![Ombre gialle](https://assets.rebelmouse.io/eyJhbGciOiJIUzI1NiIsInR5cCI6IkpXVCJ9.eyJpbWFnZSI6Imh0dHBzOi8vYXNzZXRzLnJibC5tcy8yOTk0MDA4OS9vcmlnaW4uanBnIiwiZXhwaXJlc19hdCI6MTc0MDc4MjgyOH0.0lAXJqRcEK2LYpvcFzGSk0OSzqthuTRvx3hv3Mu-pTY/img.jpg?width=1200&height=800&quality=85&coordinates=0%2C0%2C0%2C0)
Un'azienda tessile a Prato (Getty Images)
- A Prato proliferano le imprese del Dragone. Il loro obiettivo è uno solo: produrre di più, più in fretta e spendendo meno. Si evade il fisco e si risparmia in sicurezza, pagando 2 euro l’ora. Italiani senza scrupoli affittano i capannoni chiedendo la «buona entrata».
- Il sindacalista: «Lo sfruttamento colpisce pakistani e africani. Nessuno denuncia».
- Il comandante provinciale della Gdf: «Approvvigionamento di materie prime, manodopera in nero, profitti illeciti per alterare il distretto tessile. Le aziende aprono e chiudono con la complicità dei colletti bianchi».
- L’imprenditore: «Alla Camera di commercio iscritte 7.000 aziende orientali, ma noi rifiutiamo chi non rispetta il codice etico. La presenza asiatica produce gravi danni».