True
2023-04-10
Dalla piazza reale a quella virtuale: le nuove forme di tensione degli antagonisti
True
Ansa
L’attacco delle scorse settimane alle macchinette per le sigarette in solidarietà all’anarchico Alfredo Cospito, ancora in sciopero della fame e al 41 bis, potrebbe rappresentare un punto di svolta per le proteste del mondo antagonista. La notizia ha avuto un grande eco in tutto il mondo. E c'è persino chi ha approfittato di trovare le sigarette a soli 10 centesimi, anche se rischia una denuncia. Come è noto, da ormai 4 anni stiamo vivendo un rinascimento a livello digitale. Iot (internet of things), Machine Learning, Intelligenza Artificiale e Blockchain sono diventati le nostre nuove parole d’ordine. E questa Digital Transformation sta creando nuove opportunità per il CyberCrime e sono nate nuovi modelli di attacchi informatici. È quella che più di un esperto ha definitto l’era della CyberCrime Evolution.
«La facilità con cui ormai è possibile procurarsi strumenti informatici di attacco a reti e sistemi digitali porta il web ad essere un terreno di scontro e di lotta politica tanto quanto le piazze. In tutta Europa si stanno conoscendo tensioni sociali e forti contrapposizioni, con la mobilitazione fisica di migliaia di persone in segno di protesta alle politiche dei vari govern» spiega Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan (Tinexta Group. «La protesta digitale è il risultato di una semplice equazione dove vengono soppesati motivazioni mezzi e opportunità. Nel contesto tecnologico dei nostri tempi, è del tutto normale che agli scontri di piazza e alle manifestazioni anche dure di dissenso sul piano fisico corrisponda un analogo digitale. Non possiamo escludere che nei prossimi mesi a un montare delle proteste avanzi di pari passo un’escalation di questa tipologia di attacchi cyber, questa volta di matrice politica e non criminale». Del resto, è estremamente vario e articolato ormai il mondo dei cybercriminali informatici. E ormai rischia di passare dalla piazza reale a quella virtuale.
Ne parlano anche i nostri 007 nell’ultima relazione al parlamento, quando la nostra intelligence spiega come sia stata rilevata tra le frange antagoniste «una diffusione di narrativa tesa a coniugare antimilitarismo, problematiche lavorative, carovita, sostegno ai migranti, questione ambientale e dossier energetico, con l’intento apparso nei fatti, tuttavia, velleitario – di creare cartelli mobilitativi il più possibile unitari e coesi in grado di attribuire maggior peso e visibilità alle proteste». E anzi, «si sono evidenziati tentativi di avviare processi di convergenza anche tra diverse lotte territoriali, come, ad esempio, le mobilitazioni locali che si oppongono, in varie aree del Paese, alle linee ferroviarie ad alta velocità, rivisitate in chiave antimilitarista in relazione al presunto uso di tali infrastrutture per finalità di logistica militare». A questo si aggiungono anche le realtà di estrema destra dove si è confermato un pericolo in costante crescita l’attivismo sul web delle reti internazionali del suprematismo e dell’“accelerazionismo”, «diffusori d’impulsi antisistema d’impronta razziale in grado di esaltare sentimenti di rancore sociale incitare a una risposta violenta e indiscriminata contro il “sistema”».
Secondo quanto emerso da diverse operazioni di polizia, «tali ambienti si caratterizzano per l’assenza di una precisa ideologia di riferimento, trattandosi piuttosto di realtà “fluide”, in cui i soggetti coinvolti, spesso giovani, maturano percorsi di radicalizzazione, attingendo, soprattutto in rete, a un diversificato ventaglio di materiale propagandistico, anche di matrice jihadista». Come detto gli attacchi cyber continuano. Quelli contro le macchinette elettroniche possono essere solo l’inizio di una nuova escalation. Al momento le azioni in danno di obiettivi pubblici (43%, in calo di 26 punti percentuali) hanno riguardato per lo più le amministrazioni centrali dello Stato (62% del totale, valore in aumento di 6 punti percentuali rispetto all’anno precedente) e infrastrutture riferibili a enti locali e strutture sanitarie (per un complessivo 20% sul totale).
