2023-07-11
Sorpresa: i postumi lunghi del virus a volte dipendono... dal vaccino
«Science» ammette casi di «long vax». E in Perù è emergenza paresi post iniezione.Sempre più medici e ricercatori stanno prestando attenzione ai sintomi definiti long vax, conseguenza del vaccino contro il virus di Wuhan. Simili al long Covid, ma meno osservati e quindi con minori diagnosi, scrive Science, includono mal di testa persistente, grave affaticamento, frequenza cardiaca e pressione sanguigna anormali, come pure scosse elettriche, dolore bruciante, formicolio e problemi di circolazione sanguigna che sono espressione di neuropatia delle piccole fibre, ovvero un danno ai nervi. L’effetto post vaccino forse meno analizzato è la sindrome da tachicardia posturale ortostatica (Pots), che può comportare debolezza muscolare, oscillazioni della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, annebbiamento del cervello. «Vedi uno o due pazienti e ti chiedi se sia una coincidenza», ha dichiarato Anne Louise Oaklander, neurologa e ricercatrice presso la Harvard medical school. Per poi aggiungere: «Ma quando ne hai visti 10, 20... Dove c’è fumo, c’è fuoco». Problematiche sofferte anche nel long Covid, con la sola, enorme differenza che fino a pochissimo tempo ogni correlazione con l’aver ricevuto il vaccino veniva negata. Non che l’atteggiamento sia cambiato ai vertici delle agenzie regolatorie, che continuano a negare connessioni, o minimizzano come fa Peter Marks, direttore del Centro per la valutazione e la ricerca biologica della Food and drug administration degli Stati Uniti, che sovrintende ai vaccini e si limita ad affermare: «Non possiamo escludere casi rari». Però, c’è una maggiore attenzione, sebbene spesso solo dichiarata. Lo scorso marzo, ad esempio, il ministro della Salute tedesco, Karl Lauterbach, ha riconosciuto che i sintomi, simili a long Covid, dopo la vaccinazione sono rari ma reali. Ha detto che il suo ministero stava lavorando per organizzare finanziamenti per gli studi, anche se nessuno è ancora stato annunciato. Circa un anno fa, il cardiologo Harlan Krumholz e l’immunologo Akiko Iwasaki, dell’Università di Yale, hanno iniziato a reclutare pazienti con long Covid e sintomi post vaccinazione per uno studio chiamato Listen, ascolta. Raccolgono anche campioni di sangue, di saliva, e malgrado la preoccupazione sia sempre quella di «non minare la fiducia nei vaccini», Krumholz ha detto di essere «convinto che stia succedendo qualcosa», con gli effetti collaterali che vede. «È mio obbligo, se sono veramente uno scienziato, avere una mente aperta e capire se c’è qualcosa che può essere fatto», ha voluto precisare. L’atteggiamento prevalente, invece, rimane quello di minimizzare. Di uno studio del maggio 2022, approvato dall’Irb dei National institutes of health, è stata pubblicata solo la prestampa. Eppure, riportava le osservazioni su 23 pazienti, per il 92% donne e con età media 40 anni, che avevano accusato «nuovi sintomi neuropatici», a distanza di un mese dall’inoculo. L’ipotesi è che in alcuni pazienti potrebbero essere conseguenza di «un processo immunomediato», risposte immuni dirette contro il proprio organismo provocate da qualche pesante ingerenza. Forse la proteina Spike del vaccino a mRna, che provoca una reazione immunitaria? Alla rivista Science, quasi 200 persone scrissero segnalando seri disturbi post vaccino. Le persone ne soffrono da tempo, raccogliendo però l’interesse di ben pochi ricercatori ad approfondire la complessità delle patologie. Tra le eccezioni c’è Sujana Reddy dell’East Alabama health center, che ha avviato uno studio (non ancora pubblicato) dove sono documentati 55 casi di Pots sviluppatisi da una a due settimane dopo la vaccinazione. I cardiologi Alan Kwan e Susan Cheng, del Cedars Sinai medical center, dopo aver analizzato un database sanitario di quasi 285.000 persone nell’area di Los Angeles, hanno scoperto che entro 90 giorni dall’inoculo il tasso di sintomi correlati alla Pots era superiore di circa il 33% rispetto ai 3 mesi precedenti. Risultati che vanno approfonditi, ma proseguire negli studi permette anche di trovare cure per i pazienti, perché quella post vaccinazione è «una malattia lunga e implacabile», ricorda Lawrence Purpura, specialista in malattie infettive della Columbia University.Intanto, dal Perù arriva un altro allarme: il governo di Lima ha messo in atto un piano per affrontare i casi sempre più frequenti di sindrome di Guillain-Barré, malattia rara del sistema nervoso che può condurre alla paralisi di muscoli facciali e respiratori e ha già ucciso quattro vittime, a fronte di 180 casi in sette mesi. Il sospetto - guarda un po’ - è che il disturbo sia legato alle vaccinazioni.