2022-08-06
Pandemia, Pnrr, occupazione. I sogni dell’Agenda Draghi diventano i prossimi incubi
Le parole equivoche del premier sul programma sono trasformate dai partiti che lo hanno sostenuto in un valore a sé stante. Che non necessita di alcuna verifica.Le conferenze stampe di Mario Draghi riservano sempre una chicca, una massima che di solito i media nostrani prendono come un assioma. Un esempio su tutti è quello del 21 luglio 2021. «L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire», ebbe a dire il premier, aggiungendo anche: «Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure. Non ti vaccini, ti contagi, lei o lui muoiono. Senza vaccinarsi», finì la frase, «bisogna chiudere». In inglese esiste una parola che si chiama «accountability», se applicata oggi dovremmo smembrare i concetti e vedere che cosa è accaduto veramente. Dovremmo ammettere che avere ingenerato quelle aspettative è stato deleterio sul fronte dell’approccio personale di ciascun cittadino e sul fronte della politica che, in modo compatto, ha portato l’Italia a essere il Paese - purtroppo - all’avanguardia nell’uso del green pass.Suona ancora nelle nostre orecchie il motto di molti secondo cui con il lasciapassare l’economia sarebbe ripartita e i locali sarebbero tornato a macinare fatturato. Le parole di Draghi sul Covid e sui vaccini sono state trasformate dai partiti che lo hanno sostenuto come un valore a sé stante che non necessita di verifica. Spesso ben oltre l’intenzione di Draghi stesso. Lo stesso sta avvenendo con la cosiddetta Agenda Draghi. Per capirlo prendiamo ad esempio un’altra conferenza stampa. Quella di giovedì sera, al termine del Cdm che ha partorito il decreto Aiuti bis. «Che cos’è l’Agenda Draghi? Sostanzialmente è una serie di risposte, interventi e riforme. Si pensi alla pandemia di Coronavirus, ai fondi che sono arrivati grazie al Pnrr e agli obiettivi raggiunti, alla crescita straordinaria di questi due anni», ha detto il premier uscente. «È difficile dire che esiste un’Agenda. Di certo, è fatta di risposte pronte ai problemi che si presentano, quindi la risposta pronta all’emergenza del Covid, la risposta pronta nel consegnare il Pnrr e nel conseguire tutti gli obiettivi finora. E vorrei veramente riuscire ad arrivare a dare al governo successivo anche il conseguimento di tutti gli obiettivi per quest’anno». Salvo poi lasciare intendere che il resto degli europei ha accettato di tassarsi per fare in modo che gli italiani realizzino il sogno del Pnrr. È vero? No. È falso non del tutto. Infatti è vero che il saldo del Pnrr è attivo a favore dell’Italia. Ma per noi vale il doppio. Nel senso che noi pure siamo tassati per sostenere direttamente Bruxelles e in più abbiamo accettato la fetta più grossa di prestiti. In entrambi i casi si tratta di debiti. E non dobbiamo certo ringraziare nessuno. Così da un lato per stessa ammissione del titolare una vera Agenda Draghi non esiste, eppure i partiti che lo venerano e lo utilizzano al tempo stesso sono quelli che per certo trasformeranno l’eventuale sogno draghiano in un incubo certo per tutti gli italiani. Non è del tutto colpa loro. Un po’ di omissioni provenienti dal premier stesso hanno alimentato il gioco. Non ci riferiamo soltanto agli assiomi sul vaccino, ma anche ad altri assiomi che hanno costellato il percorso delle riforme. Quella del catasto che per fortuna per ora si è arenata al Senato è stata spinta da Palazzo Chigi e dal Pd con la scusa dei soldi del Pnrr. «Se salta la delega fiscale», perdiamo un tassello delle riforme e «i soldi del Pnrr vengono congelati», hanno più volte minacciato. Un falso storico, che però non è stato smentito dal governo, ma - incredibile dictu - da Bruxelles. In fondo l’Agenda Draghi o lo è sempre stata o sta diventando un frainteso sul modello delega fiscale. Un frainteso che nessuno ha interesse di smentire. E di certo, in futuro, a tacere sulle incongruenze intrinseche e sulle conseguenze sarà proprio Bruxelles. Così sebbene negli ultimi giorni si sia celebrato un rialzo del Pil, che sembra piuttosto una recessione a «V» e un boom dell’occupazione che non esiste o al massimo nasconde dietro ai numeri della crescita l’enorme problema del calo demografico, della mancanza di produttività e delle buste paghe misere, ci aspetta un ottobre senza ombrello. Il governo uscente non si è speso per contrastare l’inflazione, ma solo per mettere una toppa a bollette e prezzi della benzina. Come ha ricordato Arera, solo pochi giorni fa i costi a carico degli italiani raddoppieranno. Se non ci fosse stata la guerra non sarebbe cambiata di molto la situazione. Magari invece che attenderci un 100% ci saremmo sorbiti una crescita del 70%. Poco cambia: i mali della nostra economia sono tutti sul tavolo. E il Pnrr porterà soltanto altro debito. Certo non sarà in alcun modo una soluzione. Tant’è che i tavoli tra ministri, sindacati e parti sociali non hanno realizzato alcun frutto. Nemmeno sul tanto sbandierato e sbagliato salario minimo. Se in un mese abbiamo registrato 116.000 nuove assunzioni a tempo indeterminato, ma la metà sono part time, significa che gli interessati non arriveranno a fine mese. Un problema per loro e un problema per il nostro Pil e per i consumi. Intanto sale il debito pubblico a forza di bonus e di micro interventi. Nel decreto Aiuti, il governo Draghi si è inventato il bonus 200 euro da erogare assieme alla mensilità di giugno. Nel dl Aiuti bis sono spariti i 200 euro per lasciare spazio al taglio del cuneo per chi guadagna meno di 35.000 euro all’anno. Un intervento che vale meno di 27 euro al mese. Una mancia che non cambierà nulla, se non il rapporto debito/Pil. Esattamente ciò che aizzerà i mercati e le prossime mosse della Bce. Spetterà, infatti, a Francoforte assieme alla Commissione decidere se i Btp potranno rientrare sotto il cappello del Tpi, il nuovo schema anti spread varato da Christine Lagarde. Una lunga lista di analisti che lavorano per banche d’affari hanno scritto che il Tpi non sarà in grado di aiutare le nostre obbligazioni o peggio metterà in crisi le emissioni. Ieri a sollevare dubbi è stato lo strategist di Allianza global investor. Non certo l’ultimo arrivato. Eppure di questo rischio che si abbatte che dice l’Agenda Draghi? Nulla. E Draghi che dice? Ah, saperlo.