Nella prima parte del 2023 sono state rilevate campagne ostili nei confronti di realtà pubbliche e private operanti nel settore sanitario, dalle quali – anche attraverso lo sfruttamento di vulnerabilità di tipo Sql Injection le formazioni più attive in territorio nazionale (tra cui AnonGhost e LulzSec Ita) hanno esfiltrato dati sensibili ovvero installato “backdoor” su risorse digitali riconducibili ad alcune aziende aanitarie locali e associazioni sindacali di professioni sanitarie. Al di fuori di queste azioni, è stata registrata una progressiva destrutturazione dei gruppi hacktivisti nazionali, in un contesto, tuttavia, nel quale sono stati rilevati fenomeni di aggregazione spontanea di cellule minori collegati al conflitto russo-ucraino a sostegno delle offensive digitali promosse da Anonymous International.
Negli Stati Uniti vengono hackerati anche i benzinai
La domotica è quella scienza che sfrutta i computer e l’elettronica per il controllo intelligente di dispositivi, in un ambiente domestico. E' il cosiddetto internet delle cose, dal momento che i sistemi domotici sono ormai tantissimi, dal semplice controllo remoto di luci, ad un più intelligente network di micro-controllori e sensori sparsi per casa. I benefici possono essere tanti, soprattutto per persone affette da disturbi motori o malattie. Molti compiti e processi quotidiani sono automatizzati da macchine sempre più specializzate, si pensi alle lavatrici o ai frigoriferi. Ci sono ormai elettrodomestici che sono stati sviluppati per semplificare e ridurre la quantità di lavoro nel lavaggio della biancheria o anche nella classificazione dei cibi, per preservarli meglio o . Mentre i sistemi di allarme sostituiscono le sentinelle nelle mansioni di guardia e sicurezza. Sono tutti esempi d’automazione, piccoli tasselli di domotica a cui nessuno riesce più a rinunciare. Ma è un rischio. L’interconnessione continua tra gli oggetti e la loro eterogeneità rende questo insieme di macchine intelligenti una perfetta occasione per potenziali criminali informatici per lanciare un attacco.
L’internet delle cose IoT (Internet of Things) è potenzialmente installabile anche in una struttura datata, basta che abbia energia e connessione internet. Più è innovativo, più è perforabile. L’Intelligenza Artificiale riesce a far gestire da remoto molti processi come il riscaldamento, l’illuminazione, la sicurezza dagli allarmi e le telecamere a circuito chiuso in un’unica interfaccia. Perciò l’ecosistema tecnologico deve essere degno di fiducia, troppo spesso in antitesi con la crescita accelerata in campo design e funzionalità per il continuo evolversi dell’high tech. Questo però comporta insidie potenziali in un'abitazione controllata e gestita da remoto, infatti può essere facile obiettivo per gli hackers a caccia di dati personali, immagini, video, audio e informazioni sensibili per furti, sia fisici che di identità.
E poi ci possono essere appunto i casi di attacco hacker alle macchinette per le sigarette, con scritte a favore di Alfredo Cospito e la vendita di bionde ad appena 10 centesimi. Ma negli scorsi anni negli Stati Uniti furono attaccate anche le pompe di benzina per ridurre i prezzi del carburante. La maggior parte delle stazioni di servizio americane utilizza pompe della Wayne Fueling Systems o della Gilbarco Veeder-Root. Gli hacker utilizzando diversi metodi-. A volte bastano persino dei controller a distanza, alcuni in vendita persino su eBay. Ma ci sono stati anche casi di hackeraggio di bancomat, senza nemmeno attraversare l'oceano. Nel 2021 in provincia di Venezia alcuni ladri avevano deciso di assaltare i bancomat della Carige di Mira e di Noale. Non avevano fatto il minimo rumore, perchè hackerando lo sportello elettronico erano riusciti a prelevare 200.000 euro.
