2024-03-16
Mamme arcobaleno, l’altolà di Piantedosi: il ministro impugna le sentenze di Padova
Il Viminale contro la decisione del tribunale di confermare i 35 atti di registrazione all’anagrafe dei figli di due donne.Quei bambini non possono avere due mamme. Almeno fino a quando una norma dello Stato non lo preveda. Sembra una considerazione elementare, perfino banale, a difesa delle prerogative costituzionali. Ma nella guerra di potere dichiarata da alcuni sindaci di sinistra al governo di Giorgia Meloni per sostituirsi di fatto al Parlamento (sull’omogenitorialità, sul fine vita, perfino sui divieti a 30 all’ora) accade che il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sia costretto a far piovere ricorsi per vedere rispettata la legge.Il cortocircuito amministrativo questa volta avviene a Padova, dove il Viminale ha presentato richiesta in Corte d’appello per bloccare la decisione del borgomastro Sergio Giordani di far registrare i figli di genitori Lgbtq+ con i nomi di entrambe le donne del nucleo famigliare, anche quella «non biologica», definita ufficialmente mamma intenzionale. Al grido di «i diritti valgono più delle leggi», qualche mese fa il sindaco (svegliatosi con pulsioni da vicerè delle Indie) aveva iscritto 35 bambini di famiglie omogenitoriali all’anagrafe con doppio cognome, riconoscendo le due mamme. Una decisione del tutto personale, in contrasto con le norme in vigore e contro la quale la Procura di Padova aveva fatto ricorso per illegittimità, in attesa di procedere eventualmente per abuso d’ufficio contro i firmatari dei documenti comunali.Chiamato a decidere sul contenzioso, il tribunale non è entrato nel merito della questione ma il 5 marzo scorso ha sollevato un’eccezione procedurale e ha rigettato i ricorsi, con il conseguente boato da curva sud di Pd, Movimento 5 stelle, Verdi, Sinistra gruppettara e associazioni arcobaleno che hanno scambiato il difetto di metodo per una sentenza di merito. E hanno inscenato il solito sabba mediatico intestandosi una vittoria che non può esistere. Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio regionale veneto, aveva dato inizio ai festeggiamenti fuori luogo: «Decisione cruciale che riconosce quei diritti e quelle tutele per mamme e nascituri finora negati dal governo. Si pone così fine a un accanimento intollerabile contro le famiglie omogenitoriali».Lo stesso Giordani aveva commentato: «Un passo avanti importante per le bambine, i bambini e le loro mamme. Oggi vince l’amore, ho sempre agito secondo coscienza». Poiché la coscienza individuale è un canotto politico ma un pubblico ufficiale dovrebbe agire secondo il transatlantico della legge, la controversia rimane aperta. Il ministero ha impugnato la sentenza (né avrebbe potuto esimersi) per annullare gli atti del sindaco e ora la pratica finirà alla terza sezione civile della Corte d’appello di Venezia. L’Avvocatura dello Stato prende spunto da una sentenza del tribunale di Milano, la spallata era già stata tentata da Beppe Sala, che aveva accolto la richiesta di rettifica degli atti di nascita cancellando il cognome della seconda mamma.Di fatto il ministro Piantedosi fa muro per difendere le prerogative del legislatore e per non vedere trasformata in coriandoli quella stessa Costituzione alla quale il mondo arcobaleno si appella per ragioni di comodo quando parla di «diritti negati a difesa dei bambini, i soggetti più deboli». Analizzando la vicenda, Elly Schlein ha detto: «Meloni, basta calpestare i diritti dei bambini». Un luogo comune, un refrain superficiale e pure una palese forzatura che strumentalizza i minori, mandati avanti come cavie giuridiche per creare un precedente bellico. In definitiva, per scardinare lo Stato di diritto proprio da parte di coloro che pretendono di difenderlo.La posizione del governo viene spiegata così dal sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari: «Il tribunale di Padova non si è espresso nel merito, semplicemente ha detto che lo strumento utilizzato per il ricorso non era quello adeguato. La sinistra può dire quello che vuole e fraintendere anche le decisioni di un tribunale. Non ci sono vittorie da festeggiare o sconfitte di cui rammaricarsi. La questione resta aperta. Certo, strumentalizzare il superiore bene dei bambini a fini politici è indecoroso».Anche la levata di scudi sul vuoto legislativo sembra un pretesto di basso profilo. «Resta la necessità che il nostro Paese si doti di una normativa chiara in materia. Non esiste in Italia una legge sul riconoscimento del legame di parentela tra figli e genitore non biologico», sostiene il consigliere regionale Camani.Oggi il diritto di famiglia prevede i genitori biologici e quelli adottivi. Una madre e un padre. E recenti sentenze della Corte di cassazione e della Corte d’appello di Milano hanno negato che un bimbo possa essere registrato in Italia come figlio di due genitrici. Tutto si può cambiare, ma in Parlamento con voto di maggioranza. Non certo nei corridoi del Nazareno, in un’aula di tribunale o nell’ufficio di un sindaco che considera la fascia tricolore un simbolo di onnipotenza.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.