2023-11-11
«Pace, libertà e energia» nello spot. Tre parole, tre colossali fallimenti
L’Unione stritola l’economia con regole inutili, sulla guerra in Ucraina non ha toccato palla e ha avallato la dipendenza dal gas russo. Ma ora pretende di farci credere il contrario: questa è pubblicità ingannevole.Ieri, su alcuni quotidiani, è comparsa una pubblicità dell’Unione europea che magnifica sé stessa ampiamente oltre misura: tanto quella pubblicità è pagata da tutti noi e a loro, giustamente, che gliene frega. La pubblicità è surreale. Dice così: «L’Europa è libertà, pace e indipendenza energetica». Ci vuole proprio una faccia come le terga per poter affermare tanto. La pubblicità è fatta generalmente per illustrare dei prodotti e attrarre consumatori togliendoli ad altri competitori. In questo caso è solo fatta allo scopo di glorificare sé stessi. Sarebbe come se uno, smanioso di autocelebrazione, si mettesse comodo nella sua casa, attivasse uno strumento di tipo ecclesiastico che diffonde l’incenso - detto turibolo con tanto di navicella, il contenitore dell’incenso medesimo - accendesse un paio di ceri davanti a sé stesso e stesse lì per un po’ di tempo contento di questa autoglorificazione per la verità con tendenza masturbatoria sia pure al solo livello mentale. La pubblicità dell’Europa a sé stessa ci pare rientrare a pieno titolo in questo tipo di attività: attività di cerebromasturbazione o detta anche autoerotismo cerebrale.Andando nello specifico, la pubblicità della Ue parla dell’Europa attribuendo ad essa dei sostantivi come, appunto, la libertà, la pace e l’indipendenza energetica. Partiamo dalla prima, la libertà. Ora, se consideriamo i vincoli e gli obblighi di tipo economico e quella massa spropositata di controlli che l’Ue ha messo in piedi soprattutto in quest’ultimo decennio (controlli che si estendono pure al pensiero, quindi il massimo della illibertà, l’apogeo della non-libertà) ebbene, risulta veramente una parola grossa e fuori luogo parlare dell’Europa come luogo di libertà. Per come è strutturata, almeno da un punto di vista di regolazione economica, più che un luogo di libertà è diventata una rete che viene gettata continuamente sull’economia degli Stati membri (noi ne sappiamo qualcosa) come avveniva nelle lotte tra Orazi e Curiazi (magari qualche funzionario europeo, abilissimo nel mettere i bastoni tra le ruote, penserà che gli Orazi e i Curiazi siano abitanti dei Carpazi). Per la verità non si tratta neanche più di bastoni tra le ruote perché le ruote, esattamente come le nostre balle, sono state ormai triturate, cioè si cammina a carponi e ogni tanto qualcuno ci dà anche un calcio nel sedere. Quindi sulla libertà sarebbe meglio che, più che fare la pubblicità spendendo inutilmente e in modo menzognero dei soldi, si dessero da fare a eliminare leggi inutili, a semplificare le esistenti, a fare regolamenti che si adattino alla diversità dei singoli Stati e non alla omologazione burocratica di un’Europa inutile e dannosa. Questo significherebbe operare per la libertà.Poi, passiamo alla seconda, la pace. Qui sa veramente di presa per il culo. Con due guerre alle porte, sulle quali l’Europa ha saputo fare alcuni comunicati che i Paesi belligeranti hanno stampato su carta fine per farne usi alternativi alla lettura dei medesimi. E hanno fatto bene. Come soggetto politico l’Europa, a parte le sanzioni (discutibilissime e inefficaci), a livello internazionale, ha giocato un ruolo pari a zero nei tentativi di mettere allo stesso tavolo ucraini e russi per raggiungere un accordo. Non solo, quando ci hanno provato son partiti dei pernacchioni, sia pure in cirillico, di un’intensità pari al lancio dei missili. L’Europa sullo scacchiere internazionale conta quanto una cicca di sigaretta, peraltro spenta. È semplicemente ridicola. E parlano di pace. Certo, all’interno dell’Europa non ci sono guerre tra Stati, e ci mancherebbe anche questa. Gli europeisti convinti dicono: «Ma in fondo l’Europa, dopo la Seconda guerra mondiale, ci ha assicurato anni di pace». Obiettivo grandioso. Raggiunto. Ma dobbiamo ancora autogrogiolarci ripetendo usque ad mortem?Poi c’è la più bella di tutte, l’indipendenza energetica: una menzogna totale. Se quella pubblicità europea passasse al vaglio dell’istituto di autodisciplina pubblicitaria italiano sarebbe sanzionata in quanto, appunto, pubblicità menzognera, ingannevole e scorretta, contenente cioè un messaggio falsato e distorto che esalta le qualità di un’istituzione, che quella istituzione non possiede e inganna così, in questo caso, non il consumatore ma il cittadino. Abbiamo vissuto un vero e proprio psicodramma con le forniture del gas dalla Russia. Evidentemente quelli che lavorano nella Ue, politici, funzionari e compagnia bella, non se ne sono accorti. Poi abbiamo sostituito le forniture della Russia con quelle dell’Algeria, del Qatar (finanziatore di Hamas), dell’Azerbaijan e, inutile dirlo, degli Stati Uniti. Quindi la pubblicità avrebbe dovuto dire libertà poca, pace sì ma dove?, dipendenza energetica totale. Ecco, scritta così sarebbe passata anche al vaglio dell’autodisciplina pubblicitaria di qualsiasi stato membro. Tra l’altro c’è anche una direttiva europea sulla pubblicità ingannevole e bisogna essere veramente dei pirla, con tanto di laurea e diploma in pirlaggine, per ingannarsi da soli. Ma ancora più folle è pensare di ingannare i cittadini europei con una pubblicità costosa, inutile e bugiarda. I cittadini europei hanno, infatti, vissuto malissimo le inadempienze europee durante la crisi energetica. Ne hanno constatato la totale inefficacia. E ora gli rifilano pure la pubblicità. Come avrebbe detto Totò, riguardo all’Europa: «Ma mi faccia il piacere».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.