2024-08-05
Il Papa tira il freno a Netanyahu. Nuovi piani di evacuazione in Libano
Bergoglio: «Le uccisioni anche mirate non possono mai essere una soluzione». L’Iran rifiuta i tentativi di accordo. Tajani invita i civili italiani a lasciare Beirut. Israele: «Un prezzo molto alto per ogni attacco».L’Iran ha respinto tutti gli sforzi degli Stati Uniti e dei diplomatici nel mondo arabo per moderare la risposta all’assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh e il numero due di Hezbollah Fuad Shukr, eliminati dagli israeliani negli scorsi giorni a Teheran e Beirut. Lo riferisce il Wall Street Journal. Secondo fonti a conoscenza dei dettagli, nei colloqui tenuti ieri gli iraniani avrebbero affermato: «Non ci interessa se la nostra risposta causerà la guerra in Medio Oriente» che è quello che gli iraniani volevano quando hanno deciso di attaccare (tramite Hamas) Israele il 7 ottobre 2023. È quindi destinato a cadere nel vuoto l’appello del G7 che ieri si è riunito in videoconferenza su iniziativa del ministro degli Esteri Antonio Tajani che è il coordinatore di turno del gruppo. L’Iran e i suoi alleati regionali hanno comunicato che condurranno «un attacco coordinato e su larga scala contro Israele come rappresaglia per l’uccisione di diversi leader dell’Asse della resistenza». I funzionari degli Stati Uniti e di Israele che stanno cercando di riattivare la coalizione regionale hanno affermato di aspettarsi che l’attacco dell’Iran contro Israele abbia luogo nella giornata di oggi. Ma c’è chi ritiene che l’Asse della resistenza potrebbe colpire nel giorno più triste del calendario ebraico, ovvero l’anniversario della Distruzione del Tempio, chiamato Tisha B’Av, che quest’anno cade tra il 12 e il 13 agosto. Quello che è certo è che i vertici della Repubblica islamica iraniana hanno incontrato alti funzionari dell’Asse della resistenza, molti dei quali erano già a Teheran per l’insediamento del presidente iraniano Masoud Pezeshkian, al fine di coordinare il loro attacco congiunto che potrebbe comprendere anche attacchi a singole personalità israeliane in tutto il mondo. Quello che Israele si aspetta è un attacco simile ma di maggior portata rispetto a quello con droni e missili che l’Iran ha lanciato contro Israele nell’aprile 2024 che, come è noto, non ha imposto nessun costo significativo allo Stato ebraico. Teheran aveva modellato il suo attacco su quelli russi in Ucraina e ha osservato come le forze russe combinano droni e missili contro obiettivi ucraini. Secondo l’Institute for the study of war, «i leader iraniani, in questo scenario, potrebbero aumentare il numero di proiettili lanciati contro Israele, sparandone di più dall’Iran, dai Paesi circostanti o da entrambi. Hezbollah, gli Huthi e le milizie sostenute dall’Iran in Iraq e Siria potrebbero effettuare attacchi simultanei per mettere ulteriormente a dura prova le difese aeree israeliane». Secondo quanto riportato da alcuni media internazionali la Russia sta aiutando l’Iran a dotarsi di nuove armi in vista di una possibile guerra contro Israele. Mosca avrebbe infatti dispiegato sistemi avanzati di guerra elettronica in Iran, compresi quelli capaci di danneggiare o interrompere i sistemi militari fino a una distanza di 5.000 chilometri. Gli israeliani che hanno fatto tesoro del precedente attacco dell’Iran ostentano sicurezza, come fatto dal ministro della Difesa Yoav Gallant che al Times of Israele ha detto: «Al nemico la faremo pagare, come abbiamo fatto negli ultimi giorni. Se oserà attaccarci, la pagherà cara. Siamo molto ben preparati nella difesa, a terra e nei cieli, e siamo pronti a muoverci rapidamente per attaccare o rispondere». Ma la sensazione è che questa volta potrebbero verificarsi danni e numerose vittime e da qui la reazione israeliana di pari livello se non superiore. Vista la gravità della situazione il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha invitato «gli italiani che soggiornano temporaneamente in Libano a rientrare in Italia con voli commerciali il più presto possibile». Sono circa 3.000 i civili italiani attualmente presenti in Libano, oltre ai più di 1.000 militari impiegati nella missione Unifil. Inoltre, circa 200 italiani si trovano a Beirut nell’ambito della missione bilaterale Mibil. Poco prima della riunione di governo nel commentare l’attentato avvenuto ieri a Holon, dove un palestinese identificato in Amar Razak Kamel Odeh ha accoltellato quattro persone in un parco uccidendone due, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che «Israele chiederà un prezzo molto alto per qualsiasi attacco contro il Paese». Secondo i media israeliani durante l’attacco la leadership israeliana seguirà il conflitto da un bunker equipaggiato con un sistema di comando e controllo collegato al quartier generale del ministero della Difesa a Tel Aviv. Ieri sono proseguiti i combattimenti nella Striscia di Gaza e l’esercito israeliano ha comunicato che un gruppo di miliziani di Hamas, operante da due scuole di Gaza city, è stato colpito nel pomeriggio da aerei militari israeliani mentre nella stessa operazione è stato eliminato il viceministro dell’Economia di Hamas Abdel-Fattah Al-Zuraiki. L’Aeronautica militare israeliana su Telegram ha reso noto di «aver colpito il lanciatore di Hezbollah nel Sud del Libano da cui, durante la notte, sono stati lanciati circa 30 razzi che hanno attraversato il confine, la maggior parte dei quali è stata intercettata». Il momento è drammatico, lo mostra il fatto che stamattina arriverà in Israele il generale Michael Erik Kurilla, capo del Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom), per completare i preparativi con le Forze di difesa israeliane per difendersi dal previsto attacco iraniano. Dell’imminente conflitto ha parlato anche papa Francesco, che ha attaccato Netanyahu: «Seguo con preoccupazione quanto sta accadendo in Medio Oriente e auspico che il conflitto, già terribilmente sanguinoso e violento, non si estenda ancora di più. Prego per tutte le vittime, in particolare per i bambini innocenti», ha detto, per poi aggiungere: «Gli attacchi, anche quelli mirati, e le uccisioni non posso mai essere una soluzione, non aiutano a percorre il cammino della giustizia, il cammino della pace. Ma generano ancora più odio vendetta». Infine, come vi abbiamo anticipato ieri, la nomina di Khaled Mashaal come successore di Ismail Haniyeh sta creando scompiglio all’interno di Hamas. Secondo il canale di informazione saudita Alhadath, il capo militare di Hamas Yahya Sinwar ha espresso il suo disaccordo sulla nomina di Mashaal che è espressione della Fratellanza musulmana di Qatar e Turchia «perché vuole qualcuno con un rapporto più stretto con la leadership iraniana».
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)
Francesca Albanese (Ansa)