2021-04-08
Ospitalità islamica per Ursula. Erdogan la lascia in piedi e umilia l’Ue davanti al mondo
Charles Michel, Recep Erdogan e Ursula von der Leyen (Ansa)
Sberleffo dell'autocrate turco ai vertici di Bruxelles: ad Ankara il padrone di casa si siede con Charles Michel, mentre la leader della Commissione si accomoda in disparte.Immaginate se una cosa del genere fosse capitata a Margaret Thatcher, di cui ricorre oggi l'anniversario della morte: molto probabilmente Recep Erdogan non se la sarebbe cavata a buon mercato, e anzi sarebbe stato bruscamente redarguito in mondovisione dalla Lady di Ferro. Ma con gli attuali vertici Ue l'autocrate turco ha potuto maramaldeggiare. E infatti, da oltre ventiquattr'ore, sta facendo il giro del web un video più imbarazzante che mai per l'Europa presunto faro di civiltà, e non c'è testata internazionale che non l'abbia fatto rimbalzare sotto titoli umilianti e sarcastici. Ecco un paio di esempi. Scrive l'americano e filodemocratico Washington Post: «Il leader turco incontra due presidenti europei: la donna tra loro non ottiene la sedia». Mentre il Guardian, testata della sinistra britannica, la mette così: «Ursula von der Leyen disprezzata nella gaffe della sedia ai colloqui Ue-Turchia». La storia è tutta qui: la presidente della Commissione, la tedesca von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, il belga Charles Michel, si sono recati ad Ankara (vedremo tra poco per quali ragioni) a incontrare Erdogan. Peccato che però, nella sala del colloquio, con le telecamere ben posizionate per riprendere tutto, sia emersa plasticamente la concezione che Erdogan ha della donna, della civiltà e dell'ospitalità: due sole sedie. La von der Leyen, veloce nel capire l'imminente disastro di immagine (per una volta: per tutta l'Ue, non per sé stessa), mormora un imbarazzatissimo «Ehm», come a voler richiamare l'attenzione di qualcuno. Ma nessuno si occuperà di lei né tantomeno porrà rimedio all'affronto. Anzi, il primo a metterci definitivamente la firma sarà proprio Michel, lesto ad accomodarsi su uno dei due seggioloni. Morale: alla von der Leyen non è rimasto che sedersi su uno dei divani laterali, pressoché fuori dall'occhio delle telecamere frontali, e vittima dell'umiliazione architettata dall'autocrate islamico. La pura e semplice circolazione (è proprio il caso di dire: virale) del video è tre volte mortificante. Una prima volta perché mostra a tutti la dimensione - politica e umana - del belga Michel, un tipetto sempre abituato a far comizi contro veri o presunti sovranisti e populisti. Gli sarebbe bastato un piccolo gesto (lasciare il posto alla tedesca o chiedere davanti a tutti che fosse aggiunta una sedia) per fare un figurone e infliggere al tiranno una lezione memorabile. E invece, o per viltà o per quieto vivere, il presidente del Consiglio europeo si è adeguato. In primissima battuta erano addirittura filtrate patetiche giustificazioni non ufficiali, basate sul fatto che il protocollo potesse prevedere una posizione paritetica tra Erdogan e Michel in quanto quest'ultimo rappresentava i capi di stato e di governo dei 27 Paesi dell'Ue. Da ridere, se non da piangere. In realtà, secondo le migliori prassi protocollari, le tre figure avrebbero dovuto ricevere il medesimo trattamento, com'era peraltro accaduto in un vertice Ue-Turchia nel 2016 (sia pur ospitato in luogo terzo, in Cina, nell'ambito di un G20). E infatti, quando il caso è esploso mediaticamente, c'è stato un tentativo di mettere una toppa. Ci ha provato il portavoce della Commissione Ue Eric Mamer, sostenendo che la von der Leyen «ha preferito dare priorità alla sostanza piuttosto che alle questioni di protocollo». Non solo: il portavoce ha aggiunto che «ci metteremo in contatto con tutte le parti coinvolte per garantire che non succeda nuovamente in futuro». Ma l'imbarazzo si è fatto palpabile quando a Mamer è stato chiesto del ruolo giocato da Michel: «Non sono al corrente di contatti con la presidenza del Consiglio europeo», ha laconicamente commentato il portavoce. Tornando al cuore della questione, la seconda mortificazione nasce dal fatto che i due esponenti Ue siano andati ancora una volta con il cappello in mano dal turco, per chiedergli di fermare il rubinetto dell'immigrazione. La terza - la più grave di tutte - riguarda la natura stessa del regime dal quale il belga e la tedesca sono andati a inginocchiarsi. Erdogan, sempre più pericoloso in quanto politicamente disperato, è l'uomo che sta giocando la carta dell'integralismo religioso, di una strategia neo ottomana in tutto il Mediterraneo, mentre in patria la sua stretta autoritaria non conosce sosta: arresto di oppositori, giornalisti, parlamentari, giudici, in qualche caso perfino dei legali degli accusati. Qualche giorno fa sono stati addirittura arrestati alcuni ex ammiragli di Marina «colpevoli» di aver chiesto il rispetto delle convenzioni internazionali. Dicevamo dei media internazionali e dell'inevitabile catastrofe di immagine per l'Ue. Tuttavia non sono mancate testate che, con sprezzo del ridicolo, non solo non hanno valorizzato la gaffe, ma hanno perfino cercato di presentare la missione europea come un'assertiva rivendicazione di principi di civiltà. È il caso di France 24, che ha titolato così il suo servizio online: «Diritti umani non negoziabili, dicono a Erdogan i leader europei». Come nella vecchia barzelletta: «Ce ne hanno date, ma quante gliene abbiamo dette…».
Jose Mourinho (Getty Images)