2023-05-06
Pianista «filorussa» bandita a teatro. Per sentirla serve la tv indipendente
Valentina Lisitsa (Wikipedia)
Il concerto della Lisitsa, esclusa da Venezia e Milano, andrà in onda stasera su Byoblu.La chiamano «la regina di Rachmaninov» per la straordinaria capacità di interpretare le opere del magnifico autore russo ma nessuno è disposto a darle un trono. Anzi, almeno qui in Italia fanno a gara a privarla dei palchi. Valentina Lisitsa, nata a Kiev, da molti anni è cittadina americana e vive negli Stati Uniti. Pianista di chiara fama, straordinariamente talentuosa, si esibisce in tutto il pianeta. Ma soltanto in Italia è costretta a suonare quasi in incognito. Era stata invitata a esibirsi alla Fenice di Venezia lo scorso dicembre, ma il concerto è stato annullato. Motivo? L’artista ha suonato nella Mariupol occupata dai russi, dunque è da considerarsi putiniana, motivo per cui le va tolta la scena. Una simile censura si era già vista a Toronto, nel 2014, ma negli anni seguenti Valentina ha continuato a partecipare con successo a eventi in mezzo pianeta. A colmare il vuoto italiano ci ha pensato l’emittente Byoblu e ha incontrato non poche difficoltà. Ben tre teatri milanesi hanno rifiutato di ospitare la grande pianista. L’ultimo, in particolare, ha agito in maniera abbastanza clamorosa: l’appuntamento era già stato fissato e l’affitto era già stato pagato, ma all’ultimo la presidente del teatro ha sciolto l’accordo, spiegando di aver ricevuto pressioni dal Comune in tal senso. Alla fine, la Lisitsa ha dovuto esibirsi in un teatro di posa rimasto anonimo alla presenza di circa 200 persone, che hanno potuto accedere su invito. Valentina ha eseguito per l’occasione i 24 preludi di Sergej Rachmaninov, 70 minuti di musica in totale di cui il pubblico italico potrà godere soltanto in video. Stasera a partire dalle 20.30 su Byoblu (canale 262 del digitale terreste, 462 TìvuSat, 816 di Sky, in collaborazione con il programma Pangea Grandangolo) andrà in onda prima la lunga intervista che l’artista ha rilasciato al direttore di rete Virginia Camerieri, e a seguire il concerto, poi uno speciale con i retroscena dell’evento. A livello televisivo si tratta di una ghiotta occasione, ma sul piano culturale si tratta di una vicenda piuttosto triste per l’Italia, che l’artista ha commentato con un velo di tristezza. «Superare questo annullamento è stato difficile», ha detto a Virginia Camerieri. «Ciò che è accaduto al teatro La Fenice è stato interessante perché effettivamente mi hanno inviato una lettera ma non mi hanno detto di aver cancellato il concerto a causa delle mie opinioni filorusse o simili. Hanno inserito delle motivazioni molto più complicate e sono rimasta molto offesa perché mi hanno detto, innanzitutto, di avermi invitato perché di nazionalità ucraina. Mi hanno offeso perché non mi avevano invitato semplicemente come musicista che potesse suonare Rachmaninov, ma per ciò che era scritto sul mio passaporto. Questa è stata una ingiustizia a mio avviso: giudicano le persone per la loro nazionalità, per la loro origine». La chiamano putiniana e russofila ma Valentina dice di sentirsi «perfettamente americana: ho trascorso una vita intera negli Stati Uniti e quindi credo fermamente nella libertà di pensiero, di parola. Ognuno ha il diritto di esprime le proprie opinioni. Io sono una cittadina ucraina, e so ci sono molti ucraini - che non arrivano in tv - che hanno opinioni diverse rispetto a quello che accade nel nostro Paese e su quello che è accaduto nel 2014, però non abbiamo il diritto di parlare».Ai microfoni di Byoblu la pianista ha lasciato andare l’amarezza. «Anche gli americani applicano la censura. Eppure, da americana, quando gli Usa hanno invaso l’Iraq non ho avuto problemi. Che ci siano aggressioni o invasioni in corso, da americana non ho nessun tipo di problema a tenere dei concerti in Europa o in Asia. Con i russi la faccenda cambia. Cancellano Čajkovskij, Rachmaninov, Dostoevskij, Tolstoj soltanto perché sono russi ed è una cosa incomprensibile, non è possibile!”. Ecco perché il concerto in onda stasera sulla tv indipendente ha un particolare significato: non è solo un modo per dare spazio a una artista stupidamente ostracizzata, ma anche per valorizzare una cultura che negli ultimi anni è stata avversata oltre ogni limite di decenza. «Rachmaninov ha vissuto gran parte della sua vita in America dove lo vedevano come lo stereotipo del russo: un uomo grande, alto più di due metri con una espressione molto seria che sedeva davanti al suo piano. Tutti lo amavano, è vero, però lo consideravano assolutamente russo e invece per i russi molta musica da lui composta è orientale», spiega la Lisitsa nella conversazione con Byoblu. «È una musica legata al fascino del vicino Oriente, del viaggio. Rachmaninov ha trascorso gran parte della sua vita in Occidente, anche se lì ha perso la sua ispirazione. Aveva tagliato le sue radici e quando ha cercato di continuare a comporre non è vi riuscito. Soltanto alla fine della sua vita ha ricominciato a scrivere ed è stato quando ha deciso di ritornare nella sua terra di origine». Caso curioso anche il grande compositore «ha subito la cancellazione di un concerto in Russia»: il maestro e la sua interprete hanno un altra cosa in comune, a quanto pare. Ma tra i due c’è anche una fondamentale differenza: lui, in cerca di libertà, aveva lasciato la Russia dopo la Rivoluzione d’ottobre. Lei, invece, oggi viene oscurata proprio dall’Occidente che sostiene di amare la libertà più di tutto.
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