2023-05-31
Per la Schlein è già conto alla rovescia
Elly Schlein (Imagoeconomica)
Dopo le gaffe e la sconfitta alle amministrative, nel Pd sono in molti a scommettere che la segretaria, ribattezzata Elly Nein, non resterà in carica fino alle elezioni europee. In vista delle quali c’è movimento pure nel centrodestra: la Lega cerca una nuova casa.Quanto dura Elly? Prima delle elezioni, un ex ministro di lungo corso del Pd le dava poco più di un anno di vita politica, ovvero fissava la data di scadenza della nuova segretaria il giorno dopo i risultati delle elezioni europee. In realtà, la batosta delle amministrative e le gaffe collezionate in poche settimane avvicinano la resa dei conti. Che già dopo la vittoria a sorpresa della Schlein non tutto filasse liscio si sapeva. Prova ne sia che alcuni esponenti dem dell’area moderata avevano preferito traslocare altrove, mentre altri avevano lasciato intendere di avere la valigia in mano. Del resto, per gli aderenti a Base riformista, una delle correnti più numerose del partito, difficile mandare giù la linea movimentista su utero in affitto, termovalorizzatore e armi all’Ucraina.Ve lo immaginate Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa caro agli americani, che sul sostegno a Kiev si mette a fare i distinguo? Insomma, fin dalle prime mosse della segretaria, al Nazareno in tanti erano sulle spine, pronti a rompere se del caso. Ma oltre a una linea fluida, che prova a tener insieme le diverse anime senza scontentare nessuna ma senza nemmeno farne felice alcuna, Elly ci mette del suo. Dentro il partito ancora scuotono la testa se qualcuno fa battute sull’armocromista di fiducia. Ma come? Con tutto quello che succede nel mondo e in Italia, la segretaria concede la sua prima intervista a Vogue? Non a Repubblica o alla Stampa, corazzieri dell’informazione sempre pronti a omaggiare la segretaria. No, il colloquio è riservato a una rivista di moda super esclusiva, anche nella diffusione, nel senso che non la si trova in molte edicole. Per di più, la leader si lascia sfuggire alcune risposte sul suo abbigliamento e sull’assistenza di una consulente specializzata nelle scelte cromatiche che lascia basiti dentro e fuori il partito, anche perché la «consigliera» si fa pagare centinaia di euro l’ora per dispensare i suoi suggerimenti. A dirigenti e funzionari torna in mente la sobrietà di Enrico Berlinguer, che pur provenendo da una famiglia agiata non lasciava di certo trapelare con il suo comportamento un tenore di vita che lo distanziasse dai militanti. Certo, nessuno si aspetta che Schlein faccia voto di povertà, ma se il salario minimo è la tua bandiera, poi non puoi raccontare di spendere l’equivalente di un terzo del salario minimo per un’ora della tua consulente d’immagine.Fatta l’intervista, il peggio tuttavia doveva ancora arrivare. Quando l’altra settimana il maltempo si è scatenato sull’Emilia-Romagna, tutti si aspettavano che lei, ex assessore alla transizione ecologica della Regione, fosse in prima linea per partecipare ai soccorsi. Schlein a Bologna ha mosso i suoi primi passi politici, logico dunque aspettarsi che la segretaria mettesse da parte qualsiasi altro impegno per accorrere nelle zone alluvionate. E invece no: l’eroina dei compagni per giorni sembrava sparita, quasi che non fosse nemmeno in Italia. Mentre intere città finivano sott’acqua, la segretaria del maggior partito d’opposizione, nonché leader di una sinistra che governa la regione da sempre, è finita fuori dai radar, quasi non avesse nulla da dire. In effetti, se sei stata assessore alla transizione ecologica e vicepresidente, è difficile far finta di niente e presentarsi nei paesi allagati per farsi un selfie e attaccare il governo. Il rischio di venire mandati a quel paese da chi ha perso tutto per la burocrazia regionale o per l’opposizione della sinistra ambientalista esiste. Ma se sei cresciuta politicamente a Bologna, è anche difficile far finta di niente e girare al largo per evitare contestazioni. Nel dubbio, Schlein ha preso tempo e per quanto la grande stampa progressista abbia fatto di tutto per non ingigantire la questione, l’assenza si è notata e anche se la segretaria ha provato a metterci rimedio, resta il fatto che il presidente del Consiglio è rientrato dall’estero pur di visitare i luoghi colpiti dal maltempo. Così, con un’armocromista e una tempesta, le prime settimane non sono andate benissimo. A questo si è aggiunto il risultato delle comunali, che per il Pd si è rivelato una débâcle. L’unico successo della sinistra, a Vicenza, non lo si deve a lei, ma al candidato che non l’ha voluta al suo fianco temendo gli facesse perdere voti. Più che Elly Schlein, la neosegretaria può essere ribattezzata Elly Nein. Per lei non tira una buona aria, al punto che qualcuno si è spinto a ricordare i segretari che hanno gettato la spugna dopo una sconfitta. Da Massimo D’Alema che lasciò Palazzo Chigi dopo aver perso le regionali, a Walter Veltroni che gettò la spugna dopo aver perso consecutivamente Abruzzo e Sardegna, per finire a Renzi, dimessosi prima per la sconfitta referendaria, e poi per la batosta alle politiche. Schlein in fondo ha perso al primo turno e ora anche al secondo. Ma siccome non c’è due senza tre, non resta che attendere e le dimissioni potrebbero arrivare anche prima del 2024.