2022-12-12
Ormai basta l’influenza: è ripartito il delirio
Pure chi tifava lockdown ammette che le restrizioni hanno appannato il sistema immunitario e ci rendono più esposti ai normali malanni. La soluzione? Più vaccini e più mascherine: e il contagio torna una colpa. Anche l’era della (para) scienza esondante ha le sue tradizioni natalizie. E come avvenuto con regolarità da qualche anno a questa parte, anche per le festività del 2022 s’impone la mascherina. Lo certifica Repubblica, spiegando che «contro l’ondata di Natale le mascherine stanno tornando». E non si tratta di una tendenza solo italiana: «Da Parigi a New York, passando dalle polemiche per il contagio di Mattarella», certifica il quotidiano, «l’appello a rimetterle al chiuso: “Senso di responsabilità per ridurre i contagi”». In Francia Emmanuel Macron invita a «fare pedagogia», cioè a spingere la popolazione a introiettare l’obbligo di protezione facciale, di modo che gli stati possano risparmiarsi la seccatura di imporlo per legge. Del resto, questa è la nuova frontiera psicopolitica: non ti obblighiamo a indossare il bavaglio, ma ti facciamo sentire in colpa se ti contagi. Una visione, al solito, perfettamente sintetizzata da Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo). «Quello di indossare la mascherina», dice a Repubblica, «dovrebbe essere un atto di responsabilità da parte di tutti coloro che hanno una sintomatologia influenzale ed è anche l’unica maniera per evitare di far circolare nell’ambiente quantità di virus, e quindi ridurne la diffusione».Il discorso di Anelli risulta particolarmente interessante perché introduce un elemento nuovo, un passaggio sottile ma fondamentale. La maschera, suggerisce, non serve soltanto a proteggersi dal Covid, ma pure da tutti gli altri malanni in circolazione. È una tesi, questa, che rimbalza anche nelle dichiarazioni di Rochelle Walensky, direttrice dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc). «Soprattutto per virus sinciziale e influenza, i livelli sono più alti di quanto generalmente vediamo in questo periodo dell’anno», sentenzia l’esperta. «Il Cdc stima che dall’1 ottobre ci siano già stati almeno 8,7 milioni di malati, 78.000 ricoveri e 4.500 morti per influenza. E la scorsa settimana, abbiamo riportato tragicamente altri due decessi per influenza nei bambini, per un totale di 14 segnalati finora proprio in questa stagione». Tutto chiaro? L’influenza e il virus sinciziale sono pericolosi, uccidono i bambini e fragili (dove l’abbiamo già sentita?). Dunque bisogna fare due cose: vaccinarsi e mettere la mascherina. Piccola curiosità: come mai influenza e patologie respiratorie sono ritenute così preoccupanti quest’anno? Per due motivi: il primo è che ormai affrontiamo ogni malanno con atteggiamento psicotico. Il secondo è che ci siamo rinchiusi troppo in casa e abbiamo portato troppo le mascherine. Quest’ultima evidenza, fino all’altro giorno, non si poteva citarla, altrimenti si veniva indicati come i soliti mestatori no vax. Adesso, tutto a un tratto, è sdoganata dalla stampa più istituzionale. Persino Il Sole 24 Ore dà conto del cosiddetto «debito immunitario», la cui genesi viene ricostruita così dal giornale di Confindustria: «Il mascheramento, l’allontanamento sociale e il lavaggio delle mani durante le ondate di Covid-19 potrebbero quindi averci resi più suscettibili all’influenza e al virus respiratorio sinciziale (che di solito provoca lievi sintomi simili al raffreddore, ma che può essere pericoloso per i bambini piccoli e gli adulti più anziani)». Ma pensa. Il concetto viene ribadito pure da Elena Bozzola, segretario e consigliere nazionale della Società italiana di pediatria (Sip), che all’agenzia Adnkronos dichiara: «Un po’ ce lo aspettavamo che sarebbe stata una stagione invernale intensa dal punto di vista dei virus respiratori nei bambini. Abbiamo avuto un sentore l’anno scorso: dopo un periodo di tregua apparente in cui non si parlava di virus respiratorio sinciziale, con la fine dei lockdown e delle restrizioni per Covid abbiamo visto che un po’ in tutto il mondo è successa la stessa cosa, e cioè che il virus è tornato ancora più aggressivo, portando anche dei picchi fuori stagione. Questo perché si è iniziato a pagare una sorta di debito di immunità». Già: i nostri luminari avevano sentore, se lo aspettavano. Però nessuno ha fiatato sull’abuso di mascherine in ogni dove o sui rischi collaterali da restrizioni. In compenso, adesso tutti sono preoccupati dall’aumento dei contagi. E hanno pronta la soluzione geniale: per reagire ai danni da mascherina servono più mascherine (e vaccini). Niente obbligo, per ora, ma pressione psicologica sui cittadini, così che ricada su di loro la responsabilità di non affollare gli ospedali duramente provati dai tagli e dalla fissazione psicopatologica sul covid. Tutto già visto, tutto bellissimo. Ci resta solo una curiosità, del tutto secondaria: chissà se prima o poi, tra un appello ansiogeno e l’altro alla «prevenzione», la medicina tornerà a curare le malattie.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 settembre con Carlo Cambi