2024-05-27
La pandemia ha sdoganato l’odio selettivo
Ci sono leggi che puniscono la presunta ostilità verso alcune categorie di persone. Ma se contesti i veri potenti, nessuna norma ti difenderà dagli attacchi. Lo ha sperimentato sulla sua pelle chi si oppose al green pass. E ora ne fa le spese il presunto Fleximan.Giovanni è morto. Giovanni si è suicidato. Non è un nome di fantasia. Si chiamava veramente Giovanni, e il suo nome è tutto quello che resta di lui. L’ex ministro della Salute Speranza, in una delle presentazioni del suo libro, ha con fierezza ricordato che lui ha chiesto che nessuno perdesse il posto di lavoro a causa del lockdown. Evidentemente una persona che ha occupato il posto da ministro è talmente sprovveduta da pensare che nessuno abbia perso il posto per quella incredibile sciagura sociale ed economica, oltre che sanitaria, che è stata rinchiudere la popolazione agli arresti domiciliari. Giovanni ha perso il lavoro, anzi i lavori, una serie di lavori che lui amava e che gli davano di che vivere. Giovanni era un uomo estremamente colto, era un artista: le sue arti erano la poesia e la musica, ma soprattutto il teatro, di cui era appassionato. Portava la infinita cultura che gli aveva dato il liceo classico, unita alle tecniche imparate al Dams, in piccoli spettacoli teatrali, nella straordinaria capacità di fare animazione per bambini e ragazzi, organizzare per loro sceneggiature, più banalmente feste di compleanno. Erano feste con sceneggiature, erano sceneggiature che diventavano feste, un processo di apprendimento e maturazione camuffato da gioco. Erano una serie di attività con cui sbarcava onorevolmente il lunario e che gli permettevano di fare cose che amava in attesa del grande salto, la sceneggiatura di una vera opera teatrale, rappresentata in un vero teatro. Era bravo. Sono sicura che ci sarebbe riuscito. Tutti questi lavori, migliaia di piccoli lavori, in una nazione rinchiusa con una decisione folle sono stati polverizzati, insieme a decine di migliaia di imprese che sono fallite. Il sistema immunitario è forte nelle persone che fanno attività fisica e stanno all’aria aperta, debole in quelle rinchiuse in casa. In Germania durante il lockdown era raccomandato di camminare o correre almeno due ore al giorno, in Italia inseguivamo i «furbetti della passeggiata», abbiamo transennato le panchine e gli scivoli dei bambini. Rinchiudere le persone in casa è la ricetta migliore per scatenare depressioni non sempre reversibili. I forti sono diventati deboli, i deboli sono crollati. Rinchiudere Giovanni in casa ha posto i semi per una solida disperazione. Il lavoro ci dà tre cose: denaro, indispensabile per qualsiasi necessità; fede in noi stessi; e rapporti con gli altri. La mancanza di lavoro ci dà tre cose: indigenza permanente, che ci rende incapaci di autonomia; mancanza di fede in noi stessi, che si traduce in senso di inutilità; solitudine ignobile. Era evidente che rinchiudere a casa le persone era un gesto di sadismo politico, era intuibile che portare la inutile e dannosa mascherina era una boiata, ma queste cose erano «un segno», come hanno serenamente dichiarato i medici del cosiddetto Comitato tecnico scientifico. Non rispettare il lockdown e non portare la mascherina è stato considerato un oltraggio al nuovo dio, lo Stato, un nuovo dio riassunto nella faccia di Speranza. Non essere inoculati è stato considerato un oltraggio al nuovo dio. Noi siamo una teocrazia. Siamo gli eredi di quell’altra sciagura cosmica che è stata la Rivoluzione francese, che ha creato una teocrazia. Lo Stato è dio. Fleximan, che ha mancato di rispetto allo Stato deridendo regole eccessive che vessano una popolazione già immiserita, è considerato un criminale talmente indecente che hanno sbattuto sulle pagine dei giornali la sua faccia, il suo nome, l’indirizzo, il codice fiscale e la data di nascita. Io aggiungerei l’Iban, tanto per sapere quanto denaro gli arriva. Invece stupratori e gentiluomini che aggrediscono con il machete hanno l’anonimato. Lo Stato ha imposto anche farmaci chiamati vaccini. Non proteggevano