficacia e sicurezza. Lo scorso dicembre, l’allora primario riversò sui social la sua rabbia. «All’ennesimo caso di no vax positivo (anziano con figli no vax, strafottente cinquantenne “tanto a me non capita”, trentenne palestrato “con questo fisico non ho paura di niente” che vuol dire più lavoro e più rischio per noi sanitari stremati, ma soprattutto meno risorse e posti letto per tutti gli altri malati, vittime innocenti di cieca stupidità, ho perso la pazienza», scrisse Gnudi sulla sua pagina Facebook. «Non voglio più avere a che fare con voi», annunciò. «Venite in Ps malati? Vi curerò, è il mio lavoro, ma senza parlarvi. Sappiate che vi disprezzo. Non è questione di libertà di pensiero, ma di rispetto per la comunità. Non ne avete, non ne meritate». Per il medico pesarese, chi non si vaccina contro il Covid è da condannare, comunque. Se proprio costretto, dichiarava di non rifiutarsi di visitare un non vaccinato arrivato al suo Pronto soccorso magari con la gamba rotta o con ustioni di secondo grado, però di farlo «con disprezzo». Bella rassicurazione, per un medico a capo dell’urgenza. Al Resto del Carlino poi disse: «Non seguo più i no vax che si presentano contagiati al Pronto soccorso, ma delego i colleghi a farlo per evitare che, riconoscendomi, mi insultino». Quindi ammise di evitarli.Quel vergognoso post provocò troppe poche reazioni e condanne nel clima, particolarmente violento lo scorso inverno, di caccia all’untore non vaccinato. Purtroppo, ottenne anche la solidarietà del solito Roberto Burioni: «Se stanno male ovviamente li curo, ma i no vax (e pure chi gli liscia il pelo) fanno schifo anche a me», cinguettò la virostar. A marzo, Umberto Gnudi si era dimesso in polemica con i vertici aziendali che non potenziavano il Pronto soccorso come era stato promesso. «È una grande mancanza umana e professionale, frutto di un metodo gestionale che non ha mai convinto. La città perde un faro che ci ha guidato durante anni di grande nebbia», dichiarava afflitto Matteo Ricci, che sta pensando di lasciare la poltrona di sindaco per quella di parlamentare alle prossime politiche. Dell’ex primario pensa un gran bene: «Si è sempre collocato dalla parte della scienza e del vaccino, per salvare le vite dei contagiati lasciando al contempo spazio ai malati con altre patologie». I non vaccinati, invece, erano e sono pazienti di infima categoria, a cui prestare assistenza di malagrazia? «Dare un’onorificenza a un traditore del giuramento di Ippocrate? Credo che si siano superati tutti i limiti», commenta Alessio Canalini, portavoce di Cittadini liberi Pesaro.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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