2022-04-06
Pd e Cgil cucinano il menù per Draghi. Più tasse e sussidi, sfratti vietati
I dem, con la sponda dei grillini, cercano di dettare la linea sul nuovo Def. Su 25 miliardi, al massimo 10 arriveranno da deficit aggiuntivo. E gran parte delle risorse è già «ipotecata» per i decreti energia.Oggi il cdm partorisce il Def, documento di economia e finanza. Rispetto alle previsioni, i conti sono in gran parte da rifare. Nel quarto trimestre dello scorso anno l’Istat segnalava una forte riduzione del deficit delle pubbliche amministrazioni sceso al 3% anche grazie alla corsa delle entrate fiscali che hanno ampiamente compensato le uscite. In questo quadro il potere d’acquisto delle famiglie è rimasto fermo malgrado un lieve miglioramento del reddito disponibile. Sul fronte delle entrate e quindi delle imposte il trend rimane in decisa crescita come confermano i dati diffusi ieri dal Mef e relativi ai primi due mesi di quest’anno. A gennaio-febbraio le entrate tributarie ammontano infatti a circa 79 miliardi. Nel solo mese di febbraio le entrate sono cresciute del 21,3%. Complessivamente nell’ultimo trimestre del 2021 la pressione fiscale complessiva è arrivata al 51,8%. Un dato che messo di fonte al flagello dell’inflazione (che ormai viaggia sull’otto% reale) non è più sostenibile. Purtroppo, però, la compagine di governo non sembra per nulla disposta a rivedere a breve il sistema di prelievo. Anzi il modello sostenuto da mezzo Pd e dai sindacati è l’esatto opposto. Basta leggere le dichiarazioni di Antonio Misiani, responsabile economico del Nazareno, per comprendere l’avvio delle danze. «Lo scostamento non può e non deve essere un tabù. se serve, andrà deciso», ha detto facendo subito capire che servirà per finanziare altro reddito di cittadinanza, aiuti alle famiglie e sostegni per le bollette. Sacrosanto per carità, prima però bisogna svelare le carte. Dal momento che i margini sono minimi è bene dire subito chi sarà la vittima di una manovra di metà anno che sarà imbastita su un po’ di deficit e su una grande fetta di nuove imposte. Il segretario della Cgil che in questa partita fiscale fa come sempre il «poliziotto cattivo» si spinge oltre. «Siamo di fronte a una situazione peggiore di quella di qualche anno fa, quando c’era la pandemia e dobbiamo esserne consapevoli. Non è il momento di fare tagli alla spesa pubblica. Anzi, io penso che sia il momento di uno scostamento bilancio, altrimenti andiamo verso una situazione sociale esplosiva», ha detto in radio Maurizio Landini, «Serve una moratoria sui mutui come con il Covid, bisogna impedire il via libera agli sfratti, rispetto al caro vita c’è bisogno di portare soldi in busta paga e nelle pensioni a partire da redditi più bassi».La sinistra con poche frasi ha fatto la sintesi e inviato la propria missiva a Mario Draghi il quale tanto più la situazione è delicata quanto più subirà la mossa di Pd e Cgil con un appoggio esterno dei 5 stelle che, ottenuto il cashback delle detrazioni (in sede di delega fiscale), sembrano disposti a qualunque tipo di Def. Dei 25-26 miliardi che potrebbero essere disponibili, grazie all’eredità della positiva performance dei conti pubblici nel 2021 e a un possibile mini scostamento di 8-10 miliardi, una buona fetta è già ipotecata dalla necessità di chiudere le coperture degli ultimi due decreti energia. Per cui non bisogna farsi ingannare dalle ottimistiche dichiarazioni del sottosegretario al Mef, Maria Cecilia Guerra: «Per fortuna il 2021 è andato bene, le entrate anche sono andate bene, pensiamo di poter confermare il calo del debito e avere uno spazio per un intervento di tipo espansivo: questo è determinato anche dall’inflazione che fa crescere il Pil nominale». Bisogna ricordare a Guerra e Misiani che gli effetti della crisi del 2021, compreso l’innalzamento dell’inflazione, non si sono ancora visti. Figuriamoci gli effetti della guerra. Per questo dobbiamo attenderci il peggio da questo Def. L’obiettivo è quello di recuperare altri fondi per i sussidi. Solo in parte ci sarà una copertura di deficit, il resto saranno nuove tasse. Non a caso la delega fiscale, il cui voto in Aula ieri è slittato, prevede la rimodulazione delle aliquote sui redditi mobiliari e da locazione. La tassazione dei Btp non sarà più al 12,5% ma al 15 e la cedolare passerà dal 10 al 15 o addirittura al 26%. Saliranno gli affitti? Per Landini non è un problema, tanto se l’inquilino non paga non potrà essere sfrattato. Lo scenario è quello di una violazione della proprietà privata a favore di classi che saranno in ogni caso impoverite dall’inflazione. Tremano i polsi ad ascoltare la ricetta del Pd e della Cgil. Al tempo stesso lo scenario di povertà è aumentato dalla questione energia. Landini sempre ieri ha detto che in dieci anni l’Italia non ha investito in rinnovabili. O mente o non sa nulla. In dieci anni l’Italia ha messo nelle fonti rinnovabili ben 85 miliardi. Il risultato è stato tenere in piedi un settore che non rende il Paese autonomo. Misiani sullo stesso tema ha proposto, per uscire dalla morsa del gas russo, più pannelli solari e rinnovabili. Ignora che la scelta ci renderebbe più dipendenti dalla Cina, leader della produzione di pannelli, e al tempo stesso più esposti ai black out. Eventualità che lo stesso Misiani non ignora. Infatti, nelle sue dichiarazioni aggiunge sempre una postilla che prevede minori consumi. Una fregatura, insomma, tenuta sotto traccia. Tra Def e delega fiscale bisogna stare attenti alle clausole. Gli effetti li vedremo a partire dal 2023. Mal comune non sarà mezzo gaudio.