2019-01-03
Gli Stati Uniti si muovono in Ciad per sostenere Haftar e l'Italia in Libia
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Le forze libiche alleate di Khalifa Haftar hanno nuovamente colpito i terroristi dello Stato islamico nel Sud della Libia, provocando la loro reazione con un duplice attentato kamikaze. È in questo contesto che gli Usa sono intervenuti in Ciad per sostenere gli sforzi libici nella lotta al terrorismo, con l'obiettivo di riaprire presto una propria rappresentanza diplomatica in Libia. Nel frattempo, Fayez Al Serraj ha aperto all'Italia per riconquistare la fiducia di Roma, che però, assieme a Washington, ritiene ormai il generale il suo uomo nel Paese nordafricano.ll Fezzan continua a minacciare il processo di pacificazione della Libia, nonostante Ghassan Salamé, a capo della missione Onu nel Paese mediterraneo, si sia detto fiducioso che il 2019 possa essere l'anno del compromesso, dopo 8 anni dalla caduta del dittatore Muammar Gheddafi. Ma mentre i leader di Tripoli e Bengasi, rispettivamente Fayez Al Serraj e Khalifa Haftar, nonostante le diverse vedute, lavorano per la riunificazione dei rispettivi eserciti e delle istituzioni, il Sud della Libia ribolle a causa del terrorismo proveniente dal Sahel e dei movimenti di protesta del Fezzan. È in queste dinamiche che rientrano le rinnovate operazioni militari degli Stati Uniti nel Ciad e l'intenzione di Washington di riaprire presto la propria rappresentanza diplomatica in Libia, sei anni dopo l'attacco al consolato americano di Bengasi costato la vita all'ambasciatore Chris Stevens. Ma non solo: anche l'Italia sta ripensando alle sue attività diplomatiche in Libia. Infatti, Roma potrebbe riaprire il consolato a Bengasi, chiuso in via precauzionale nel 2013 dopo un attentato al console Guido De Sanctis. Secondo fonti della Verità, la sede dovrebbe riaprire in tempo utile per l'organizzazione delle elezioni di primavera (un'ipotesi, quella del voto in primavera, non gradita a Parigi e definita un «miraggio» dal quotidiano francese Le Monde). Rappresenterebbe, inoltre, un ramoscello d'ulivo verso il generale Haftar, che sperava nel ritorno a Tripoli dell'ambasciatore Giuseppe Perrone e che ha mal digerito la sostituzione di questi con Giuseppe Maria Buccino Grimaldi (sostenuto dai ministri Enzo Moavero Milanesi ed Elisabetta Trenta della Difesa contro i desiderata del collega del Viminale Matteo Salvini), ritenuto dall'uomo forte della Cirenaica troppo morbido verso la Fratellanza musulmana.Dopo l'attentato contro il ministero degli Esteri del governo di Tripoli, le forze fedeli al generale Haftar hanno intensificato gli sforzi contro il terrorismo. Il leader di Bengasi sta cercando di estendere la sua influenza inviando brigate e tessendo alleanze con le tribù locali nel Fezzan, dove a capodanno si è però registrato un duplice attentato kamikaze nei dintorni della città di Sebha, area fuori dal controllo delle autorità libiche, in cui operano sia i terroristi islamisti sia altri gruppi armati, come i ribelli ciadiani e sudanesi e i trafficanti di esseri umani. Gli attentatori si sono fatti saltare in aria nel villaggio di Ghadwa, a 60 chilometri circa a Sud di Sebha, per vendicarsi del blitz avvenuto la mattina contro una fattoria usata da loro come covo per tenere gli ostaggi rapiti in diverse spedizioni, sempre nel Sud e nel centro della Libia. Ma non ci sono soltanto i fedeli del Califfato islamico a seminare panico e instabilità nel Sud della Libia. I continui attacchi del movimento di protesta giovanile contro il giacimento di Sharara rappresentano «un tentativo sistematico» di bloccare le attività dell'intero complesso petrolifero, secondo Mustafa Sanallah, presidente della compagnia energetica libica National oil corporation (Noc), che ha commentato così il terzo episodio di furto in una settimana all'interno del complesso avvenuto il primo gennaio 2019. «Le legittime aspirazioni delle comunità della Libia meridionale vengono continuamente colpite e violate da bande armate, che invece di proteggere il campo per generare ricchezza per tutti i libici, stanno consentendo il suo saccheggio». E la Noc starebbe addirittura pensando di chiudere il giacimento che vede anche le partecipazioni della spagnola Repsol, della francese Total, dell'austriaca Omv e della norvegese Equinor.Con il Fezzan a ferro e fuoco, non sembra possibile escludere, almeno per ora, dai giochi Serraj. Il vicepresidente del consiglio presidenziale libico, Abdulsalam Kajman, ha spiegato ad Agenzia Nova di sperare «che gli Stati Uniti possano essere più coinvolti in Libia» perché un Paese «stabile nella regione è nell'interesse nazionale degli Stati Uniti» ma anche dell'Europa. Kajman, originario del Fezzan ha ricordato gli sforzi di Tripoli e di Washington per espellere l'Isis da Sirte. Gli Usa, infatti, dal Sahel, e in particolare dal Ciad, potrebbero presto decidere di allargare le zone di loro competenza per sostenere gli sforzi libici, in particolare quelli di Haftar, nella lotta al terrorismo. Quanto, invece, all'Italia c'è da registrare quanto detto dal neoministro libico della governance locale, Milad Al Tahir, in un colloquio avvenuto nei giorni scorsi con il vice capo missione dell'ambasciata d'Italia in Libia, Nicola Orlando. Secondo il sito Libya Observer, il ministro, un accademico dell'università di Sebha e recentemente nominato da Serraj, ha rinnovato la richiesta di riattivare il Trattato di amicizia tra Italia e Libia firmato nel 2008 dall'ex premier Silvio Berlusconi e da Gheddafi per riaprire le porte libiche alle imprese italiane. Un'apertura, quella di Tripoli, pensata per riconquistare la fiducia di Roma, che però, assieme a Washington, ritiene ormai Haftar il suo uomo in Libia.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.