Continua a leggereRiduci
L'attacco alle macchinette di sigarette di poche settimane fa potrebbe rappresentare un punto di svolta per i gruppi di protesta, anarchici, di sinistra e di destra. «La facilità con cui ormai è possibile procurarsi strumenti informatici di attacco a reti e sistemi digitali porta il web ad essere un terreno di scontro e di lotta politica tanto quanto le piazze», spiega Pierguido Iezzi, ceo di Swascan. A essere colpiti potrebbero essere anche apparecchi come pompe di benzina o bancomat. La stessa criminalità organizzata potrebbe approfittare di queste vulnerabilità. L’interconnessione continua tra oggetti e la loro eterogeneità rende questo insieme di macchine intelligenti occasioni per potenziali criminali informatici per lanciare un attacco.Lo speciale contiene due articoliL’attacco delle scorse settimane alle macchinette per le sigarette in solidarietà all’anarchico Alfredo Cospito, ancora in sciopero della fame e al 41 bis, potrebbe rappresentare un punto di svolta per le proteste del mondo antagonista. La notizia ha avuto un grande eco in tutto il mondo. E c'è persino chi ha approfittato di trovare le sigarette a soli 10 centesimi, anche se rischia una denuncia. Come è noto, da ormai 4 anni stiamo vivendo un rinascimento a livello digitale. Iot (internet of things), Machine Learning, Intelligenza Artificiale e Blockchain sono diventati le nostre nuove parole d’ordine. E questa Digital Transformation sta creando nuove opportunità per il CyberCrime e sono nate nuovi modelli di attacchi informatici. È quella che più di un esperto ha definitto l’era della CyberCrime Evolution. «La facilità con cui ormai è possibile procurarsi strumenti informatici di attacco a reti e sistemi digitali porta il web ad essere un terreno di scontro e di lotta politica tanto quanto le piazze. In tutta Europa si stanno conoscendo tensioni sociali e forti contrapposizioni, con la mobilitazione fisica di migliaia di persone in segno di protesta alle politiche dei vari govern» spiega Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan (Tinexta Group. «La protesta digitale è il risultato di una semplice equazione dove vengono soppesati motivazioni mezzi e opportunità. Nel contesto tecnologico dei nostri tempi, è del tutto normale che agli scontri di piazza e alle manifestazioni anche dure di dissenso sul piano fisico corrisponda un analogo digitale. Non possiamo escludere che nei prossimi mesi a un montare delle proteste avanzi di pari passo un’escalation di questa tipologia di attacchi cyber, questa volta di matrice politica e non criminale». Del resto, è estremamente vario e articolato ormai il mondo dei cybercriminali informatici. E ormai rischia di passare dalla piazza reale a quella virtuale. Ne parlano anche i nostri 007 nell’ultima relazione al parlamento, quando la nostra intelligence spiega come sia stata rilevata tra le frange antagoniste «una diffusione di narrativa tesa a coniugare antimilitarismo, problematiche lavorative, carovita, sostegno ai migranti, questione ambientale e dossier energetico, con l’intento apparso nei fatti, tuttavia, velleitario – di creare cartelli mobilitativi il più possibile unitari e coesi in grado di attribuire maggior peso e visibilità alle proteste». E anzi, «si sono evidenziati tentativi di avviare processi di convergenza anche tra diverse lotte territoriali, come, ad esempio, le mobilitazioni locali che si oppongono, in varie aree del Paese, alle linee ferroviarie ad alta velocità, rivisitate in chiave antimilitarista in relazione al presunto uso di tali infrastrutture per finalità di logistica militare». A questo si aggiungono anche le realtà di estrema destra dove si è confermato un pericolo in costante crescita l’attivismo sul web delle reti internazionali del suprematismo e dell’“accelerazionismo”, «diffusori d’impulsi antisistema d’impronta razziale in grado di esaltare sentimenti di rancore sociale incitare a una risposta violenta e indiscriminata contro il “sistema”». Secondo quanto emerso da diverse operazioni di polizia, «tali ambienti si caratterizzano per l’assenza di una precisa ideologia di riferimento, trattandosi piuttosto di realtà “fluide”, in cui i soggetti coinvolti, spesso giovani, maturano percorsi di radicalizzazione, attingendo, soprattutto in rete, a un diversificato ventaglio di materiale propagandistico, anche di matrice jihadista». Come detto gli attacchi cyber continuano. Quelli contro le macchinette elettroniche possono essere solo l’inizio di una nuova escalation. Al momento le azioni in danno di obiettivi pubblici (43%, in calo di 26 punti percentuali) hanno riguardato per lo più le amministrazioni centrali dello Stato (62% del totale, valore in aumento di 6 punti percentuali rispetto all’anno