2023-02-06
Piatta ma con grande spessore nutrizionale. Viva la sogliola
È un pesce magro però ricco di omega 3, i grassi buoni. Con i suoi minerali rafforza la memoria e fa funzionare bene la tiroide. Ideale in gravidanza: riduce il rischio di malformazioni nel nascituro.Tra insetti, carne «coltivata» cioè riprodotta in laboratorio partendo dalle cellule della vera carne e proteine vegetali, si parla sempre meno della vera carne, che coi suoi prodotti primari e i suoi prodotti derivati è la tradizionale fonte proteica umana. Prodotti primari come è, per esempio, da quando l’uomo pesca, la sogliola. Qualcuno pensa che carne sia soltanto quella del quadrupede allevato, ma lo è anche il pesce. Tanti, poi, ignorano che anche il pesce ha una sua stagionalità e questa è la stagione della pesca della sogliola. Quindi, andiamo a conoscerla meglio.La sogliola è un po’ come i Wu Ming, il collettivo letterario bolognese, vi ricordate? Un collettivo nel quale l’individualità del singolo membro del collettivo veniva dopo la collettività, tanto che quando operavano da soli si chiamavano Wu Ming 1, Wu Ming 2 e così via. Si potrebbe dire che la sogliola è i Wu Ming del mare, perché, proprio come Wu Ming, la sogliola ci pare un’individualità, ma è una collettività. Con questo unico nome, infatti, sogliola, noi chiamiamo non una sola, ma varie specie e generi di pesci osteitti dell’ordine dei Pleuronectiformes della famiglia Soleidae, che sono pesci piatti. La perifrasi del loro nome greco è «nuotatori su un lato». I pesci del... collettivo sogliola!, difatti, sono sdraiati su un fianco e hanno gli occhi uno accanto all’altro sullo stesso lato, naturalmente quello rivolto verso la superficie dell’acqua. «collettivo sogliola»I pesci delle tante specie che chiamiamo tutte sogliola vivono sul fondale fangoso sia di coste poco profonde, sia più profonde, fino a 200 metri. C’è la Bathysolea profundicola, la sogliola batifila, la Buglossidium luteum, la sogliola gialla, la Dicologlossa hexophthalma, la sogliola atlantica, la Microchirus ocellatus, sogliola occhiuta, la Microchirus variegatus, sogliola cuneata, la Microstomus kitt, sogliola limanda, la Monochirus hispidus, sogliola pelosa (sul lato oculare presenta scaglie irsute), la Parophrys vetulus, sogliola limanda del Pacifico, la Pegusa impar, sogliola adriatica, la Pegusa lascaris, sogliola dal porro, la Synapturichthys kleinii, sogliola turca e poi la Solea solea, la sogliola comune, della famiglia Soleidae, genere Solea, specie che troviamo nel mar Nero, nell’oceano Atlantico, nel mar del Nord, nel mar Baltico e nel nostro mar Mediterraneo. La sogliola è considerato il più pregiato tra i pesci piatti ed è proprio la posizione esistenziale «a pancia in giù» di questi pesci, opposta a quelli che tagliano l’acqua in verticale, ad aver determinato una serie di modifiche evoluzionistiche. È frutto dell’evoluzione lo spostamento di un occhio sul lato che già ospitava l’altro, onde riuscire a guardare a due occhi e non a uno solo la direzione da cui il pericolo poteva arrivare cioè l’alto: «two is megl che one» recita il noto slogan del Maxibon di qualche tempo fa e certamente questo è vero per gli occhi della sogliola diretti verso l’alto. Frutto evoluzionistico è anche il colore mutevole della pelle della sola parte superiore (la pelle della parte inferiore è bianchissima), mutevolezza a comando che serve per mimetizzarsi col fondo marino - e quindi passarla liscia di fronte a predatori e pescatori che possano planare dall’alto - grazie ai cromatofori (cellule che nel proprio protoplasma assumono granuli di pigmento).Come dicevamo, il pesce è un grande assente dal dibattito contemporaneo, tutto incentrato sulla dicotomia proteina di quadrupede di terra versus proteina vegetale (o, peggio ancora, proteina da carne coltivata), ma, lo ripetiamo, il pesce è carne e nel paniere carneo è un’ottima alternativa alla carne di quadrupede. Il pesce, infatti, risulta più digeribile di una bistecca e al contempo offre lo stesso tipo di proteine, nobili, e di amminoacidi che ci sono