
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso all'evento «Il giorno della Verità»
Al panel sull’economia globale si discute di dazi, competitività e futuro dell’Europa. Il ministro Urso: «Serve velocità nei negoziati». Alesse (Adm): «Confini tema geopolitico». Noci (Politecnico Milano): «Europa arbitro tra Usa e Cina, ma troppo lenta». Frega (Philip Morris Italia: «Investire è ancora possibile».
«Economia globale, dazi, nuovi equilibri geopolitici». Si è aperta con questo tema la seconda edizione de Il giorno della Verità, organizzata dal nostro quotidiano nella cornice di Palazzo Brancaccio a Roma. Un dibattito denso e attuale, moderato dal vicedirettore Claudio Antonelli, che ha coinvolto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il presidente e ad di Philip Morris Italia Pasquale Frega, il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Roberto Alesse e il prorettore del Politecnico di Milano Giuliano Noci.
Dopo una breve introduzione affidata al direttore Maurizio Belpietro che insieme alla giornalista Rai Manuela Moreno ha aperto i lavori dell'evento annunciando che Il giorno de La Verità «diventerà un appuntamento stabile, probabilmente sempre a Roma», sottolineando l’obiettivo di costruire un’occasione periodica di confronto su politica, esteri, industria, energia e finanza, è salito sul palco il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Sollecitato dalle domande del vicedirettore della Verità, Claudio Antonelli, Urso ha messo in guardia dai rischi di uno scontro commerciale frontale tra Stati Uniti e Cina: «Un’escalation tariffaria tra Washington e Pechino avrebbe effetti devastanti anche sull’Europa», ha detto, riferendosi al possibile innalzamento dei dazi americani fino al 145%. Per questo, ha sottolineato, è fondamentale che si chiudano positivamente sia il negoziato tra Usa e Commissione europea - a cui l’Italia partecipa attivamente - sia quello tra Stati Uniti e Cina. Sulle lentezze dell’Ue, Urso ha parlato apertamente di «tempi non compatibili con l’epoca che viviamo», puntando il dito contro la farraginosità delle procedure decisionali europee, come nel caso dell’automotive. Un settore in cui, ha ricordato, l’Italia ha trovato alleati tra le imprese, Stellantis in primis.
Dopo l'intervista al ministro Urso è toccato a Roberto Alesse, Giuliano Noci e Pasquale Frega intervenire in una tavola rotonda moderata da Antonelli. Per Alesse, la questione doganale è diventata «tema geopolitico» in un mondo che ha imboccato la strada della deglobalizzazione. «Oggi il controllo dei confini è centrale. L’intelligenza artificiale ci aiuterà a migliorare quantità e qualità dei controlli sulle merci», ha spiegato. Noci ha offerto una lettura geopolitica: «L’Europa ha una grande opportunità. Chi sta tra due contendenti può diventare arbitro, ma deve muoversi unita». Ha criticato il ritorno di Trump alla Casa Bianca, definendolo «nefasto per la credibilità degli Stati Uniti». E ha lanciato una provocazione: «Se l’Europa emettesse debito comune, potrebbe diventare il rifugio preferito per gli investitori globali. Ma siamo troppo lenti, e disuniti». Infine, Frega ha portato il punto di vista dell’impresa. «Philip Morris ha scelto l’Italia come centro della sua trasformazione. A Bologna abbiamo creato una filiera d’eccellenza, posti di lavoro, un istituto di formazione. Sosteniamo il sistema Paese». Ma ha anche denunciato un quadro normativo europeo che spesso ostacola gli investimenti: «L’Europa è nata per favorire il mercato, ma in alcuni casi finisce per fare l’opposto».
Continua a leggereRiduci
Giuseppe Parlato (Getty Images)
Lo storico appena deceduto aveva studiato con rigore scientifico la storia delle correnti antiborghesi e anticapitaliste del fascismo, sulla scia del messaggio rivoluzionario mazziniano.
Clandestini (Imagoeconomica)
In provincia di Napoli una maxi frode permetteva di regolarizzare migliaia di stranieri attraverso finte domande di assunzione durante il Click day. Clonati timbri comunali e carte di identità. Coinvolte centinaia di aziende, che però erano all’oscuro di tutto.