precedente) e infrastrutture riferibili a enti locali e strutture sanitarie (per un complessivo 20% sul totale). Nella prima parte del 2023 sono state rilevate campagne ostili nei confronti di realtà pubbliche e private operanti nel settore sanitario, dalle quali – anche attraverso lo sfruttamento di vulnerabilità di tipo Sql Injection le formazioni più attive in territorio nazionale (tra cui AnonGhost e LulzSec Ita) hanno esfiltrato dati sensibili ovvero installato “backdoor” su risorse digitali riconducibili ad alcune aziende aanitarie locali e associazioni sindacali di professioni sanitarie. Al di fuori di queste azioni, è stata registrata una progressiva destrutturazione dei gruppi hacktivisti nazionali, in un contesto, tuttavia, nel quale sono stati rilevati fenomeni di aggregazione spontanea di cellule minori collegati al conflitto russo-ucraino a sostegno delle offensive digitali promosse da Anonymous International. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/piazza-reale-virtuale-protesta-antagonisti-2659747275.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="negli-stati-uniti-vengono-hackerati-anche-i-benzinai" data-post-id="2659747275" data-published-at="1680785739" data-use-pagination="False"> Negli Stati Uniti vengono hackerati anche i benzinai La domotica è quella scienza che sfrutta i computer e l’elettronica per il controllo intelligente di dispositivi, in un ambiente domestico. E' il cosiddetto internet delle cose, dal momento che i sistemi domotici sono ormai tantissimi, dal semplice controllo remoto di luci, ad un più intelligente network di micro-controllori e sensori sparsi per casa. I benefici possono essere tanti, soprattutto per persone affette da disturbi motori o malattie. Molti compiti e processi quotidiani sono automatizzati da macchine sempre più specializzate, si pensi alle lavatrici o ai frigoriferi. Ci sono ormai elettrodomestici che sono stati sviluppati per semplificare e ridurre la quantità di lavoro nel lavaggio della biancheria o anche nella classificazione dei cibi, per preservarli meglio o . Mentre i sistemi di allarme sostituiscono le sentinelle nelle mansioni di guardia e sicurezza. Sono tutti esempi d’automazione, piccoli tasselli di domotica a cui nessuno riesce più a rinunciare. Ma è un rischio. L’interconnessione continua tra gli oggetti e la loro eterogeneità rende questo insieme di macchine intelligenti una perfetta occasione per potenziali criminali informatici per lanciare un attacco. L’internet delle cose IoT (Internet of Things) è potenzialmente installabile anche in una struttura datata, basta che abbia energia e connessione internet. Più è innovativo, più è perforabile. L’Intelligenza Artificiale riesce a far gestire da remoto molti processi come il riscaldamento, l’illuminazione, la sicurezza dagli allarmi e le telecamere a circuito chiuso in un’unica interfaccia. Perciò l’ecosistema tecnologico deve essere degno di fiducia, troppo spesso in antitesi con la crescita accelerata in campo design e funzionalità per il continuo evolversi dell’high tech. Questo però comporta insidie potenziali in un'abitazione controllata e gestita da remoto, infatti può essere facile obiettivo per gli hackers a caccia di dati personali, immagini, video, audio e informazioni sensibili per furti, sia fisici che di identità.E poi ci possono essere appunto i casi di attacco hacker alle macchinette per le sigarette, con scritte a favore di Alfredo Cospito e la vendita di bionde ad appena 10 centesimi. Ma negli scorsi anni negli Stati Uniti furono attaccate anche le pompe di benzina per ridurre i prezzi del carburante. La maggior parte delle stazioni di servizio americane utilizza pompe della Wayne Fueling Systems o della Gilbarco Veeder-Root. Gli hacker utilizzando diversi metodi-. A volte bastano persino dei controller a distanza, alcuni in vendita persino su eBay. Ma ci sono stati anche casi di hackeraggio di bancomat, senza nemmeno attraversare l'oceano. Nel 2021 in provincia di Venezia alcuni ladri avevano deciso di assaltare i bancomat della Carige di Mira e di Noale. Non avevano fatto il minimo rumore, perchè hackerando lo sportello elettronico erano riusciti a prelevare 200.000 euro.
Il motore è un modello di ricavi sempre più orientato ai servizi: «La crescita facile basata sulla forbice degli interessi sta inevitabilmente assottigliandosi, con il margine di interesse aggregato in calo del 5,6% nei primi nove mesi del 2025», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert Scf. «Il settore ha saputo, però, compensare questa dinamica spingendo sul secondo pilastro dei ricavi, le commissioni nette, che sono cresciute del 5,9% nello stesso periodo, grazie soprattutto alla focalizzazione su gestione patrimoniale e bancassurance».
