2021-03-24
Pd federalista? Solo se non governa
Ora che ha in mano poche amministrazioni, la sinistra si riscopre centralista. Quando era presente sul territorio però corteggiava Umberto Bossi e riformava il Titolo V della Carta.A dispetto di tutti i vari fervorini che abbiamo sentito dall'inizio dell'emergenza Covid a oggi, sulla necessità di lavorare tutti insieme per il bene del Paese e, quindi, andare oltre agli interessi del singolo partito, ebbene, nonostante questo, i partiti hanno continuato e continuano a fare politica anche durante la pandemia. Non che la cosa ci meravigli essendo che non apparteniamo alla categoria di quelle anime belle che a voce si scandalizzano di tutto e poi nella pratica fanno peggio degli altri. Il punto è il seguente: Mario Draghi sta cercando, per la verità con molta difficoltà e in tempi prevedibilmente non tanto brevi, di mettere in ordine i vaccini. Per fare questo, anche a partire dal fallimento registrato in Lombardia nelle prenotazioni e poi addossato alla società Aria, si sta decidendo di centralizzare il tutto e cioè non accedere più a piattaforme regionali o locali ma a una unica piattaforma nazionale che gestisca tutta la campagna vaccinale. Lasciateci esprimere una qualche perplessità sia per i tempi che questo richiederà, sia per il fatto che non siamo sicuri che centralizzando la burocrazia e l'organizzazione esse possano diventare, come per magia, efficienti. Certo, le Poste italiane hanno una struttura capillare, rodata e con una tradizione non indifferente, anche se negli anni gli hanno fatto fare un po' di tutto. Comunque, staremo a vedere. Il problema vero è che siamo molto in ritardo con il piano vaccinale, soprattutto nei confronti degli anziani.Ma torniamo alla politica. La sinistra si è pronunciata indefettibilmente a favore di una centralizzazione a sfavore delle Regioni (tesi che tra l'altro circola anche tra i 5 stelle) e a favore - viceversa - di un ritorno alla gestione romana di tutta la faccenda. In effetti questa sinistra è un po' strana perché va pur sempre ricordato che nel 2001, in fretta e furia, e pasticciando molto, fu proprio lei a riformare il Titolo V della Costituzione che riguarda proprio, tra l'altro, le Regioni nei loro rapporti con lo Stato nelle suddivisioni di ruoli, funzioni e poteri. A quel tempo la sinistra era piuttosto federalista. Come non ricordare la visita al congresso della Lega, Umberto Bossi regnante, di Massimo D'Alema che sostanzialmente disse ai militanti, tra fischi vari, che era uno di loro? E come non ricordare gli ammiccamenti del suo partito a una possibile alleanza con la Lega antiberlusconiana, quella del berluskaiser inventata da Bossi stesso. Del resto, avevano in mano molte Regioni che non hanno più e quindi pensavano di dar loro più poteri. Oggi la situazione è diversa. Quattordici Regioni su 20 sono in mano al centrodestra e, guarda un po' che strano, la sinistra è tornata centralista. Insomma, al governo è centralista, con il governo delle Regioni è federalista. Una visione politica alta, che si staglia in modo netto nel panorama della storia delle idee politiche e soprattutto nella storia del federalismo e della dottrina dello Stato. Potremmo definirla l'ideologia della geolocalizzazione. A seconda di dove sono scelgo e perseguo l'idea di Stato che mi fa più comodo. Se sono a Roma tutto a Roma, se a Roma ci sono gli altri, tutto alle Regioni. Per carità, non facciamo le verginelle neanche in questo caso, è sempre successo che anche le leggi elettorali siano state stiracchiate da una parte e dall'altra, a cominciare dalla legge Acerbo del 1923. E via di questo passo. Ora, una cosa è stiracchiare a proprio favore e tirare il lembo della giacca delle istituzioni secondo il proprio tornaconto. Altra cosa è cambiarla proprio la giacca e indossarne una o un'altra a seconda del tempo e del potere che si ha. Ma così va il mondo.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».