necessari perché il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli da sé. La leggerezza della sogliola rispetto alla carne rossa favorisce anche chi non deve affaticare il fegato con troppe proteine, per esempio chi soffre di diabete. Magro ma dotatoLa leggerezza delle proteine della sogliola si associa anche alla leggerezza dei suoi grassi. Andiamo per ordine.Il pesce si può categorizzare in base a vari criteri, uno è quello della grassezza. La sogliola appartiene alla categoria del pesce magro, quello con meno del 5% di grassi (poi ci sono i pesci semigrassi con grassi fino al 10%, come il pesce spada, e i pesci grassi con lipidi oltre il 10% come, per esempio, il salmone). La quota grassi identifica anche il contenuto di omega 3, che comunque non è bassa nemmeno nei pesci magri come la sogliola. In 100 g di sogliola abbiamo 253 mg di omega 3. Gli omega 3 sono i cosiddetti grassi buoni, innanzitutto in quanto grassi polinsaturi (il rapporto tra grassi saturi e polinsaturi deve sempre essere a favore dei secondi, perché assumere grassi saturi in eccesso danneggia la circolazione sanguigna e quindi pone sotto stress cuore e vasi sanguigni). Gli omega 3 favoriscono l’assorbimento delle vitamine liposolubili come la A, che serve a sviluppo e rafforzamento di ossa e denti, è antinfettiva e rafforza il sistema immunitario, come anche della vitamina D, anch’essa forte aiuto per il sistema immunitario e antinfiammatoria. Poi, sono di aiuto nella riduzione dei tassi lipidici nel sangue con conseguenze protettive nei confronti di ipercolesterolemia e arteriosclerosi: dobbiamo assumere almeno 100, 200 mg di omega 3 al giorno (di più in gravidanza e quando siamo bambini), fabbisogno che soddisfiamo con almeno due piatti di pesce grasso la settimana o di più di pesce magro.il ruolo dello iodioIn combinazione con la quota omega 3, anche il potassio serve a tenere a bada la pressione arteriosa. La sogliola ne ha un quantitativo molto utile, ben 280 mg ogni 100 g. Altri minerali interessanti sono il fosforo (195 mg ogni 100 g), che aiuta innanzitutto la memoria, e lo iodio. Come spiega Tiroide in forma di Lorena Bolesina, Gribaudo editore, «la nostra tiroide produce tirosina ossia T3 partendo proprio dallo iodio contenuto nei pesci. Il nome deriva dal greco ioeides (violetto). È un micronutriente fondamentale, in quanto il nostro organismo deve necessariamente ottenerlo dagli alimenti ed è l’elemento essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei T3 e T4. Svolge un ruolo cruciale per il funzionamento della ghiandola tiroidea. Una volta introdotto con gli alimenti che consumiamo, esso va a localizzarsi in gran parte della tiroide ed entra a far parte degli ormoni tiroidei interessati nel metabolismo e nella termogenesi. La tiroide dispone di efficaci meccanismi che concentrano e conservano lo iodio al suo interno. Lo iodio ha un’importanza fondamentale in tutte le fasi della vita. Secondo i Larn (Livelli di Assunzione Raccomandati di Nutrienti per la popolazione italiana) il fabbisogno giornaliero per gli adulti è pari a 150 microgrammi. Pur essendo di piccole dimensioni, la tiroide ha un ruolo fondamentale per il benessere del nostro organismo, attraverso la produzione dei suoi ormoni: la tiroxina (T4) e la triodotironina (T3). Gli ormoni tiroidei regolano il metabolismo, la crescita e la differenziazione di molteplici tessuti, organi e apparati, la funzionalità del sistema nervoso, del sistema cardiovascolare e di quello riproduttivo; inoltre, influenzano la crescita staturale e la produzione di globuli rossi (eritropoiesi), che avviene a livello del midollo osseo, regolano la motilità intestinale, la temperatura corporea, la forza muscolare». La produzione degli ormoni tiroidei viene regolata dall’ormone tireotropo o tireostimolante (Tsh), secreto dall’ipofisi. Un’alterazione della tiroide ha conseguenze negative molteplici, tra cui alterazioni genetiche, malattie metaboliche, ipotiroidismo, ipertiroidismo. Anche secondo l’Iss, l’Istituto Superiore di Sanità, il pesce e i prodotti ittici