dal trasmettere la malattia, ma sono stati resi obbligatori. Avevano inquietanti schede tecniche che elencavano effetti collaterali da paura e ne dichiaravano altri ancora ignoti, ma sono stati imposti con brutalità atroce. Coloro che li hanno rifiutati sono stati condannati a morte, e se non a morte alla miseria e depressione. È stato il vaccino che ha condannato a morte Giovanni. Giovanni non l’ha fatto. Ha capito che stavano imponendo con una brutalità mai vista farmaci che era meglio non fare. In realtà non ho capito cosa ha fatto la differenza: perché i portuali di Trieste e i camionisti canadesi hanno capito e molti professori universitari no? Giovanni aveva capito immediatamente che per la pandemia esistevano cure efficaci e che la violenza con cui imponevano il cosiddetto vaccino era insensata. Eppure in tv dei tizi laureati sostenevano che il vaccino fosse sicuro: come diavolo potevano definire sicuro un farmaco che aveva quattro pagine di effetti collaterali (ora sono molte di più e includono la miocardite anche mortale), con anche la precisazione che non erano noti quelli a distanza? Uno dei medici che aveva starnazzato la canzonetta «vaccinatevi» ha affermato che non vaccinarsi era come essere disertore in guerra, una vigliaccata. Il disertore diserta per evitare dolore, invalidità e morte. Il vaccino non era sicuro? Ai bambini cui hanno inoculato questo intruglio è stato dato un attestato di coraggio. Il coraggio serve per affrontare un rischio. Un farmaco che comportava rischi è stato definito sicuro e somministrato a bambini per i quali la malattia era innocua. Era evidente che era un’imposizione, un’imposizione di tipo statale burocratico, non sanitario. Giovanni si è rifiutato di farsi inoculare. Quindi non ha potuto mettersi in coda all’ufficio di collocamento. Quindi quando qualche lavoro è ricomparso non ha potuto presentarsi. Il green pass è stato preteso anche per feste di bambini in un parco. Poi ci sono stati tutti quelli che hanno fatto sentire le loro voci. Abbiamo in Italia una ridicola legge, che punisce l’odio. È evidente che è solo un bavaglio per chi viola le volontà dei veri padroni. L’odio più isterico e lurido è stato per coloro che hanno rifiutato un farmaco pericoloso e di minima efficacia, ed è stato fomentato. La giornalista Lucarelli ha augurato di diventare poltiglia verde. Il giornalista Parenzo ha invitato a sputare sul cibo dei non vaccinati. In effetti sarebbe un reato, anzi due: deturpazione e imbrattamento delle cose altrui, come ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza 45924/2011, anche nel caso in cui l’oggetto su cui si è sputato non ne sia stato danneggiato, e possibile trasmissione di malattia. Nel caso del cibo sputare è grave, perché si aggiunge il possibile rischio di trasmissione di malattia. Le sue parole sono un’istigazione a delinquere. Come è inevitabile per qualsiasi forma di odio reso raccomandabile, esiste il rilancio. Le parole già nauseanti di Parenzo, Lucarelli e così via sono state ulteriormente rilanciate da innumerevoli persone. I non vaccinati sono stati coperti dagli insulti più triviali da parte di quelli che loro credevano essere amici. L’orrido green pass ha reso la gente peggiore. Parenzo non si è reso conto che lui stava indicando un gesto che tra l’altro è un reato? Ma tanto nessun pm si muoverà contro una delle icone del regime con l’accusa di istigazione a delinquere. Evidentemente non gli è venuto in mente che questo gesto sarebbe stato fatto, veramente, nella sicurezza dell’impunità: non c’è stato limite a quanto un non vaccinato potesse essere aggredito e umiliato. Giovanni avrebbe dovuto vaccinarsi per uscire dall’odio totale che lo sommerse. Non ha voluto farlo. Era tutto troppo sporco, troppo lurido, ha preferito andarsene saltando dal quarto piano. Quattro piani sono molti, ha avuto il tempo di chiedere perdono a Dio, ne sono certa. Prego per lui tutti i giorni. Pretendo uno Stato decente, che non permetta alla gente di vomitare insulti luridi e restare impunita.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».