2023-12-07
«Il Papa epura in barba al diritto canonico»
Nel riquadro a sinistra padre Gerald Murray. A destra Papa Francesco (Ansa)
Padre Gerald Murray, massimo esperto statunitense: «L’allontanamento del vescovo Strickland è arbitrario, quello di Burke non ha spiegazioni ufficiali. Il cardinale Hollerich dice che la fede cattolica si sbaglia sui gay? È un sovversivo e deve dimettersi. Eppure è tollerato e promosso».L’impressione che in Vaticano ormai detti banco l’agenda «liberal» è sempre più diffusa negli ambienti ecclesiali. Dopo il vescovo Joseph Strickland, che ha parlato di «influencer» del Papa dediti a promuovere un preciso programma, ad affrontare l’argomento è uno dei massimi esperti di diritto canonico - lo statunitense padre Gerald Murray - con il quale in questa intervista esclusiva partiamo proprio dal recente allontanamento di Strickland dalla sua diocesi in Texas.Le circostanze di tale rimozione hanno stupito non pochi: da canonista, quale è la sua opinione in merito? «Ho delle obiezioni sia sulla procedura sia sulla sostanza: innanzitutto perché il Papa ha rimosso Strickland senza ricorrere a un processo canonico, con cui si garantisce siano rispettate giustizia e correttezza in casi di tale gravità. Secondo il diritto canonico, un vescovo non può essere rimosso perché il Papa non è d’accordo con qualcosa che ha detto, ma solo se ha commesso un crimine canonico e qui non ci sono le prove che questo sia successo: non è stato denunciato alcun crimine canonico, né c’è stato un decreto che lo accusi in tal senso e non ci sono le evidenze che sia stata seguita la procedura canonica. Per tutti questi motivi, tale destituzione è molto preoccupante, è un danno sia per il vescovo Strickland sia per la Chiesa».Però ci sono dei casi in cui il Papa può dispensarsi dalle disposizioni previste dalla legge della Chiesa. «Può, in forza della sua autorità suprema nella Chiesa; ma se si dispensa, è tenuto a dirlo e a esprimere le ragioni della sua dispensa mediante decreto scritto, cosa che non è accaduta. Altrimenti la decisione appare arbitraria».Strickland ha parlato di un «programma» di alcuni ambienti vaticani che è in contrasto con il Vangelo e il deposito della fede. Lo ravvisa anche lei? «Ci sono alcune persone, scelte dal Papa e che lavorano a stretto contatto con lui, che dissentono dal vescovo Strickland su certi temi e le quali, possiamo immaginare, nel parlare di lui con il Papa sono state fortemente critiche. Il Papa stesso, lo scorso agosto durante la Giornata mondiale della gioventù, rispondendo ai confratelli gesuiti sugli Stati Uniti è stato molto critico: ha parlato di “attitudine reazionaria” e di “indietrismo”, dicendo che trova dei difetti in taluni; immagino si riferisse anche al vescovo Strickland visto quello che gli è successo. Penso che Strickland abbia ragione e noto che certe persone che aveva stigmatizzato - come i vescovi europei favorevoli alla benedizione delle unioni omosessuali - sono ancora in carica, laddove lui è stato rimosso. A quanto pare alcune affermazioni dei vescovi provocano ansia al Papa mentre altre no».In Germania il Cammino sinodale ha approvato la benedizione delle coppie omosessuali, che resta proibita per la Chiesa universale. Francesco stesso si era detto preoccupato che nell’esperienza tedesca prevalesse l’ideologia. Come si dirime dal punto di vista canonico la questione? «Nella storia della Chiesa non si è mai verificata una benedizione di coppie omosessuali. Alcuni vescovi tedeschi, e altri, hanno spinto in questa direzione; la Santa Sede ha allora emesso un documento, di cui il Papa ha approvato la pubblicazione, che ribadiva come non fosse possibile. Successivamente, ai dubia sollevati da alcuni cardinali su questa e altre questioni, la risposta del Papa e del cardinale Fernandez è stata che i pastori devono trovare il modo di benedire le persone in maniera tale che questo gesto non sia confuso con una benedizione matrimoniale. Secondo me è senza senso perché se due persone sono apertamente coinvolte in una relazione omosessuale, benedirle insieme conferisce l’impressione, se non l’intenzione, di benedire la loro relazione. Penso, dunque, che si sia trattato di una risposta sbagliata da parte del Papa, che ha creato confusione. Tanto che in Germania il vescovo di una diocesi, su queste basi, ha autorizzato i suoi sacerdoti a benedire le coppie omosessuali; il vescovo di Berlino lo aveva fatto ancora prima che i dubia fossero pubblicati e nessuno dei due è stato rimosso. Quando la gente dice che, sul tema, la Santa Sede è poco chiara, ha ragione: chi è critico nei confronti delle benedizioni delle coppie dello stesso sesso viene punito o messo da parte, mentre chi le autorizza resta al potere».In una recente risposta del dicastero per la Dottrina della Fede riguardo alla possibile partecipazione ai sacramenti del battesimo e del matrimonio da parte di persone transessuali e omosessuali, qualcuno vede un ribaltamento della dottrina cattolica. Come stanno le cose? «Ci sarebbero molte cose da obiettare riguardo quel documento del cardinale Fernandez (il prefetto del dicastero, ndr) che è stato approvato anche da papa Francesco. Vi si afferma, per esempio, che i transessuali possono fare i padrini. Adesso vedremo lo spettacolo di uomini vestiti da donna che pretendono di essere madrine. Il ruolo di padrini e madrine è quello di assistere i genitori a crescere i figli nella fede, di insegnare loro la dottrina cattolica a parole e con l’esempio, di incoraggiarli a essere dei fedeli cattolici; ma è per definizione impossibile che chi rifiuta la propria natura, creata da Dio maschile o femminile, rappresenti per i figliocci un buon esempio e un incoraggiamento nella fede. Un uomo che sostiene di essere una donna, si sottopone a mutilazioni e poi chiede il battesimo, deve pentirsi per aver fatto una cosa oggettivamente sbagliata. C’è, poi, la questione della possibilità di battezzare il bambino che una coppia omosessuale ha adottato o ottenuto attraverso l’utero in affitto: anche qui la risposta non è chiara, visto che si dice semplicemente che il battesimo viene dato quando vi è una fondata speranza che il bambino sarà educato nella religione cattolica: ma questo come può avvenire con due persone che rifiutano l’insegnamento cattolico sull’immoralità dell’omosessualità?».La Chiesa sta attraversando un momento di profonde divisioni e trasmette un’idea di conflittualità e confusione. Come ritrovare un’unità sostanziale preservando la diversità dei carismi? «L’unità è in Dio ed è basata sulla verità della Rivelazione, che va abbracciata. Quindi, la nostra unità esiste nel professare la fede che abbiamo in comune e nel vivere secondo il suo insegnamento; il che non significa che saremo sempre perfettamente obbedienti a Dio ma che ci sforzeremo di esserlo e riconosceremo la necessità di esserlo. Questo può solo accadere quando i pastori insegnano la fede e chiamano i fedeli a viverla secondo la verità insegnata. Non certo quando si trasmettono due insegnamenti contraddittori allo stesso tempo: non si può dire che le unioni omosessuali sono immorali e poi benedirle. È illogico ed è un’offesa a Dio poiché la sua legge non permette affermazioni che si contraddicono. I vescovi tedeschi che hanno autorizzato la benedizione di matrimoni omosessuali, per esempio, non sono in comunione di fede con il Papa o con la gerarchia poiché nessun cattolico è autorizzato da Cristo a fare qualcosa di immorale, né tanto meno un vescovo può insegnare a far qualcosa di immorale. Spero che la Santa Sede vorrà richiamare questi vescovi all’unità della fede. Il relatore generale del Sinodo, cardinale Jean-Claude Hollerich, ha dichiarato che l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità è sbagliato e falso. Questo è assurdo. Se lo pensa veramente dovrebbe dimettersi, visto che non accetta la fede cattolica: è un sovversivo che cerca di minare la fede dall’interno, eppure è tollerato e financo promosso. Questo tipo di cose spiega il grande malumore che c’è nella Chiesa».Al cardinale Burke sono stati revocati casa e stipendio per avere seminato «disunione» nella Chiesa. Cosa pensa di questa decisione? «La Santa Sede non ha fatto alcun annuncio ufficiale su questo. Lo sappiamo attraverso rivelazioni giornalistiche che riportano che il Papa non ha mai definito il cardinale Burke “nemico” ma che lo ritiene una fonte di disunione e in virtù di ciò ha preso questa decisione. Da canonista mi dico che, trattandosi di una emanazione legale, andava resa nota pubblicamente; e poi che, siccome Burke ha superato i 75 anni e non governa alcun dicastero né ha un ruolo dirigenziale presso la Santa Sede, gli è stata di fatto tolta la pensione, che è una compensazione differita dovuta dal datore di lavoro. Lo stesso vale per la revoca dell’abitazione. Se si sostiene che Burke avrebbe promosso la disunione nella Chiesa, la domanda è: quando, come e perché? Cosa avrebbe detto che il Papa ha trovato obiettabile? Sono tutte domande che restano senza risposta in mancanza di una chiara spiegazione. Non mi pare sia stato un modo giusto di agire».La forma sinodale è sempre più presente nell’organizzazione ecclesiale: cosa succederebbe se il modello del Sinodo fosse usato per il conclave? «Qualche settimana fa girava la voce che il Papa avrebbe cambiato le regole del prossimo conclave, includendo i laici nella votazione per il nuovo pontefice. Spero che non accada perché sarebbe una violazione del giusto ordine nella Chiesa: il collegio cardinalizio che elegge il Papa è un’istituzione antica e venerabile, fondata per assicurare la stabilità della Santa Chiesa Cattolica e garantire una libera elezione da parte di pastori confratelli, senza influenze esterne. Il concetto di “sinodalità” non è definito né chiaro ma la nozione sembra essere quella - vista nell’ultimo Sinodo - di laici, suore e preti cui sono attribuiti ruoli di autorità che appartengono ai vescovi. Penso che sia errata e che attacchi la nozione essenziale della Chiesa, che non è una democrazia. Sono molto preoccupato: una cosa del genere, se dovesse mai accadere, provocherebbe un’enorme rivolta e grossi problemi per la vita della Chiesa».