2020-11-24
Per il super manager inchieste eccellenti e pioggia di incarichi
Appena chiesta l'archiviazione per il crac di Alitalia. Respinto l'arresto per le consulenze Acea. L'incontro con Alberto Bianchi.La relazione tecnica sull'ex compagnia di bandiera mette nel mirino la cessione di Loyalty a Etihad.Lo speciale contiene due articoli.Gianni Mion lascia il posto a Enrico Laghi che sarà il nuovo presidente di Edizione, la cassaforte della famiglia Benetton, con il mandato di «supportare il consiglio nella prosecuzione e consolidamento di un percorso di rinnovamento e rafforzamento della strategia sociale». Del resto, il curriculum del dottor Laghi è fittissimo: è stato professore di economia aziendale alla Sapienza di Roma e docente alla scuola di polizia tributaria della Guardia di finanza, ex commissario Ilva e Alitalia, è passato dalle file Telecom, Pirelli, Seat pagine gialle, Gruppo Espresso, Finmeccanica, Tirrenia, Finnat, la Rai e perfino del Coni. Ex presidente di Midco, la società che deteneva il 51% del capitale di Alitalia sai, ex consigliere Cai (la società che nel 2009 fece rinascere proprio l'Alitalia commissariata) e anche ex membro del collegio sindacale di Unicredit, già azionista di Alitalia. Si è attivato come advisor anche sul dossier Salini-Astaldi, è entrato in gioco nella realizzazione del progetto MilanoSesto e pure nell'arbitrato tra i due rami della famiglia Caprotti per definire il valore di Esselunga.Ricoprire molte cariche grazie alla indiscutibile competenza per Laghi ha comportato molti onori ma anche molti oneri e il ritrovarsi coinvolto in vicende giudiziarie. Come è successo per il crac Alitalia, di cui è stato commissario: solo pochi giorni fa la Procura di Civitavecchia ha chiesto l'archiviazione per alcuni indagati tra cui lo stesso Laghi in qualità di consulente incaricato e amministratore di Midco. Il suo nome compare anche negli appunti del presidente, l'avvocato Alberto Bianchi, messi agli atti dell'inchiesta sulla Fondazione Open. Il contesto storico cui vengono riferiti è quello della primavera del 2019 è quella in cui il Giglio magico si sta sfaldando mentre batte in ritirata. Bianchi, Marco Carrai e Luca Lotti stanno da una parte, Maria Elena Boschi, Matteo Renzi e il tesoriere del Pd Francesco Bonifazi da un'altra. Un lungo appunto di cinque facciate riporta i contenuti di una chiacchierata dell'avvocato fiorentino con Enrico Laghi (segnata come «EL 19/4/17»), che le Fiamme gialle sottolineano avrebbe toccato «diversi argomenti, personalità ed enti (fra l'altro viene fatto esplicito riferimento alla vicenda penale di Tiziano Renzi)». Il manoscritto riporta la stessa data riscontrata sull'agenda 2017 di Bianchi, all'appuntamento a Roma nel pomeriggio appunto del 19 aprile di quell'anno con Laghi collegato da una linea con il nominativo «Jandall» (probabilmente il gruppo indiano Jindal che al tempo faceva parte della cordata di AcciaItalia interessata ad acquisire Ilva insieme a Cdp, Arvedi e Del Vecchio). In quel momento Laghi, commissario straordinario dell'Ilva, è al centro di partite importanti. Il 2 maggio 2017 viene nominato dal Mise commissario Alitalia insieme a Luigi Gubitosi e Stefano Paleari. Il giorno dopo sul Corriere della Sera esce un commento firmato da Sergio Rizzo in cui vengono ricordati i suoi 24 incarichi, tra cui 10 da commissario, altri quattro da liquidatore, tre da presidente del consiglio di amministrazione, cinque da consigliere, uno da presidente del collegio sindacale e uno da semplice sindaco. Qualche ora dopo sull'agenzia Ansa viene fatto filtrare che ha rassegnato le dimissioni da Midco e Cai il 26 aprile, mentre il 2 maggio ha rimesso il proprio incarico in