2025-08-05
Il «papà» dell’euro digitale difende il cash
Piero Cipollone (Imagoeconomica)
Piero Cipollone, l’italiano nel board della Bce, lavora sulla valuta virtuale eppure promuove il contante: «Ha corso legale e i gestori delle attività non possono rifiutarlo. Altrimenti si rischiano di escludere intere fasce di popolazione, tra cui anziani e fragili».Era stato dato per spacciato. Vecchio, ingombrante, sospetto perché strumento perfetto per fare riciclaggio o pagare mazzette. In tanti, per sentirsi in sintonia con quello che ritengono lo spirito del tempo, lo volevano confinare nei musei, come la lira e il telefono a gettoni. Ancora meglio arrestarlo per fermare l’arma del delitto o vietarlo come fosse una sostanza proibita. Ma il contante, invece, è ancora tra noi. E, sorpresa: non se ne andrà tanto presto.Dopo il Green deal, un altro tabù tanto cara alla «sinistra al caviale» e alla cultura woke viene fatto a pezzi: quello del denaro liquido, accusato negli anni di essere all’origine di tutti i mali del mondo, tranne forse il riscaldamento globale. Eppure le banconote resistono, come una vecchia casa in cui si fa fatica ad abitare ma che nessuno osa davvero abbattere. Molte parole, poche costruzioni.Il colpo di scena arriva dalla Banca centrale europea, con un intervento che suona come una difesa d’ufficio ma anche come un’ammonizione verso un certo giustizialismo secondo cui banconote e pagamenti in nero sono le due facce della stessa moneta (tanto per restare in argomento). Ma anche un rimprovero a commercianti troppo zelanti nel pretendere unicamente bancomat e carte di credito: pochi in realtà in Italia, più numerosi altrove. E dunque sorprende ancora di più che a mettere le cose in chiaro non sia un banchiere norvegese ma l’italiano Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea e «papà» dell’euro digitale, che sul blog ufficiale dell’istituto di Francoforte ha deciso di ricordare a tutti - con tono sereno ma fermo - che la morte del contante è una notizia alquanto esagerata, per dirla con l’umorismo dello scrittore americano Mark Twain.«Le banconote e le monete in euro hanno corso legale in tutta l’area dell’euro», scrive Cipollone. «Il contante è quindi il mezzo di pagamento predefinito e deve essere accettato, a meno che entrambe le parti non concordino liberamente un altro metodo di pagamento». In altre parole: non è il cliente a doversi adattare al Pos, ma il commerciante a dover accettare il contante, se richiesto. Fine della storia e giù le mani dal nostro portafoglio. Insomma, dall’istituzione guidata da Christine Lagarde, per una volta arrivano parole di buon senso e non solo slogan ideologici. Cipollone alza il tono, perché le buone maniere sono una cosa, ma il rispetto delle regole un’altra: «Pratiche come il rifiuto del contante da parte dei commercianti o l’esposizione di cartelli con la dicitura “no contanti” non solo sono indesiderabili», sottolinea, «ma sono anche fondamentalmente incompatibili con lo status di corso legale del contante in euro». Altro che libera iniziativa. Questi cartelli sono come chiudere la porta in faccia a chi non ha lo smartphone. E, secondo Cipollone, rappresentano una minaccia concreta all’inclusività economica, specialmente per gli anziani, i più fragili o semplicemente per chi di chi di monetine e banconote si fida ancora. «Rischiano di escludere alcuni membri della società, in particolare quelli che fanno affidamento sul contante», avverte. Davvero sorprendente che sia proprio la massima autorità europea in materia del credito a bacchettare le banche sull’uso improprio dei bancomat e dei Pos.Per questo la Bce - che, paradossalmente, è anche al lavoro per introdurre l’euro digitale - difende con forza il diritto a pagare con banconote e monetine, chiedendo all’Ue un regolamento chiaro e soprattutto sanzioni efficaci per chi fa il furbo.Il messaggio è cristallino: l’innovazione va bene, ma non a scapito della libertà di scelta. La Bce e la Commissione europea hanno addirittura messo nero su bianco la difesa del contante nel Pacchetto sulla moneta unica, presentato nel giugno 2023, con due proposte legislative: una sull’euro digitale, l’altra - forse più urgente - sul corso legale del contante.E sì, per chi si fosse distratto: il contante resta legale, obbligatorio da accettare e protetto da Bruxelles, con buona pace di chi lo considerava ormai una reliquia da collezione. Se non addirittura un regalo ai delinquenti. Senza capire che ormai ci sono sistemi ben più raffinati della vecchia valigetta ventiquattr’ore per riciclare denaro sporco (per esempio il Bitcoin e i suoi fratelli) e pagare mazzette (oggi si chiamano consulenze). In conclusione, la rivoluzione digitale può pure correre. Ma il contante - quel vecchio amico rumoroso che tintinna in tasca - non solo sopravvive, ma si prende la sua rivincita. Magari un po’ sgualcito, magari un po’ vintage. Ma sempre perfettamente legittimo.E alla cassa, la prossima volta che leggete «solo carte», sappiate che avete tutto il diritto di dire: «No, pago in contanti». E se qualcuno vi guarda storto, rispondete pure che ve l’ha detto la Bce.
Sandro Mazzola (Getty Images)
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