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Per fare geopolitica investiamo 61 miliardi

  • Dal 2011 a oggi la controllata di Cdp raddoppia il perimetro di attività, soprattutto nelle zone a rischio. Siamo sempre indietro rispetto a Francia e Germania, ma nel Maghreb e in Medioriente a dispetto della vulgata il sistema Italia cresce a piccoli passi.
  • Strategie e garanzie in denaro per bilanciare l'avanzata di altri Paesi. Dei circa 46 miliardi di euro che il sistema Paese ha investito all'estero solo una parte ricade sotto le ali della protezione pubblica.
  • Germania: malattia e cura del nostro export. Un passaggio significativo nel rapporto annuale Sace è quello legato al rapporto tra economia italiana ed economia tedesca. Legame tante volte letto – dagli eurolirici ortodossi – in termini positivi, ma che stavolta si mostra anche nel suo aspetto negativo: la frenata tedesca come causa del conseguente rallentamento italiano.
  • In 7 anni quintuplicate le risorse destinate al continente africano. Nell'area subsahariana, gli investimenti delle aziende passano da 700 milioni a 3,5 miliardi. Le garanzie pubbliche sul Maghreb salgono dal 17 al 26% dell'esposizione. Strategia? Riprendere terreno in Libia e Algeria.
  • Con l'attività di recupero crediti riportati nelle casse 32,5 milioni. Il gruppo controllato da Cassa depositi e prestiti affianca le aziende anche in caso di problemi nei pagamenti. Disponibili sia pacchetti online per piccole somme, sia piani su misura.

Lo speciale comprende cinque articoli.

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Edicola Verità | la rassegna stampa del 18 dicembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 18 dicembre con Flaminia Camilletti

Meloni detta la linea in Aula: «Con Kiev, ma senza soldati. Asset russi? Valutiamo bene»
Giorgia Meloni (Ansa)
Nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, il premier spiega: «Fra Usa e Ue c’è clima unitario, non siamo competitor, anche se ci sono delle prospettive diverse».

Felpata nella strategia, assertiva nei toni, Giorgia Meloni tiene le consuete comunicazioni davanti al Parlamento in vista del delicatissimo Consiglio europeo di oggi e domani. La posizione del governo italiano è di totale sostegno all’Ucraina, di fermissima condanna delle azioni della Russia, ma anche di estrema cautela sul tema dell’utilizzo degli asset russi. Inoltre, ancora una volta si tiene fermo il punto: nessun soldato italiano metterà piede in Ucraina. Neanche a dirlo, alla Camera la Meloni insiste sulla necessità di non divaricare (o almeno non troppo) le posizioni di Europa e Stati Uniti. «Nella serata di lunedì», sottolinea la premier, «ho partecipato al vertice di Berlino, insieme al presidente Zelensky, a diversi colleghi europei, e ai negoziatori americani Steve Witkoff e Jared Kushner, in un clima costruttivo e unitario che vale la pena di sottolineare.

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Torna il Natale nel paese dove nacque Gesù
Getty Images
La Terra di Cristo è ferita dai segni del conflitto: pochi turisti, strade vuote, disoccupazione a livelli altissimi. Eppure, a Betlemme si rivedono piazze vivaci, luminarie e un Santa Claus che vende cappelli: «Venite qui anche se il 7 ottobre ha cambiato ogni cosa».

Matteo Carnieletto da Betlemme, Cisgiordania

Sono i segni della guerra ad accoglierti all’aeroporto di Tel Aviv. Le colonne che dividono gli spazi all’interno dell’edificio sono piene di adesivi. Volti che non ci sono più. Sono soprattutto di giovanissimi, uccisi il 7 ottobre di due anni fa. Oppure durante la guerra contro Hamas a Gaza. Anche gli aranci che erano stati piantati a circa 200 metri dall’aeroporto non ci sono più. Al loro posto terra divelta e scura. Niente frutti, per ora. Soltanto il ricordo di un missile lanciato dagli Houthi qualche mese fa e arrivato pericolosamente vicino all’aeroporto.

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Non solo si introducono un revisore dei conti e un certificatore della sicurezza, ma si prevede che al posto degli inquilini morosi sborsino quelli in regola. La soluzione è un’altra: pignorare i locali di chi non è a norma.

Quando la politica mette mano alla casa c’è sempre da preoccuparsi. Ancora oggi i proprietari si leccano le ferite per quella simpatica tassa introdotta da Mario Monti con la scusa di rimettere in ordine i conti: l’Imu, una patrimoniale vera e propria che colpisce chiunque di abitazioni ne possegga due, compresa quella ereditata dai genitori o mantenuta nel paese in cui si è nati. Né si può dimenticare quando, con la scusa di aggiornare i dati, vari governi, come quello presieduto da Mario Draghi, hanno provato a rivedere le rendite catastali, il che ovviamente avrebbe significato un aggravio per le tasche delle famiglie. Adesso, a introdurre quella che non è una tassa ma rischia comunque di trasformarsi in una spesa in più per decine di migliaia di condomini, è l’attuale maggioranza che, con una geniale intuizione, si prepara a rivedere le norme che regolano la vita di chi vive in appartamento. Prima firmataria della riforma è Elisabetta Gardini, parlamentare di Fratelli d’Italia.

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