2023-04-05
Orlando stronca il piano sul lavoro, ma è lo stesso di Orlando ministro
Andrea Orlando (Imagoeconomica)
Critiche a Marina Calderone per il protocollo Pnrr fra Ispettorato e consulenti: peccato che l’intesa del 2016 sia stata rinnovata dal politico dem. Non solo: l’ha adottata pure l’Emilia rossa di Elly Schlein e Stefano Bonaccini.Probabilmente senza memoria si vive più leggeri. Specie quando ormai non si fa più il ministro. Dev’essere il caso di Andrea Orlando, che ieri ha attaccato a testa bassa il suo successore al ministero del Lavoro, Marina Calderone, accusandola per il rinnovo del protocollo sulla legalità tra Ordine dei consulenti del lavoro e Ispettorato nazionale in vista dei cantieri del Pnrr, a suo dire un favore alle imprese che vogliono sottrarsi alle ispezioni. Peccato che il medesimo protocollo sia stato rinnovato anche il 4 marzo 2021, quando al dicastero comandava Orlando, e che sia stato adottato due anni fa anche in Emilia Romagna di due colleghi di partito come il presidente Stefano Bonaccini e la sua vice in Regione Elly Schlein. L’oggetto del contendere è un protocollo del 4 marzo 2016, quando il ministro del Lavoro era Giuliano Poletti, una vita al vertice delle cooperative rosse. Con questo accordo, l’Ordine dei consulenti del lavoro si univa all’Ispettorato del ministero nella lotta alle irregolarità contributive e retributive, con un sistema di certificazioni (Asse.co) che consente anche di orientare meglio le attività ispettive nelle aziende. A firmare per l’Ordine era stato proprio l’attuale ministro, Marina Calderone. Il protocollo ha sempre funzionato bene, ma ieri si sveglia Orlando, che passa all’attacco approfittando delle polemiche per i ritardi sul Pnrr e utilizza un’intervista a Repubblica per regolare qualche conto. La domanda è diretta: «Ci sono state polemiche su due protocolli firmati dall’Ispettorato del lavoro con l’Ordine dei consulenti. Perché lei da ministro non li aveva rinnovati?». Orlando, nonostante la firma del 4 marzo 2021, racconta che lui aveva adottato «una strategia diversa con il piano sulla lotta al sommerso» e accusa i protocolli di «privatizzare di fatto le funzioni dell’Ispettorato». Infine, dopo aver agitato un possibile conflitto d’interesse della Calderone per quella firma del 2016, il politico spezzino afferma che il protocollo rinnovato il mese scorso, e che per l’Ordine dei consulenti porta la firma di Rosario De Luca, marito del ministro, «indebolirà la lotta all’evasione e all’elusione e avrà un impatto sulla sicurezza del lavoro». Insomma, una mezza tragedia. Senza entrare nel merito di una materia molto tecnica, colpisce che Orlando sembri sceso da Marte. La versione del protocollo di collaborazione firmata il 29 marzo è una semplice attualizzazione delle versioni precedenti e non introduce alcuna novità sostanziale. A testimonianza che non sia un diabolico assist agli evasori, almeno per un esponente del Pd, ci dovrebbe essere il fatto che fu introdotto ai tempi di Poletti. In ogni caso, c’è quel rinnovo del 4 marzo 2021 quando il ministro era proprio Orlando, nel biennio del governo di Mario Draghi. Non solo, ma quel protocollo che oggi l’immemore Orlando contesta è stato adottato anche da una regione rossa come l’Emilia Romagna. Il documento è stato completamente accolto addirittura in una legge regionale del 3 agosto 2022 (la numero 11). All’articolo 27, dedicato alla «promozione della cultura della legalità del lavoro», si afferma che per contrastare il lavoro sommerso e promuovere il rispetto delle norme in materia di lavoro e legislazione sociale, si favorisce l’ottenimento dei certificati Asse.co, «anche sulla base di specifiche intese a livello nazionale tra la pubblica amministrazione ed il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro». Ma tu guarda, che fiancheggiatori dell’illegalità, nell’insospettabile Emilia del tandem Bonaccini-Schlein. La giunta emiliana è talmente in linea con l’Orlando di oggi che nel 2020 ha inserito il tema dell’asseverazione dei consulenti anche nel Patto per il lavoro e per il clima, sottoscritto dalla Cgil e dalla Uil, insieme con enti locali, scuole, imprese, università, organizzazioni ambientaliste, volontariato, Terzo settore, professioni, Camere di commercio e banche. La sola presenza in questo elenco dei sindacati e delle amate banche dovrebbe commuovere ogni vero piddino, a cominciare da Orlando. Ebbene, anche in questo Patto, alla voce «Semplificazione e legalità negli appalti», compaiono una serie di strumenti tra i quali spuntano le asseverazioni dei protocolli di cui sopra. Per altro, è giusto ricordare che l’Asse.co viene rilasciata dal Consiglio nazionale dei consulenti in veste di ente di diritto pubblico, vigilato dal ministero del Lavoro. In Emilia Romagna, dunque, Cgil e Uil non hanno battuto ciglio. Eppure la scorsa settimana il capo della Cgil, Maurizio Landini, ha bollato i protocolli come «un gravissimo attacco all’autonomia degli ispettori del lavoro» e ha denunciato favori «alla lobby dei consulenti del lavoro». Anche lui deve avere dei problemi di coordinamento interno. Certo, dopo la sparata di ieri, ora chissà come farà Orlando a convincere il segretario del partito Schlein e un maggiorente come Bonaccini che questi protocolli sono addirittura criminogeni. Forse deve augurarsi che anche loro abbiano qualche vuoto di memoria.