La crescita delle commissioni riflette un’evoluzione strutturale: le banche agiscono sempre più come collocatori di prodotti finanziari e assicurativi. «Questo modello, se da un lato genera profitti elevati e stabili per gli istituti con minori vincoli di capitale e minor rischio di credito rispetto ai prestiti, dall’altro espone una criticità strutturale per i risparmiatori», dice Gaziano. «L’Italia è, infatti, il mercato in Europa in cui il risparmio gestito è il più caro», ricorda. Ne deriva una redditività meno dipendente dal credito, ma con un tema di costo per i clienti. La «corsa turbo» agli utili ha riacceso il dibattito sugli extra-profitti. In Italia, la legge di bilancio chiede un contributo al settore con formule che evitano una nuova tassa esplicita.
«È un dato di fatto che il governo italiano stia cercando una soluzione morbida per incassare liquidità da un settore in forte attivo, mentre in altri Paesi europei si discute apertamente di tassare questi extra-profitti in modo più deciso», dice l’esperto. «Ad esempio, in Polonia il governo ha recentemente aumentato le tasse sulle banche per finanziare le spese per la Difesa. È curioso notare come, alla fine, i governi preferiscano accontentarsi di un contributo una tantum da parte delle banche, piuttosto che intervenire sulle dinamiche che generano questi profitti che ricadono direttamente sui risparmiatori».
Come spiega David Benamou, responsabile investimenti di Axiom alternative investments, «le banche italiane rimangono interessanti grazie ai solidi coefficienti patrimoniali (Cet1 medio superiore al 15%), alle generose distribuzioni agli azionisti (riacquisti di azioni proprie e dividendi che offrono rendimenti del 9-10%) e al consolidamento in corso che rafforza i gruppi leader, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Il settore in Italia potrebbe sovraperformare il mercato azionario in generale se le valutazioni rimarranno basse. Non mancano, tuttavia, rischi come un moderato aumento dei crediti in sofferenza o gli choc geopolitici, che smorzano l’ottimismo».
Continua a leggereRiduci
Getty Images
Il 29 luglio del 2024, infatti, Axel Rudakubana, cittadino britannico con genitori di origini senegalesi, entra in una scuola di danza a Southport con un coltello in mano. Inizia a colpire chiunque gli si pari davanti, principalmente bambine, che provano a difendersi come possono. Invano, però. Rudakubana vuole il sangue. Lo avrà. Sono 12 minuti che durano un’eternità e che provocheranno una carneficina. Rudakubana uccide tre bambine: Alice da Silva Aguiar, di nove anni; Bebe King, di sei ed Elsie Dot Stancombe, di sette. Altri dieci bimbi rimarranno feriti, alcuni in modo molto grave.
Nel Regno Unito cresce lo sdegno per questo ennesimo fatto di sangue che ha come protagonista un uomo di colore. Anche Michael dice la sua con un video di 12 minuti su Facebook. Viene accusato di incitamento all’odio razziale ma, quando va davanti al giudice, viene scagionato in una manciata di minuti. Non ha fatto nulla. Era frustrato, come gran parte dei britannici. Ha espresso la sua opinione. Tutto è bene quel che finisce bene, quindi. O forse no.
Due settimane dopo, infatti, il consiglio di tutela locale, che per legge è responsabile della protezione dei bambini vulnerabili, gli comunica che non è più idoneo a lavorare con i minori. Una decisione che lascia allibiti molti, visto che solitamente punizioni simili vengono riservate ai pedofili. Michael non lo è, ovviamente, ma non può comunque allenare la squadra della figlia. Di fronte a questa decisione, il veterano prova un senso di vergogna. Decide di parlare perché teme che la sua comunità lo consideri un pedofilo quando non lo è. In pochi lo ascoltano, però. Quasi nessuno. Il suo non è un caso isolato. Solamente l’anno scorso, infatti, oltre 12.000 britannici sono stati monitorati per i loro commenti in rete. A finire nel mirino sono soprattutto coloro che hanno idee di destra o che criticano l’immigrazione. Anche perché le istituzioni del Regno Unito cercano di tenere nascoste le notizie che riguardano le violenze dei richiedenti asilo. Qualche giorno fa, per esempio, una studentessa è stata violentata da due afghani, Jan Jahanzeb e Israr Niazal. I due le si avvicinano per portarla in un luogo appartato. La ragazza capisce cosa sta accadendo. Prova a fuggire ma non riesce. Accende la videocamera e registra tutto. La si sente pietosamente dire «mi stuprerai?» e gridare disperatamente aiuto. Che però non arriva. Il video è terribile, tanto che uno degli avvocati degli stupratori ha detto che, se dovesse essere pubblicato, il Regno Unito verrebbe attraversato da un’ondata di proteste. Che già ci sono. Perché l’immigrazione incontrollata sull’isola (e non solo) sta provocando enormi sofferenze alla popolazione locale. Nel Regno, certo. Ma anche da noi. Del resto è stato il questore di Milano a notare come gli stranieri compiano ormai l’80% dei reati predatori. Una vera e propria emergenza che, per motivi ideologici, si finge di non vedere.
