2024-12-28
All’Onu manca il Covid e il super green pass: «Mondo impreparato a un’altra pandemia»
António Guterres fa la Cassandra per spingere il trattato che ingabbia gli Stati a favore dell’Oms. E che il governo non vuole firmare.«Il mondo è tristemente impreparato per la prossima pandemia». Con un tono da Papa laico, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha lanciato l’anatema per augurare un buon 2025 alle 194 nazioni che fanno parte del club, e in definitiva al pianeta. «Il Covid-19 è stato un campanello d’allarme per il mondo», ha aggiunto rigirando il cacciavite nel fianco di chi ascoltava. «Milioni di vite perse, economie distrutte, sistemi sanitari spinti sull’orlo del baratro e la vita quotidiana sconvolta per tutta l’umanità. La crisi potrebbe essere passata, ma resta la dura lezione». Il numero uno di quelle Nazioni Unite che durante il contagio hanno mostrato tutta la loro capacità di dividersi e deflagrare in egoismi mai dimenticati, ha parlato in occasione della Giornata mondiale di preparazione alle epidemie, ammettendo la fragilità di un sistema dominato da interessi contrapposti. Con effetti disastrosi. «Le epidemie di mpox (il vaiolo delle scimmie, ndr), colera, poliomielite e Marburg sono sorprendenti promemoria del fatto che le malattie infettive rimangono un pericolo reale e presente per ogni Paese. In questa Giornata invito i Paesi a prestare attenzione alle lezioni delle passate emergenze sanitarie per contribuire a prepararsi per la prossima». Da qui l’invito a «creare sistemi sanitari pubblici e primari resilienti e a mantenere la promessa di una copertura sanitaria universale».Così, dopo qualche frase d’approccio a metà fra il realismo e il catastrofismo, Guterres ha evidenziato il vero scopo della tirata d’orecchi planetaria: concretizzare il piano pandemico mondiale voluto dalle forze politico-economiche transnazionali, dalle multinazionali del farmaco, dai potentati finanziari americani (da Bill Gates ai finanziatori di Big Pharma) giù fino agli esecutori più fedeli, cominciando dall’Unione europea. È il grande progetto dell’Organizzazione mondiale della sanità, che sta tutto dentro il controverso trattato da due anni sulle scrivanie dei governi e non ancora firmato. Un dossier che legherebbe mani e piedi gli Stati nazionali al dettato dell’Onu con una perdita di sovranità e con - in caso di pandemia - i poteri decisionali trasferiti direttamente dai Parlamenti alla cupola dell’Oms. Strumento primario di vessazione e controllo: il super green pass mondiale, facilmente sovrapponibile al passaporto con un semplice chip.Quello di Guterres ha tutte le caratteristiche dell’allarme bonario e invece è uno spot sotterraneo (ma neppure troppo) a favore del controverso trattato che vede l’Italia del governo di Giorgia Meloni contraria, in virtù dell’esperienza negativa vissuta proprio nei duri anni del Covid, con i disastri liberticidi perpetrati dai governi di Giuseppe Conte e Mario Draghi, e sanitari ascrivibili all’allora ministro della Malattia, Roberto Speranza. Il segretario dell’Onu infatti coglie l’occasione per spingere «a fare investimenti coraggiosi nel monitoraggio, nell’individuazione e nella risposta alle pandemie. Per garantire un accesso equo a strumenti salvavita come vaccini, trattamenti e diagnosi». Così, nascondendosi dietro la solidarietà globale, lui invita i Paesi «a rispettare lo storico accordo sulla pandemia per garantire che il mondo funzioni meglio, insieme, per prevenire e contenere future pandemie».Ora, che le epidemie siano una calamità è un fatto; che il mondo non sia preparato (e mai lo sarà) a trattarle come un’emicrania è un altro fatto. Guterres si guarda bene dall’aggiungere che esiste una calamità peggiore: consegnare le libertà individuali e collettive, l’indipendenza dei cittadini, le scelte democratiche di Paesi sovrani, alle decisioni unilaterali di organizzazioni dominate dagli interessi privati che durante l’ultima pandemia hanno dato pessima prova di sé. Il mondo sarà anche «tristemente impreparato» a respingere con facilità la prossima pandemia ma sembra «meravigliosamente preparato» a non farsi rinchiudere in casa da lockdown senza senso, a non farsi condizionare da diktat mondiali, a non veder trasformare i cittadini in polli d’allevamento perché «lo dice la scienza» a reti unificate con il cotonato professor Roberto Burioni (per fortuna scomparso dai radar) a dettare l’agenda delle farmacie.Il contagio peggiore è quello delle menti, è quello della dittatura sanitaria, è quello di un’umanità prostrata e spaventata in balia di imposizioni che arrivano da commissari di salute pubblica in grado di trasformare le persone in cittadini di serie A e serie B. Il tema è fondamentale, il trattato non passa, ci sono interi continenti (l’Africa, parte dell’Asia, ora anche l’America trumpiana e alcuni Paesi europei) per nulla convinti sugli automatismi delle restrizioni mondiali che un super green pass imporrebbe a tutti. Lo stesso ministro della Salute italiano, Orazio Schillaci, ha recentemente confermato che «ci sono ancora troppi punti critici aperti, il consenso dell’Italia dipende dalla definizione di una chiara tabella di marcia».La sovranità nazionale non si tocca, gli strumenti di controllo sanitario mondiale funzionano solo nei film catastrofici. È vero, come dice Guterres, che il Covid ci ha dato una «dura lezione» da non ripetere: l’annullamento della libertà di scegliere.
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