Unicredit. Nell'agenzia si precisa inoltre che il ruolo di liquidatore di Lkts è in totale esaurimento e che Laghi è presidente di Beni stabili, membro del cda di Burgo group nonché presidente del collegio sindacale di Acea.Proprio le vicende del colosso dell'energia e dell'acqua di Roma Capitale sono finite nel mirino di un pm della Capitale che nel dicembre 2018 chiese i mandati di arresto per tre professionisti, tra cui Laghi. Ma il capo della Procura di Roma Giuseppe Pignatone e i suoi vice negarono il visto. La storia emerge dalle carte depositate a Perugia nell'inchiesta Palamara e ruota intorno all'esposto che l'allora pm romano Stefano Fava aveva presentato al Consiglio superiore della magistratura contro Pignatone. All'origine dei dissidi un'inchiesta per cui Fava aveva proposto ai suoi superiori misure cautelari per ventotto soggetti, tra cui l'avvocato Luca Lanzalone e due commercialisti: Laghi e Corrado Gatti, a quel tempo, tra i vari incarichi, presidente del collegio sindacale di Alitalia. Ma quali erano le ipotesi accusatorie di Fava? Il collegio sindacale di Acea avrebbe affidato due consulenze fotocopia a una società di revisione internazionale e a un commercialista pugliese. Ma quest'ultimo sarebbe stato ingaggiato in cambio di favori. A decidere di dare quegli incarichi gemelli sarebbero stati l'ex presidente Lanzalone, sponsorizzato dai 5 stelle e coinvolto anche nell'inchiesta sullo stadio della Roma, Laghi e Gatti (rispettivamente ex presidente del collegio dei sindaci e sindaco di Acea). Il beneficiario sarebbe stato, invece, Marco Lacchini, commercialista leccese trapiantato a Roma. Per tutti e quattro Fava chiese le manette. Alla fine, però, i procuratori aggiunti Rodolfo Sabelli e Paolo Ielo non hanno apposto l'assenso e Pignatone ha tolto il fascicolo a Fava. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/per-il-super-manager-inchieste-eccellenti-e-pioggia-di-incarichi-2649020325.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="conflitto-di-interessi-del-commissario" data-post-id="2649020325" data-published-at="1606162391" data-use-pagination="False"> «Conflitto di interessi del commissario» È a suo modo storica la richiesta di archiviazione che la Procura di Civitavecchia ha chiesto per Enrico Laghi, ex commissario di Alitalia e ora prossimo a diventare presidente della holding Edizione dei Benetton. Perché è difficile ritrovare un caso in cui la Procura sconfessa di fatto i consulenti tecnici che ha scelto (e pagato) per capire dopo mesi di indagini come mai la nostra compagnia di bandiera si ritrovi ormai da decenni sempre sull'orlo del fallimento. E invece, leggendo la richiesta di archiviazione firmata dal procuratore capo Andrea Vardaro, sembra quasi che in questi anni dentro Alitalia non sia successo nulla di particolare e che tutto sia stato fatto nel massimo della «trasparenza» e della «legalità». Ora spetterà al giudice decidere se archiviare o meno la posizione di Laghi e degli altri indagati. Nelle 33 pagine vengono a cadere le accuse di bancarotta, falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza. Viene evidenziata in appena tre pagine la tesi accusatoria contenuta nella relazione tecnica scritta da Ignazio Arcuri e Stefano Martinazzo. Mentre la parte di difesa di Laghi occupa quasi dieci pagine dell'intera richiesta di archiviazione. Nel testo non si fa riferimento al possibile conflitto di interessi dell'ex commissario di Alitalia. Eppure era uno dei punti principali della relazione tecnica, che puntava il dito sul piano industriale 2015-2018, dove risultavano perdite pari a 198 milioni di euro invece di 335 milioni. Proprio allora, scrivevano Arcuri e Martinazzo, sarebbe stato falsato