Continua a leggereRiduci
Una fotografia limpida e concreta di imprese, giustizia, legalità e creatività come parti di un’unica storia: quella di un Paese, il nostro, che ogni giorno prova a crescere, migliorarsi e ritrovare fiducia.
Un percorso approfondito in cui ci guida la visione del sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy Massimo Bitonci, che ricostruisce lo stato del nostro sistema produttivo e il valore strategico del made in Italy, mettendo in evidenza il ruolo della moda e dell’artigianato come forza identitaria ed economica. Un contributo arricchito dall’esperienza diretta di Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, e dal suo quadro autentico del rapporto tra imprese e consumatori.
Imprese in cui la creatività italiana emerge, anche attraverso parole diverse ma complementari: quelle di Sara Cavazza Facchini, creative director di Genny, che condivide con il lettore la sua filosofia del valore dell’eleganza italiana come linguaggio culturale e non solo estetico; quelle di Laura Manelli, Ceo di Pinko, che racconta la sua visione di una moda motore di innovazione, competenze e occupazione. A completare questo quadro, la giornalista Mariella Milani approfondisce il cambiamento profondo del fashion system, ponendo l’accento sul rapporto tra brand, qualità e responsabilità sociale. Il tema di responsabilità sociale viene poi ripreso e approfondito, attraverso la chiave della legalità e della trasparenza, dal presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia, che vede nella lotta alla corruzione la condizione imprescindibile per la competitività del Paese: norme più semplici, controlli più efficaci e un’amministrazione capace di meritarsi la fiducia di cittadini e aziende. Una prospettiva che si collega alla voce del presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli, che denuncia la crescente vulnerabilità digitale delle imprese italiane e l’urgenza di strumenti condivisi per contrastare truffe, attacchi informatici e forme sempre nuove di criminalità economica.
In questo contesto si introduce una puntuale analisi della riforma della giustizia ad opera del sottosegretario Andrea Ostellari, che illustra i contenuti e le ragioni del progetto di separazione delle carriere, con l’obiettivo di spiegare in modo chiaro ciò che spesso, nel dibattito pubblico, resta semplificato. Il suo intervento si intreccia con il punto di vista del presidente dell’Unione Camere Penali Italiane Francesco Petrelli, che sottolinea il valore delle garanzie e il ruolo dell’avvocatura in un sistema equilibrato; e con quello del penalista Gian Domenico Caiazza, presidente del Comitato «Sì Separa», che richiama l’esigenza di una magistratura indipendente da correnti e condizionamenti. Questa narrazione attenta si arricchisce con le riflessioni del penalista Raffaele Della Valle, che porta nel dibattito l’esperienza di una vita professionale segnata da casi simbolici, e con la voce dell’ex magistrato Antonio Di Pietro, che offre una prospettiva insolita e diretta sui rapporti interni alla magistratura e sul funzionamento del sistema giudiziario.
A chiudere l’approfondimento è il giornalista Fabio Amendolara, che indaga il caso Garlasco e il cosiddetto «sistema Pavia», mostrando come una vicenda giudiziaria complessa possa diventare uno specchio delle fragilità che la riforma tenta oggi di correggere. Una coralità sincera e documentata che invita a guardare l’Italia con più attenzione, con più consapevolezza, e con la certezza che il merito va riconosciuto e difeso, in quanto unica chiave concreta per rendere migliore il Paese. Comprenderlo oggi rappresenta un'opportunità in più per costruire il domani.
Per scaricare il numero di «Osservatorio sul Merito» basta cliccare sul link qui sotto.
Merito-Dicembre-2025.pdf
Continua a leggereRiduci