2025-02-08
Indagine Antitrust su Poltronesofà. Sotto la lente prezzi e promozioni
Ispezione della Finanza nella sede della società che non è più sponsor di Sanremo.Il Festival di Sanremo potrebbe aver evitato una polemica spinosa ancora prima di iniziare. Pochi giorni fa, infatti, annunciando i main sponsor del 2025, la Rai ha escluso la presenza di Poltronesofà, l’azienda venditrice di divani che lo scorso anno era finita nel mirino delle associazioni dei consumatori per pratiche pubblicitarie scorrette durante lo show di Amadeus. Al suo posto quest’anno ci sarà Tim. E a Viale Mazzini possono tirare un sospiro di sollievo, perché proprio ieri l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha annunciato di aver avviato una nuova indagine sulla società per possibili pratiche commerciali scorrette relativa alla pubblicità e ai noti spot televisivi. Secondo l’Antitrust, infatti, si potrebbe configurare un danno per i consumatori dovuti alla non correttezza o poca chiarezza di prezzi e sconti applicati. Già nel luglio 2016, l’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria, in Italia, aveva censurato alcuni degli spot televisivi del gruppo. Ma è nel 2021 che, dopo un esposto del Codacons, Poltronesofà viene multata dall’Autorità garante con una sanzione da 1 milione di euro per campagne pubblicitarie ingannevoli e omissive sui contenuti delle offerte proposte, soprattutto riguardo «a durata temporale, estensione delle promozioni e entità degli sconti promessi». A distanza di quattro anni la situazione non sembra essere cambiata. Anche adesso l’Antitrust sottolinea come «durante le campagne promozionali diffuse attraverso tv, radio, social media e Internet, la società non indicherebbe correttamente i prezzi e gli sconti pubblicizzati». In pratica Poltronesofà - nell’ambito di continue campagne promozionali - è accusata di enfatizzare l’esistenza e la convenienza di prezzi ribassati e di percentuali di sconto - tra l’altro «a termine» (ad esempio con lo slogan «Termina domenica») -calcolati rispetto a ben più elevati «prezzi pieni» che, nella sostanza, «non verrebbero mai o quasi mai applicati dalla società» aggiunge l’Agcm. In questo modo l’azienda di divani e poltrone «indurrebbe il consumatore ad acquistare i divani in promozione e ad assumere una decisione commerciale che altrimenti non avrebbe preso». L’indagine, scattata ieri, ha visto già un’ispezione dei funzionari dell’Autorità presso la sede di Poltronesofà. con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di finanza. Lo scorso anno la partecipazione a Sanremo era costata 2,18 milioni di euro. «L’azienda era già finita nel mirino dell’Autorità in passato per pratiche analoghe ma a quanto pare certi comportamenti continuano a ripetersi» ricorda il presidente nazionale di Udicon, Martina Donini. «Campagne pubblicitarie che annunciano sconti straordinari senza fornire riferimenti chiari sui reali prezzi di partenza, sulla durata delle offerte e sul loro effettivo valore, creano solo confusione e rischiano di spingere i consumatori ad acquisti poco consapevoli». Così anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. «Da anni Poltronesofà continua con slogan come “termina domenica”, “doppi saldi”, “50% di sconto + 20% ulteriore”, che certo non facilita il compito del consumatore di capire quale è la percentuale di sconto finale ed effettiva». Eppure, in Italia l’azienda fondata da Renzo Ricci continua ad avere testimonial di successo (da Alessandro Del Piero e Sabrina Ferilli) e lo scorso anno, tramite la newco Cerezzola limited, ha rilevato il 100% della britannica Scs group, quotata sulla Borsa di Londra, impresa specializzata nella vendita al dettaglio di divani e poltrone nel Regno Unito. Nel 2023 il Codacons aveva presentato un esposto alla Procura di Roma per le pubblicità martellanti e ingannevoli. E la società di consumatori aggiungeva come aggravante la presenza di Luciana Littizzetto che «in più occasioni e in diverse sedi, avrebbe “pubblicizzato” ovvero “promosso” i prodotti (o meglio, i divani) dell’azienda stessa in maniera subdola, non segnalata e senza alcun preavviso per lo spettatore». Nel 2022 l’azienda di divani italiana era stata costretta a concludere con una transazione di 800.000 euro un contenzioso con l’ufficio repressione frodi francese che l’aveva accusata di aver usato falsamente la parola «artigiano». Secondo la Federazione francese del commercio di mobili e attrezzature per la casa, per anni Poltronesofà «aveva finto di essere un produttore di mobili» mentre in realtà, come aveva poi riportato anche un’inchiesta della televisione svizzera Patti Chiari, «la società si occupa» solo «della movimentazione logistica della merce dallo stabilimento del fornitore».
Veduta aerea di San Paolo (IStock)