il mercato, anche grazie all'operazione Alitalia loyalty, il programma Millemiglia ceduta a Etihad per circa 13,3 milioni di euro. Un valore che si sarebbe rivelato «falso e frutto di un irragionevole e arbitrario uso della discrezionalità valutativa». Il prezzo sarebbe stato di almeno 150 milioni di euro, come da bilancio Alitalia cai del 2013. «Gli scriventi», si legge nella relazione, «non possono omettere di formulare alcune considerazioni sul ruolo assunto da Enrico Laghi e sui motivi per i quali quest'ultimo, al momento della redazione del parere sui criteri di allocazione degli asset conferiti da Alitalia cai, non fosse esente da conflitti di interessi». Del resto Laghi in quel momento ricopriva la carica di consigliere di Alitalia cai (società detentrice del 100% del capitale di Midco) e di presidente del consiglio di amministrazione di Midco (società detentrice del 51% di Alitalia sai). Per di più Laghi «aveva collaborato con il management di Alitalia cai e Deloitte per la redazione della situazione patrimoniale consolidata e individuale di conferimento (“carve out") al 30 settembre 2014 (approvata da Alitalia cai in data 17 dicembre 2014), così come emerge da una email del 5 dicembre 2014, prodotta al procedimento penale dalla società di revisione Deloitte, inviata da Gianfranco Recchia a Alessandro Repetto, Stefano Dell'Orto e Domenico Falcone […]». Non solo. Sempre Laghi «ha effettuato alcune consulenze ad Alitalia cai nell'ambito degli accordi strategici che hanno avuto nel Tia dell'8 agosto 2014 la regolamentazione legale. Ne è un esempio l'assistenza prestata nel luglio 2014 per la transizione allo Ias 17». Lo stesso ex commissario «ha collaborato attivamente nella revisione dei documenti allegati al Tia (Transaction implementation agreement) negli accordi con Etihad, come emerge da una email avente ad oggetto “Az/Ey - Piano di lavoro" inviata il 15 luglio 2014 da Stefano Cacchi Pessani nella quale è specificato: “La misteriosa sigla “Pl" che appare qua e là nel documento è da intendersi - credo e comunque assumo - riferita a “Professor Laghi"». Per di più Laghi è stato uno dei principali advisor di Alitalia cai per la redazione del piano asseverato dal professore Maurizio Dallocchio. Ciò emergerebbe da molteplici messaggi di posta elettronica nei quali si evincerebbe il ruolo attivo di Laghi. E ancora ha coadiuvato Alitalia cai nel fornire supporto ai periti estimatori del valore del ramo oggetto di conferimento Gabriele Villa e Silvano Corbella, essendo stato egli stesso in un primo momento indicato come perito come si evincerebbe dai verbali dei consigli di amministrazione del 6 giugno 2014 e dell'8 luglio 2014. E infine è stato è stato incaricato da Alitalia cai nel giugno 2014 «quale consulente tecnico di parte nell'arbitrato contro Toto holdings spa. Per di più lo stesso Laghi è intervenuto nell'assemblea del 29 aprile 2016 in qualità di rappresentante legale della società Midco approvando il bilancio di esercizio di Alitalia sai al 31 dicembre 2015 dal quale risulta una perdita di esercizio per 408.138.860 euro. «Come evidenziato nel prospetto di raccordo tra il risultato d'esercizio e quello consolidato, buona parte di tale perdita è stata rettificata proprio grazie al provento straordinario rilevato in seguito alla cessione del 75% di Alitalia loyalty». Non sono finite qui le capriole di Laghi. Perché è sempre lui come commissario di Alitalia sai a spiegare le buone ragioni dell'operazione nella relazione sulle cause di insolvenza. Insomma Laghi fa, disfa e si autocontrolla anche. La Procura di Civitavecchia invece di indagarlo poteva prima ascoltarlo. Avrebbe risparmiato soldi dei cittadini per la consulenza tecnica.