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Organizzatori Wcf Verona: «Finalmente Di Maio comincia a capire. Ora governo compatto per misure su famiglia»

Organizzatori Wcf Verona: «Finalmente Di Maio comincia a capire. Ora governo compatto per misure su famiglia»
Ansa

«Nel prossimo Def oltre allo sblocca-cantieri ci aspettiamo lo sblocca-famiglie. In questo senso diciamo che comincia a capire Luigi Di Maio che poteva venire al Congresso e contribuire al dibattito, visto che ha annunciato il coefficiente familiare e sconti su baby sitter, pannolini e asili. Allora non eravamo proprio degli sfigati» hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe presidente e vice presidente del Wcf Verona e di Pro Vita e Famiglia, dopo che all'indomani del Congresso delle famiglie il vice premier pentastellato ha promesso di inserire nel prossimo Def delle misure concrete per sostenere la natalità. «Finalmente si è capito che ci sono famiglie che hanno problemi di carattere economico, che c'è bisogno di sostenerle. Si è capito che lo storico crollo delle nascite in Italia nel 2018 che è l'anno peggiore di sempre con 9mila neonati, è un dramma per il futuro di questo Paese. Ora che siete tutti d'accordo per nuove misure a favore della famiglia ci aspettiamo fatti dalla maggioranza e non più solo annunci pre-elettorali» hanno continuato Brandi e Coghe. «Con la prossima finanziaria» - avvertono i due organizzatori - «se davvero si prevederanno le misure per le famiglie numerose con il coefficiente che varia e si riduce proporzionalmente al numero di figli, l'Italia comincerà a ripartire. D'altronde per qualsiasi Stato il progresso non è possibile senza figli. Si progettino provvedimenti di lungo ed ampio respiro altrimenti le misure saranno le solite markette in vista delle Europee». «Il Governo sia consapevole che più che singole politiche familiari serve una politica incentrata sulla promozione e tutela della famiglia. Sia consapevole che, risolvendo la "Questione Famiglia", si risolvono più della metà di tutti i problemi sociali. Come confermato per l'ennesima volta dalla recente e più grande metanalisi (fondata sui 589 studi statisticamente più significativi a livello mondiale), promuovere ed agevolare la famiglia naturale fondata sul matrimonio significa - mediamente - molta meno violenza contro donne e bambini; migliore salute fisica e mentale; redditi più alti; disoccupazione meno frequente; legami più positivi tra genitori e figli; minor consumo di droga, alcool e tabacco; inferiori tassi di criminalità». «Serve un nuovo Welfare familiare e chi lo farà avrà il nostro voto. Se il governo si è ricompattato su questo tema è merito nostro e per questo vigileremo affinché la prima maggioranza ad avere un dicastero dedicato alla Famiglia si attivi per la fiscalità agevolata per chi fa figli» hanno concluso Brandi e Coghe aggiungendo che stanno definendo le ultime proposte emerse dai tavoli tematici del Wcf «per metterli a disposizione di tutti coloro che con buona volontà vorranno darne seguito».

Trattati «smontati» per i soldi a Zelensky, non se servono per sanità e pensioni
Christine Lagarde (Ansa)
Bruxelles si arrovella per aggirare le regole e dare agli ucraini i 90 miliardi confiscati. Un’elasticità mai dimostrata sul welfare.

È noto da tempo che le regole Ue, dai Trattati in giù, siano dotate di eccezionale flessibilità, in modo da essere applicate ai nemici e interpretate per gli amici. Ma ciò che sta accadendo pur di erogare un prestito (di fatto un sussidio) all’Ucraina rischia davvero di superare ogni limite di fantasia legale e finanziaria.

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Putin si fermerà solo se Kiev lascia il Donbass
Sergio Mattarella: «Chi muove guerra non può evocare la pace». Giorgia Meloni lunedì a Berlino al vertice con Volodymyr Zelensky.

Resta per il momento aggrovigliato il processo di pace in Ucraina. Donald Trump si è mostrato disponibile verso delle garanzie di sicurezza nei confronti di Kiev ma ha al contempo ammesso che un accordo tra i belligeranti sia più lontano del previsto. «Daremmo una mano con la sicurezza perché è, credo, un fattore necessario», ha dichiarato il presidente americano, per poi aggiungere: «Pensavo che fossimo molto vicini a un accordo con la Russia. Pensavo che fossimo molto vicini a un accordo con l’Ucraina. In realtà, a parte il presidente Zelensky, la gente ha apprezzato l’idea dell’accordo».

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L’Ue si impicca: sì al blocco degli asset. L’Italia: «Ma siamo contrari a usarli»
Proteste degli ucraini a Bruxelles (Ansa)
Via libera definitivo al congelamento dei capitali russi. Roma specifica: «Come il Belgio, non vogliamo siano utilizzati per il prestito all’Ucraina». Valdis Dombrovskis sereno all’Ecofin: «Euroclear potrà compensare i sequestri».

La marcia di Bruxelles per utilizzare gli asset russi congelati prosegue imperterrita, nonostante le ripercussioni siano dietro l’angolo. E il primo step in tale direzione è stato raggiunto con il via libera ufficiale sul blocco a tempo indeterminato degli asset russi.

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«Rep» costretta a ringraziare: «Il governo si è impegnato...»
La sede di Gedi a Torino (Ansa)
Il Cdr: «Pensiero critico a rischio se ci vendono». Matteo Renzi: «Non sono io il mediatore».

Le reazioni isteriche della sinistra lasciano il campo alle mosse istituzionali: ieri la notizia della probabile vendita da parte degli Elkann all’armatore ed editore greco Theodore Kyriakou di tutte le attività del gruppo Gedi, ovvero i quotidiani La Repubblica (ieri in sciopero) e La Stampa, il sito HuffPost.it e le radio, Deejay e Capital, è stata oggetto di incontri tra governo, editori e rappresentanze dei lavoratori. Lo sciopero di Repubblica è stato accompagnato da un comunicato apocalittico del Cdr, in cui si chiamava alla «difesa delle garanzie democratiche fondamentali per l’intero Paese», dato che «in ballo non c’è un semplice marchio, ma la sopravvivenza stessa di un pensiero critico».

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