2020-02-22
Paolina Bonaparte la Venere dell’Impero sempre fedelissima al fratello Napoleone
La Borghese fu una donna irrequieta, bellissima, capricciosa, dissoluta. Con una vita travagliata da passioni e amori fugaci.Di lei, madame de Rémusat nelle sue Memorie ha scritto: «Benché indebolita, sofferente e vestita a lutto, mi parve la persona più affascinante che avessi visto in vita mia». Il poeta Antoine-Vincent Arnault ha rimarcato che ella «riuniva in sé tutte le doti della perfezione fisica e, al contempo, tutto ciò che di più bizzarro esistesse in termini di qualità morali». Lo scultore Antonio Canova l'ha effigiata con le sembianze della Venere vincitrice. Celebre è rimasta la battuta rivolta alla fascinosa modella: «Ma come, avete posato nuda davanti a Canova?» «Niente di grave, la stanza era riscaldata!» (la versione alternativa è «Cosa avete provato a posare nuda?» «Un po' di freddo»). Scrittori, biografi e giornalisti di tutti i tempi ne sono rimasti così intrigati da definirla in mille modi evocatori e allusivi. Ė «l'amante imperiale» per Antonio Spinosa, «la Venere dell'Impero» secondo Flora Fraser, «la fedele infedele» per Geneviève Chastenet, «l'unica Bonaparte che preferiva l'amore al potere» a parere di Indro Montanelli.Si tratta, naturalmente, di Maria Paola Bonaparte, nata ad Ajaccio il 20 ottobre 1780 e passata alla storia come Paolina Borghese: l'irrequieta, bellissima, capricciosa, dissoluta sorella di Napoleone, una delle poche persone rimaste a lui fedeli dopo la caduta. Seconda delle femmine di casa Bonaparte, figlia di Carlo e Letizia Ramolino, Paolina nasce e cresce in una fase di aspro scontro fra i realisti, gli autonomisti e i filofrancesi in Corsica. La scomparsa del padre Carlo nel 1785 rende la situazione della famiglia precaria; le cose si aggravano quando il nazionalista Pasquale Paoli rientra sull'isola. In tempi pregressi i Bonaparte lo avevano sostenuto, ora si schierano dalla parte della Francia, perché Paoli vuole cedere la Corsica all'Inghilterra. Grazie all'aiuto di Napoleone, che si sta velocemente affermando, nel 1793 la famiglia lascia in tutta fretta la terra natia e si rifugia a Tolone, per poi spostarsi a Marsiglia. Benché assai giovane, Paolina si fa notare per la sua avvenenza, il suo fascino, la sua grazia e ha molti corteggiatori fra cui Louis-Stanislas Fréron, figlio di un avversario di Voltaire. I due intrattengono un'appassionata corrispondenza, in cui parlano anche di Francesco Petrarca e Laura. Napoleone sembrerebbe acconsentire al matrimonio, ma la madre Letizia e la moglie Joséphine Beauharnais si interpongono e le nozze vanno a monte, con grande disperazione di Paolina, che aveva persino stretto un voto di fedeltà nei confronti di Fréron. La bella, comunque, si consola perché la famiglia si sposta a Milano, a palazzo Serbelloni, al seguito del capo dell'Armata d'Italia, e lei ha modo di conoscere molti dei suoi giovani generali e aiutanti. Meno idilliaci sono i rapporti con la cognata Joséphine, dato che le due sono reciprocamente gelose. Conscia del proprio fascino, Paolina fa mille capricci, tanto che in giro si dice: «L'autorità del generale capo dell'Armata d'Italia si spezza contro la storditaggine di una bambina». Napoleone, però, è ben deciso a scegliere personalmente lo sposo della sorella e opta per il generale Victor-Emanuel Leclerc. Il matrimonio ha luogo nel giugno 1797; l'anno successivo nasce il figlio della coppia, Dermide, così chiamato in onore dell'eroe dei Canti di Ossian, prediletti da Bonaparte. Rientrata a Parigi con il marito e il bambino, Paolina conduce un'estenuante vita mondana e si concede a diversi amanti, fra cui l'attore di teatro Lafon. Tanta disinvoltura genera un'infinità di pettegolezzi e non può far piacere al Primo Console, che decide di spedirla nella lontanissima isola di Santo Domingo insieme a suo marito, il generale Leclerc. Santo Domingo, infatti, è il teatro di una violenta ribellione di schiavi e indigeni, capeggiati da Toussaint Louverture, indigeno figlio di genitori liberi, che insieme ai suoi ha fondato la Societé des amis des noirs: Leclerc ha il compito di stroncare la sommossa. Paolina vorrebbe restare nella capitale francese, ma alla fine del 1801 deve imbarcarsi sulla fregata