2018-08-01
Il futuro dei salvadanai digitali sono gli investimenti
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Non siete in grado di risparmiare nemmeno un centesimo? Ad aiutarvi nell'arduo compito di accantonare denaro e non spendere tutto ci pensa Oval Money, app che concilia le esigenze di un risparmio sul lungo periodo con entrate economiche variabili. Il cofondatore Claudio Bedino ci spiega il funzionamento e quale sarà il futuro degli ewallet. Il fintech, settore della tecnologia per la finanza, raggruppa 7.500 aziende al mondo che muovono 110 miliardi di dollari. E in Italia è nata la prima lobby per tutelare i clienti dialogando con il regolatore. Lo speciale contiene due articoli «Ma non avevo prelevato la scosta settimana?». Quante volte aprendo il portafoglio è capitato di guardare alle poche banconote rimaste al suo interno e chiedersi come fosse possibile e dove fossero finite le altre. Risparmiare è complicato. E ancora più difficile, se non impossibile, è il ricostruire le micro operazioni che portano, lentamente, a dissipare il proprio stipendio. In aiuto a chi vorrebbe mettere da parte un gruzzoletto per il futuro ma non ce la fa un anno fa è nata Oval Money, un'applicazione per smartphone che è una sorta di salvadanaio digitale in grado di ricordare di mettere da parte anche quei pochi centesimi che, altrimenti, verrebbero utilizzati senza quasi rendersene conto. Abbiamo parlato con Claudio Bedino, cofondatore dell'app con Benedetta Arese Lucini (ex general manager di Uber in Italia), Edoardo Benedetto e Simone Marzola, che ci ha spiegato «in parole povere» come funziona l'app e quale sarà il suo futuro. Oval Money è un'applicazione di risparmio, come potremmo spiegare il suo funzionamento a i non nativi digitali? «La racconto come ho raccontato a mia nonna cosa stavo facendo quando abbiamo creato Oval Money. Il nostro sistema aiuta, attraverso un cellulare, a gestire meglio le proprie spese così da non arrivare a fine mese avendo dilapidato completamente lo stipendio o, addirittura, avendo speso di più». Come? «Permettendo alle persone, innanzitutto, di tenere sotto controllo il proprio conto, o i propri conti. E poi applicando delle semplici regole che permettono, senza quasi accorgersene di risparmiare». Può farci un esempio? «Certo. Una delle idee di Oval Money è quella di arrotondare mettendo da parte i centesimi. Quando per esempio si paga con la carta di credito un importo di 10.59, i restanti 41 centesimi vengono immediatamente inseriti in quello che è un vero e proprio salvadanaio digitale». Oltre ai centesimi si possono accantonare anche porzioni del proprio stipendio. «Senza dubbio. Di solito in banca questo avviene con un prelievo mensile. Con Oval Money si può scegliere l'importo o la percentuale da prelevare settimanalmente così che, l'impatto finale, sia meno drastico». Oval Money ha compiuto un anno. Possiamo avere qualche numero del successo? «A oggi abbiamo 100.000 utenti iscritti in una fascia d'età che oscilla tra i 25 e i 40 anni. Sono persone che scelgono volutamente l'applicazione per risparmiare e che, per questo, mettono da parte al mese una cifra media di 140 euro». Quale sarà il futuro dell'app? «Senza dubbio l'investire i risparmi. Da settembre avvieremo un processo per cui i soldi che vengono accantonati nel salvadanaio digitale potranno essere comodamente investiti così da aumentare il proprio gruzzolo e non lasciarlo solo congelato». Come funzionerà questo procedimento? «Daremo la possibilità ai nostri iscritti di accedere a una selezione di fondi e prodotti finanziari su misura per loro che verranno individuati, grazie alle analisi dell'intelligenza artificiale che comanda l'app, dalle transazioni che vengono comunemente effettuate dall'utente». Anche un grande gruppo come Intesa Sanpaolo ha scelto di fidarsi di Oval Money. «È una scelta importante per il nostro futuro e un attestato di fiducia dal mondo delle grandi banche. L'avvio di questa collaborazione permetterà di garantire al cliente performance elevatissime in termini di standard di sicurezza rendendo Oval Money ancora più accessibile e inclusiva». All'inizio ha parlato di salvadanaio digitale. Ma come ogni buon «porcellino» che si rispetti arriva un momento in cui bisogna romperlo. Come funziona con Oval Money? «I fondi del salvadanaio elettronico sono sempre disponibili. Basta selezionare il trasferimento che questi tornano accessibili e fruibili sul proprio conto. Per quanto riguarda gli investimenti, il disimpiego non sarà certamente così immediato ma comunque molto rapido. E in più, Oval Money, si accolla tutti i costi del ritorno sul conto corrente così che l'utente non perda nemmeno un centesimo di quello che ha risparmiato. Marianna Baroli <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/pagamenti-digitali-fintech-2591433360.