2021-09-07
I droni del Pakistan aiutano a piegare i ribelli del Panjshir. È tensione con l’Iran
Settembre 2021: milizie talebane nel Panjshir (Getty Images)
L'orrore continua: ammazzata poliziotta incinta di otto mesi. I talebani: governo imminente. L'Europa detta le condizioni.Si allarga la spaccatura tra i talebani, nonostante i continui proclami di un imminente annuncio della formazione di governo del nascente Emirato. La shura iraniana di Mashad, già da tempo in contrasto con le shure pakistane, non avrebbe gradito i tentativi di «fuga in avanti» del Pakistan, che stanotte ha mandato i droni nel cielo del Panjshir. Il Pakistan ha apertamente aiutato i talebani nel tentativo di soffocare l'insurrezione guidata da Ahmad Massoud e questa ingerenza non è piaciuta neanche al governo ufficiale iraniano, preoccupato dalle mire del Pakistan sull'Afghanistan. L'Iran ha dunque condannato con durezza «ogni ingerenza straniera» in Afghanistan, per bocca del portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Saeed Khatibzadeh. È stato chiaro e preciso, il messaggio al Pakistan, che nei giorni scorsi aveva già inviato a Kabul il capo dei suoi servizi segreti (Isi) per tenere dei colloqui con i talebani sul futuro governo e la sicurezza nel Paese. «Vorremmo informare i nostri amici, e quelli che potrebbero fare l'errore strategico di entrare in Afghanistan con diverse intenzioni, che l'Afghanistan non è un Paese che accetta il nemico o l'aggressore», ha dichiarato il portavoce iraniano. La rivalità Pakistan-Iran nella questione afgana sarà uno dei nodi fondamentali nello sviluppo delle future vicende del Paese degli aquiloni. Intanto i talebani, forti dell'appoggio pakistano, hanno diffuso ieri la notizia di aver preso il Panjshir.«Alcuni degli insorti sono stati sconfitti mentre i rimanenti sono fuggiti dalla valle», ha comunicato il portavoce talebano Mujahid, assicurando poi alla popolazione della regione che non ci saranno discriminazioni nei loro confronti dopo la vittoria. «Voi siete tutti nostri fratelli, serviremo insieme per un obiettivo e una nazione». I proclami di parte talebana sono stati smentiti da Ahmad Massoud, il leader del Fronte di resistenza nazionale (Nfr) dell'Afghanistan, il quale ha reso noto che il movimento continuerà a combattere, essendo presente in «posizioni strategiche» in tutta la valle, aggiungendo che «la lotta contro i talebani e i loro partner continuerà». Poco prima che la situazione precipitasse, Massoud aveva annunciato che il suo gruppo era pronto a fermare i combattimenti se i talebani avessero interrotto «i loro attacchi e il movimento militare in Panjshir e Andarab». Il Fronte di resistenza dunque, pur avendo subito pesanti perdite, come l'uccisione del suo alto comandante Fahim Dashtay, va avanti e non si arrende. Anzi, rilancia e invita tutti gli afgani che vogliono liberarsi dei talebani ad insorgere, in ogni angolo del Paese. Dal canto loro, i talebani si mostrano preoccupati da questo possibile scatto di orgoglio e lotta da parte della popolazione.«Con questa vittoria il nostro Paese è ora completamente fuori dal marasma della guerra», ha detto in una nota il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid.«L'Emirato islamico è molto sensibile alle insurrezioni. Chiunque tenti di portarne avanti una sarà colpito duramente. Non ne permetteremo un'altra», ha aggiunto. Dopo questo «avvertimento», ha coinvolto le forze afgane formate dalla Nato negli ultimi vent'anni, dicendo che «saranno chiamate a unirsi ai servizi di sicurezza insieme ai talebani». Infine, Mujahid ha lanciato per l'ennesima volta il proclama secondo il quale il governo sta per essere annunciato. «Sarà probabilmente un governo provvisorio, con margini di riforma, cambiamento e altri passi fondamentali», ha aggiunto Mujahid, precisando che le elezioni «per ora non sono in vista». Intanto Nabila Massrali, una delle portavoce dell'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, ha detto che l'Unione sta aspettando, per decidere come agire in merito all'Afghanistan, una risposta da parte dei talebani sulle condizioni richieste dallo stesso Borrell per poter esprimere un giudizio sul loro comportamento. Queste le condizioni: che il Paese non diventi la base per il terrorismo, il rispetto dei diritti delle donne, la formazione di un governo inclusivo, accesso libero per gli aiuti umanitari, la partenza degli stranieri e gli afgani a rischio che vogliono lasciare il Paese. Appare abbastanza difficile che il rispetto delle donne venga garantito. L'altro giorno una poliziotta incinta di otto mesi è stata uccisa a colpi d'arma da fuoco nella sua casa di fronte ai familiari e ha appena visto la luce un decreto che vieta le classi miste nelle università e impone il niqab alle studentesse. Per quanto riguarda gli afgani a rischio, si susseguono gli episodi di ex collaboratori della Nato ma anche del passato governo che subiscono minacce e aggressioni e che vogliono lasciare il Paese. Nei prossimi giorni, si dovrà decidere come agire a tal proposito. «La Nato è impegnata a evacuare i dipendenti, le loro famiglie e le persone con cui abbiamo lavorato per portarli in un ambiente sicuro e protetto. Ciò ha richiesto l'attivazione della forza di risposta della Nato e l'istituzione di una task force avanzata, la “Task Force Noble", per il coordinamento della logistica, della protezione e dell'abilitazione al supporto per i nostri colleghi Nato». Così in una nota è intervenuto il maggiore generale John Mead, vice capo di stato maggiore del Comando interforze alleato di Napoli. Sono più di 500 gli afgani e i loro familiari evacuati dalla Nato e alloggiati in strutture temporanee nelle basi europee delle truppe alleate che forniscono alloggio, assistenza e supporto mentre vengono presi accordi per gli spostamenti successivi nelle nazioni che offriranno asilo.
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