Océan. Quanto meno è al centro delle attenzioni di tutti gli ufficiali, dai quali viene paragonata a Venere e a Galatea, per cui la sua vanità è appagata. Meno piacevole è il soggiorno sull'isola caraibica, dove gli indigeni hanno ucciso molti francesi. A ciò si aggiungono il caldo e le malattie, che rendono la situazione estremamente pericolosa. Madame Leclerc, comunque, non rinuncia ai suoi costumi disinvolti e si lancia in diverse avventure amorose. Dà tuttavia prova di grande coraggio e, quando le cose volgono al peggio, rifiuta di imbarcarsi con il figlio per tornare in Francia, se a loro non si unisce il marito. Napoleone, compiaciuto, le scrive: «Tutto passa velocemente su questa terra, tranne l'opinione che lasciamo nella storia». A passare, però, è Leclerc, che si ammala e muore nel novembre 1802.Paolina parte allora con il figlio e arriva in Francia nel gennaio1803. Va quindi ad abitare a Parigi, con il fratello Giuseppe nel Faubourg Saint-Honoré. Benché sia in lutto e attraversi una fase malinconica, non rinuncia alla mondanità e agli affari sentimentali. A un certo punto, conosce e si innamora del principe Camillo Borghese, di nobile e ricca famiglia e di ideali filofrancesi. I due convolano a giuste nozze il 23 agosto 1803, scatenando le ire di Napoleone, che approva il nuovo cognato ma avrebbe preferito un maggior rispetto dei tempi di lutto prescritti. Dopodiché i coniugi si spostano a Roma, nelle meravigliose residenze dei Borghese. Paolina continua con la sua intensa vita mondana, si circonda di lussi inauditi, lancia nuove mode, fa capricci, cambia amanti e, fondamentalmente, si annoia. Vorrebbe tornare a Parigi, tuttavia l'imperativo fratello glielo proibisce e anzi la rimprovera spesso - senza esito - per i costumi troppi disinvolti. Finalmente, ella può rimettere piede nella Ville Lumière per l'incoronazione di Napoleone, nel dicembre 1804. Viene ritratta nel quadro di Jean-Louis David, mentre sorregge il manto di Joséphine insieme alle sorelle e alle cognate e si distingue per capricci e intemperanze (soprattutto nei confronti della neo imperatrice, che detesta, e da cui è ampiamente ricambiata). Nel marzo 1806 ottiene dal fratello il titolo di principessa di Guastalla, titolo quasi solo onorifico ma che le consente di avere una Corte degna di tale nome. Durante un periodo di momentaneo riavvicinamento fra lei e Camillo, Canova la ritrae quale Venere vincitrice, nella stupenda statua oggi esposta a Roma alla Galleria Borghese. La salute della principessa, comunque, resta cagionevole e ad aggravarla contribuisce il dolore di aver perso il figlio bambino; non per questo, naturalmente, pensa di cambiar vita, anzi i lati più stravaganti del suo carattere vengono accentuati.Nel febbraio 1808, Camillo viene nominato governatore generale di Torino. La moglie è costretta a seguirlo: il viaggio che la conduce da Nizza, dove si era spostata nel 1807, alla capitale sabauda è scandito da infiniti capricci e ridicole pretese. Inutile dire che Torino la annoia, perché la trova troppo chiusa, provinciale, formale. Fra le sue dame d'onore spicca Adele de Sellon, destinata a divenire la madre del futuro Camillo Benso conte di Cavour, di cui i coniugi Borghese saranno padrino e madrina. Per passare il tempo, Paolina si dedica ai suoi passatempi prediletti: mondanità, moda e avventure. Alla fine, il marito perde la pazienza e la lascia.Mentre il sogno imperiale perde le ali, Paolina vaga per mezza Europa, ma rimane fedele al fratello nel momento della caduta e dell'esilio, accompagnandolo all'Elba. Durante i Cento giorni è costretta a fermarsi in Toscana ma, dopo Waterloo, cerca in ogni modo di ottenere il permesso di partire con Napoleone per Sant'Elena, o quanto meno raggiungerlo. Inorridita per i cattivi trattamenti che il governatore inglese dell'isola Hudson Lowe riserva all'imperatore decaduto, cerca in tutti i modi di addolcirne la cattività facendo leva sul Papa e sulle varie potenze straniere, ma i risultati sono nulli. Ammalatasi di tumore, si riconcilia con il marito e muore il 9 giugno 1825. In definitiva, la sorella più capricciosa e scriteriata di Napoleone è quella rimasta a lui più vicina nella buona e nella cattiva sorte.
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)