2023-12-15
Calo dei profitti e titolo in picchiata. L’emergenza vaccini è quella di Pfizer
Le azioni del gigante farmaceutico crollate di quasi il 50%: è il livello più basso da prima della pandemia. I guadagni ottenuti con i sieri non si ripeteranno. Perciò Albert Bourla e soci hanno bisogno che l’allarme non cessi.Il rendimento di un investimento in Pfizer quest’anno, compresi i dividendi, si è dimezzato. Le azioni dell’azienda, «di gran lunga la più debole tra tutte le società americane valutate più di 100 miliardi di dollari e quotate in Borsa», segnala Forbes, sono scese al livello più basso da prima della pandemia. Sono crollate di quasi il 50%, cancellando circa 140 miliardi di dollari di valore di mercato. Pfizer ha dichiarato mercoledì di prevedere per il 2024 ricavi compresi tra 58,5 e 61,5 miliardi di dollari, il che significa una crescita pari a zero rispetto alle previsioni del 2023. «E ben al di sotto della media delle vendite previste dagli analisti per il 2024 di 62,6 miliardi di dollari», secondo FactSet. «Dopo aver vissuto nel 2022 uno degli anni migliori nella storia del settore farmaceutico, Pfizer sta ora vivendo uno dei peggiori», anticipava su X Andrew Dunn, autore di un articolo appena pubblicato da Endpoints News, sempre aggiornato in materia di ricerca, di sviluppo biotecnologico e dei farmaci. Sparita la pandemia, il colosso farmaceutico è in grosse difficoltà soprattutto con il vaccino. «Ha gestito male le aspettative del Covid, ha speso i guadagni della pandemia in accordi che stanno intaccando i suoi guadagni ma che potrebbero non ripagare per anni», analizzava l’esperto. La preoccupazione principale degli investitori «è che sentono di aver sperperato la loro fortuna legata al Covid e di trovarsi ora in una situazione da cui è davvero difficile uscire», ha dichiarato Evan Seigerman, analista di Bmo Capital Markets. Nel 2022 l’azienda ha fatto la storia di Big pharma, superando i 100 miliardi di dollari di entrate grazie al vaccino sviluppato in collaborazione con la tedesca BioNTech durante la pandemia e venduto ovunque. L’amministratore delegato è diventato «il volto pubblico dell’eroismo pandemico dell’industria farmaceutica», sottolinea Dunn. In una lettera agli azionisti del febbraio 2022, Albert Bourla scriveva: «La nostra leadership nella lotta al Covid-19 ha cambiato radicalmente anche il modo in cui Pfizer viene percepita all’esterno, mettendo in luce l’enorme valore che la nostra scienza può apportare alla società». Elencava i successi e le sfide, che considerava ormai vinte: «Stiamo applicando i principi della “velocità della luce” sviluppati per il nostro lavoro sul Covid-19 ad altre aree terapeutiche, per garantire di continuare a muoverci alla velocità della scienza a beneficio di tutti i nostri pazienti». Sono passati meno di due anni ed è il titolo Pfizer ad essersi mosso con la velocità della luce, però in caduta verticale. Quando il colosso farmaceutico americano ha dichiarato che le entrate e i profitti annuali sarebbero stati inferiori alle aspettative, mercoledì le sue azioni sono crollare di circa il 7% rispetto alle contrattazioni del mattino e sono state scambiate a 26,5 dollari. Una delle peggiori perdite giornaliere, sicuramente la più consistente per Pfizer dal gennaio 2009. Nel settore farmaceutico, ha brillato come lo strumento finanziario dalla performance peggiore del 2023. L’azienda ha annunciato altri 500 milioni di dollari di tagli ai costi, anche se il cfo David Denton, responsabile della gestione delle attività finanziarie di Pfizer, ha escluso che sia previsto un taglio dei dividendi per gli azionisti. Ma non si aprono belle prospettive. «Molti investitori nel settore salute dicono: “Troverò pascoli più verdi”», ha commentato Les Funtleyder, esperto di valutazione di aziende pubbliche e private.Dopo aver incassato 57 miliardi di dollari lo scorso anno per i farmaci anti Covid, Pfizer in ottobre ha dovuto ridurre le aspettative di fatturato per il vaccino Comirnaty e la pillola antivirale Paxlovid, da 21,5 miliardi di dollari a 12,5 miliardi di dollari per il 2023. E la previsione per il 2024 di 8 miliardi di dollari, rappresenta un ulteriore calo del 36%, ben al di sotto delle aspettative di Wall Street. Rispetto al 2022, Pfizer si aspetta un calo del 90% dei ricavi dalle vendite dei «prodotti» Covid. Pfizer ha utilizzato parte dei guadagni derivanti dal Covid per acquisire aziende e ha iniziato a vendere un nuovo vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), sebbene con risultati deludenti: le azioni quest’anno sono scese del 44%. Ieri ha concluso l’acquisizione da 43 miliardi di dollari di Seagen, società biotecnologica globale che scopre, sviluppa e commercializza farmaci antitumorali trasformativi, e che dovrebbe rappresentare