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-fintech-7-500-aziende-al-mondo-che-muovono-110-miliardi-di-dollari" data-post-id="2591433360" data-published-at="1757543596" data-use-pagination="False"> Il fintech: 7.500 aziende al mondo che muovono 110 miliardi di dollari Giphy Il Web ha rivoluzionato il mondo, nonostante i suoi pregi e i suoi difetti. E non poteva che colpire anche uno dei settori più importanti dell'economia: le banche. Sono passati, infatti, i tempi in cui lo sportello era il punto di contatto principale tra banca e correntista. Oggi tutti gli istituti di credito guardano alla Rete per offrire servizi e per rafforzare la propria immagine. Secondo l'indagine Banche e social media 2018 redatta dall'Abi (Associazione bancaria italia) e presentata ad aprile, infatti, il 92% degli istituti italiani sono presenti sui social media, anche soltanto in fase di «ascolto». Il restante 8% non rimane a guardare, ma dice di avere in programma l'ingresso nel mondo dei social nei prossimi 12 mesi.Attraverso i social tutte le banche hanno intrapreso attività di customer care, analisi delle informazioni e iniziative di comunicazione per rafforzare immagine e reputazione. Oltre il 90% di quelle intervistate da Abi attinge ai social anche per dare vita a iniziative di marketing a sostegno del business, per selezionare il personale e per coinvolgere le community. Molto ampia l'incidenza delle banche (oltre 80%) che usano i social media per sviluppare attività di educazione finanziaria, mentre solo meno della metà delle realtà analizzate, ha scelto questo canale per realizzare direttamente nuove forme di business. Le banche, il 58% delle quali aggiorna i contenuti sulle pagine social più volte al giorno (in media 11 volte a settimana con attenzione anche alle iniziative sul territorio), attualmente puntano, come detto, al rafforzamento dell'immagine e della reputazione, al sostegno del business, ma anche al dialogo e all'assistenza ai clienti. Nei prossimi anni, spiega Abi, rivestirà ampia rilevanza anche l'attività di raccolta dati e informazioni per un utilizzo a fini di marketing e l'uso dei social per il recruiting. Per gli istituti le attività svolte sui social media possono incidere nell'ottimizzazione degli approcci di marketing nel nuovo contesto digitale. Più sfidante è infatti mantenere il successo di immagine in un contesto così dinamico e mutevole come quello dei social network.La banca a portata di click si traduce non soltanto in un rapporto più immediato, anche se digitale, tra l'istituto e i correntisti ma anche in quell'evoluzione del settore chiamata fintech, la tecnologia per la finanza. Secondo il World fintech report 2018 di Capgemini al mondo ci sono oltre 7.500 aziende del settore, che assieme hanno raccolto circa 110 miliardi di dollari. Dal rapporto emergono anche le difficoltà di queste aziende nella ricerca di partner tradizionali: oltre a barriere culturale e legislative, rappresenta uno scoglio la mancanza di agilità da parte di gruppi, spesso ancorati a dinamiche superate.E in Italia, per cercare di uscire dalla nicchia, è nata a inizio anno la prima associazione di categoria. ItaliaFintech riunisce 22 tra le principali aziende fintech italiane impiegando in Italia più di 300 dipendenti, lavorando con più di 425.000 clienti e intermediando risparmi e finanziamenti per circa 450 milioni di euro. ItaliaFintech ha come obiettivi aumentare la conoscenza da parte di famiglie e imprese delle soluzioni disponibili, stabilire il migliore dialogo possibile con le autorità che presidiano la regolamentazione e adottare standard qualitativi a protezione degli utenti. Perché troppi recenti scandali hanno riguardato la violazione della privacy online degli utenti. E quando si sono di mezzo i soldi, un po' di timore in più può essere giustificato.Gabriele Carrer
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