sono la prima fonte naturale di iodio: ne contengono tra 0,74 e 0,24 µg per g di massa umida (il sale iodato, del quale basta consumare 5 g al giorno per soddisfare il fabbisogno di iodio, ne ha tra 29,8 e 2,5, aggiunto, e il latte tra 0,15 e 0,06). Secondo dati Progetto Italiano Contro la Carenza di Iodio in Pediatria, la sogliola ha 300 µg di iodio per kg, come merluzzo e dentice. Le calorie della sogliola, che sono soltanto 83 ogni 100 g, permettono di mangiarla spesso e volentieri. Abbiamo 1,4 g di lipidi, abbiamo visto, buoni, ben 16,9 g di proteine, 79,5 g di acqua e 0,8 g di zuccheri solubili. Un altro appunto a favore della sogliola è anche che ha una lisca molto facile da rimuovere e perciò risulta molto agevole da mangiare anche per chi non ha dimestichezza con la spinatura. Col suo gusto tanto prelibato quanto delicato, la sogliola arricchisce i nostri piatti da molto tempo. tradizione eccellenteSpiega Cibo. La storia illustrata di tutto ciò che mangiamo, Gribaudo: «La sogliola comune, di sapore delicato e dolce, poche lische e abbastanza costosa perché piuttosto rara, ha una lunga storia di prelibatezza per ricchi. Era apprezzata dai Romani che, riferendosi alla sua piattezza, la chiamavano sola Jovi (sandalo di Giove). Nel XVII secolo era servita comunemente alla corte del re francese Luigi XIV, dove furono creati i piatti francesi classici della sole Véronique (con champagne, panna e uva), sole Mornay (con salsa di formaggio), sole meunière (passata in farina e fritta nel burro con succo di limone e prezzemolo) e sole à la Dugléré (bollita in fumetto di pesce e vino bianco su un letto di pomodori). Quest’ultima fu inventata da Adolphe Dugléré, chef del Café Anglais, un famoso ristorante parigino del XIX secolo». La sogliola contiene anche folati, 5 µg, necessari in gravidanza perché l’acido folico può, infatti, ridurre fino al 70% il rischio che il nascituro sviluppi malformazioni congenite.
Nel riquadro il professor Andrea Fiorillo, presidente dell’Ente Europeo di Psichiatria e testimonial scientifico della giornata palermitana (iStock)
Il 10 ottobre Palermo celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale con eventi artistici, scientifici e culturali per denunciare abbandono e stigma e promuovere inclusione e cura, su iniziativa della Fondazione Tommaso Dragotto.
Il 10 ottobre, Palermo non sfila: agisce. In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, la città lancerà per il secondo anno consecutivo un messaggio inequivocabile: basta con l’abbandono, basta con i tagli, basta con lo stigma. Agire, tutti insieme, con la forza dei fatti e non l’ipocrisia delle parole. Sul palco dell’evento – reale e simbolico – si alterneranno concerti di musica classica, teatro militante, spettacoli di attori provenienti dal mondo della salute mentale, insieme con tavoli scientifici di livello internazionale e momenti di riflessione pubblica.
Di nuovo «capitale della salute mentale» in un Paese che troppo spesso lascia soli i più fragili, a Palermo si costruirà un racconto, fatto di inclusione reale, solidarietà vera, e cultura della comunità come cura. Organizzato dalla Fondazione Tommaso Dragotto e realizzato da Big Mama Production, non sarà solo un evento, ma una denuncia trasformata in proposta concreta. E forse, anche una lezione per tutta l’Italia che alla voce sceglie il silenzio, tra parole come quelle del professor Andrea Fiorillo, presidente dell’Ente Europeo di Psichiatria e testimonial scientifico della giornata palermitana che ha detto: «I trattamenti farmacologici e psicoterapici che abbiamo oggi a disposizione sono tra i più efficaci tra quelli disponibili in tutta la medicina. È vero che in molti casi si parla di trattamenti sintomatici e non curativi, ma molto spesso l’eliminazione del sintomo è di per sé stesso curativo. È bene - continua Fiorillo - diffondere il messaggio che oggi si può guarire dai disturbi mentali, anche dai più gravi, ma solo con un approccio globale che miri alla persona e non alla malattia».
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