il 5% delle vendite di Pfizer nel 2024. Ma «deve ancora dimostrare che gli assegni che ha emesso ripagheranno, dopo aver pagato 6,7 miliardi di dollari per Arena Pharmaceuticals, 5,4 miliardi di dollari per Global Blood Therapeutics e 11,6 miliardi di dollari per Biohaven», osserva Endpoints News.Bourla, in una telefonata con gli analisti mercoledì ha detto che il virus non è più il «primo dei pensieri», che in giro c’è una certa stanchezza da Covid-19 e «una retorica anti vaccini nel mercato». Assieme a Denton ha definito il virus «imprevedibile» e si aspetta che sia il Paxlovid, sia il vaccino rimangano prodotti significativi nel 2024. «Vogliamo essere prudenti e realistici», ha detto. «Vogliamo essere affidabili per non creare incertezza, come purtroppo è successo quest’anno». Il continuo calo della domanda di prodotti correlati al Covid pesa sulla performance dell’azienda farmaceutica. Per rilanciare le vendite occorre alimentare nuove paure, spingere su richiami vaccinali sebbene diano una protezione destinata ad azzerarsi dopo tre mesi. Le autorità sanitarie lo sanno, eppure li raccomandano anche ai sani, ai bambini, con inquietante insistenza. Fanno il gioco di Pfizer?«Abbiamo ottimi motivi per essere ottimisti riguardo allo slancio positivo della nostra attività», ha concluso il suo intervento Bourla. Chissà come mai.
Jeffrey Epstein (Getty Images)
Nel riquadro, Giancarlo Tulliani in una foto d'archivio
A Fontanellato il gruppo Casalasco inaugura l’Innovation Center, polo dedicato a ricerca e sostenibilità nella filiera del pomodoro. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini e il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta. L’hub sarà alimentato da un futuro parco agri-voltaico sviluppato con l’Università Cattolica.
Casalasco, gruppo leader nella filiera integrata del pomodoro, ha inaugurato oggi a Fontanellato il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo nel settore agroalimentare. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la competitività del Made in Italy e promuovere un modello di crescita basato su innovazione, sostenibilità e radicamento nel territorio.
All'evento hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini, il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta e il management del gruppo. Una presenza istituzionale che sottolinea il valore strategico del progetto.
Urso ha definito il nuovo centro «un passaggio fondamentale» e un esempio di collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni. Per Marco Sartori, presidente di Casalasco Spa e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, l’hub «non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio», pensato per ospitare idee, sperimentazioni e collaborazioni capaci di rafforzare la filiera.
L’amministratore delegato Costantino Vaia parla di «motore strategico» per il gruppo: uno spazio dove tradizione e ricerca interagiscono per sviluppare nuovi prodotti, migliorare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Tamagnini, alla guida di FSI – investitore del gruppo – ricorda che il progetto si inserisce in un percorso di raddoppio dimensionale e punta su prodotti italiani «di qualità valorizzabili all’estero» e su una filiera sostenibile del pomodoro e del basilico.
Progettato dallo studio Gazza Massera Architetti, il nuovo edificio richiama le cascine padane e combina materiali tradizionali e tecnologie moderne. I mille metri quadrati interni ospitano un laboratorio con cucina sperimentale, sala degustazione, auditorium e spazi di lavoro concepiti per favorire collaborazione e benessere. L’architetto Daniela Gazza lo definisce «un’architettura generativa» in linea con i criteri di riuso e Near Zero Energy Building.
Tra gli elementi distintivi anche l’Archivio Sensoriale, uno spazio immersivo dedicato alla storia e ai valori dell’azienda, curato da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione. L’arte entra nel progetto con il grande murale di Marianna Tomaselli, che racconta visivamente l’identità del gruppo ed è accompagnato da un’esperienza multimediale.
All’esterno, il centro è inserito in un parco ispirato all’hortus conclusus, con orti di piante autoctone, una serra e aree pensate per la socialità e il benessere, a simboleggiare la strategia di sostenibilità del gruppo.
Casalasco guarda già ai prossimi sviluppi: accanto all’edificio sorgerà un parco agri-voltaico realizzato con l’Università Cattolica di Piacenza, che unirà coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. L’impianto alimenterà lo stesso Innovation Center, chiudendo un ciclo virtuoso tra agricoltura e innovazione tecnologica.
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Da sinistra in alto: Piero Amara, Catiuscia Marini, Sergio Sottani e Luca Palamara (Ansa)