2024-09-22
Il Papa riceve gli occupanti abusivi. A Trastevere mancava solo la Salis
Luca Casarini e gli attivisti dello SpinTime visitano Papa Francesco a palazzo San Calisto.Ciascuno ha i consiglieri che si merita, anche in Vaticano. Papa Giovanni XXIII poteva contare su un gigante della diplomazia come Loris Capovilla, papa Giovanni Paolo II su un braccio destro del calibro di Joseph Ratzinger. Papa Francesco ne ha addirittura due: Luca Casarini e don Matteo Ferrari. Gente pratica, che fiuta il vento. Qualche buco nel catechismo ma che importa. Anche ieri l’ammiraglio e il cappellano della Mediterranea Saving Humans erano in prima fila nella foto ricordo a palazzo San Calisto, nel cuore di Trastevere, durante la celebrazione del decimo anniversario dell’occupazione dello stabile di Santa Croce da parte del centro sociale SpinTime. Sono ricorrenze esaltanti, far passare sotto silenzio esempi così nobili di illegalità sarebbe delittuoso.Tutti sorridenti, soprattutto il pontefice, prodigo di parole dolci nei confronti dei leonka 2.0 in tuta e in tonaca, secondo il copione consolidato del pauperismo ecumenico, qui riassunto dal cardinale Michael Czerny, uno degli alti prelati che finanziavano la ciurma di Casarini: «È stata una festa per celebrare i movimenti popolari che hanno concretizzato il messaggio radicale di Gesù nel discorso delle Beatitudini: beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati». Fra gli affamati ci sarebbe anche l’Inpdap, proprietario del palazzo occupato (nove piani, 400 abusivi) e gli enti titolari delle utenze, ma non si possono sfamare proprio tutti. Di sicuro il summit ha allargato il cuore dell’occupatrice seriale Ilaria Salis e dell’Elemosiniere vaticano Konrad Krajewski, soprannominato «cardinal bolletta» dal giorno in cui riattaccò la luce tagliata per morosità proprio in quell’immobile santo senza spese condominiali. Dove fra ristorazione, discoteca, sala eventi e affitto riscosso dagli inquilini (la chiusura del cerchio), gli occupanti fanno affari per 250.000 euro l’anno.L’occasione dell’incontro era il simposio organizzato con la rete dei Movimenti Popolari Mondiali per ribadire le tre T della misericordia: «Tierra, Techo, Trabajo» (una terra, un tetto, un lavoro). Obiettivi di grande spessore che in teoria non comprenderebbero l’esproprio proletario, ma in questi casi sottilizzare significherebbe interrompere un’emozione. A costo di vedere strumentalizzate le sue buone intenzioni, secondo Vatican News il Papa ha incoraggiato la lotta contro le ingiustizie sociali, esortato a dare voce ai poveri «dai quali tutti dipendiamo, anche i ricchi». E infine ha rilanciato le proposte di un salario base universale e più tasse per i miliardari.Va notata l’irresistibile scalata all’interno delle gerarchie vaticane di don Ferrari, che da ex vicario nel Modenese è arrivato Oltretevere a vele spiegate a bordo della bagnarola di Casarini, finanziata dagli assegni benedetti. Il suo ultimo libro, Salvato dai migranti, è una summa di ciò che serve per farsi strada negli ambienti radical della Chiesa: terzomondismo, adesione rigorosa alla teologia della liberazione, deificazione delle Ong. Sacerdote dalle scarpe grosse ma dal cervello fino, Ferrari ha fatto il salto di qualità mettendo insieme migranti e centri sociali. Ha confezionato il volume in collaborazione con SpinTime e ha ottenuto la presentazione del Papa, diventando un intoccabile a 28 anni.«La delegazione di SpinTime è stata invitata a partecipare al simposio ed è stata fatta sedere alla destra e alla sinistra del Papa su esplicita volontà degli organizzatori dei Movimenti Popolari», tiene a precisare per far notare la posizione di privilegio. «La presenza di cinque abitanti e cinque attivisti al suo fianco mentre pronunciava il discorso ha dato concretezza alle sue parole». Un trionfo d’immagine. Ai primi di ottobre si replica al Sinodo dei vescovi, dove Casarini è stato invitato a fare passerella direttamente da Francesco. Diceva don Primo Mazzolari, prete partigiano, una delle figure più significative del cattolicesimo italiano: «Prima la giustizia, poi la carità». Tutto sbagliato, eppure non era un boomer.
Jose Mourinho (Getty Images)