2025-08-30
        Via alla banca dati sulle espulsioni. Ma l’Anci batte cassa sui migranti
    
 
Al Viminale il vertice di Piantedosi con i ministri francese e tedesco sul nuovo piano Ue.Avanti insieme sui centri di rimpatrio dei migranti irregolari fuori dai confini europei. Giorgia Meloni al Meeting di Rimini lo ha detto chiaro: «Non c’è giudice, o politico o funzionario che possa impedirci di far rispettare i confini dello Stato, le sue leggi e di combattere gli schiavisti del terzo millennio». È stato uno dei passaggi del suo discorso più applauditi. Come se ci fosse un’Italia vuole governare l’immigrazione clandestina e un’Italia che la vuole a prescindere e di questa seconda Italia fanno parte alcuni giudici e magistrati, ma non è l’Italia che piace all’Europa. Se ne è avuta conferma ieri in un vertice che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha tenuto al Viminale con i suoi omologhi Bruno Retailleau, francese, e Alexander Dobrindt, tedesco. Al centro dei colloqui il nuovo regolamento europeo sui rimpatri. Il nuovo piano dovrebbe entrare in vigore all’inizio del prossimo anno e prevede tra le altre cose l’allungamento a 24 mesi del periodo di «detenzione» in caso di rimpatrio forzato, la creazione dei cosiddetti return hubs, centri da costruire in Paesi terzi dove trasferire i migranti già raggiunti da provvedimenti di espulsione. Il vertice al Viminale è servito a mettere la prima pietra di questa nuova costruzione europea in materia di immigrazione: rendere omogeneo in tutta l’Ue ciascun provvedimento di rimpatrio, soprattutto nei confronti di coloro che provano ad aggirare il decreto spostandosi da uno Stato all’altro attraverso la costruzione della banca dati comune dove vengono archiviati i provvedimenti d’espulsione. Appare perciò quasi nostalgica la nota che ieri il comitato dell’Anci che si occupa d’immigrazione guidato da Gianguido D’Alberto, il sindaco Pd di Teramo da sempre schierato per l’immigrazione senza se e senza ma. Tra l’altro la nota dei sindaci che vogliono sapere tutto del progetto europeo per i migranti, ma soprattutto battono cassa, arriva a 24 ore dalla crociera di un po’ di esponenti del Pd, guidato dall’onorevole Giovanna Iacono. Queste truppe d’assalto del Pd sono arrivate al porto di Trapani dove a banchina e sotto sequestro c’è la Mediterranea, il rosso battello armato da Luca Casarini (con i contributi delle parrocchie) e Beppe Caccia. Come si sa la Mediterranea dopo una «magra» pesca a strascico di 10 migranti ha avuto l’ordine di attraccare a Genova e invece loro hanno fatto rotta su Trapani. Dove come d’ordinanza la nave è stata posta sotto sequestro. Ecco che a bordo è salito il generale sdegno del Pd che difende l’equipaggio di Mediterranea e ribadisce «con forza che il salvataggio di vite umane non può mai essere criminalizzato» oltre ad accusare il Governo d’infliggere ai migranti ulteriori sofferenze perché li spedisce in porti lontani. E sarà un caso ma il documento dell’Anci con cui i sindaci sembrano rispolverare l’antico adagio napoletano che consiglia il «chiagne e fotte» partono proprio da lì. Dicono: «Conoscere e condividere con i comuni portuali criteri di assegnazione e modalità operative di gestione degli sbarchi delle navi delle Ong impegnate nei salvataggi in mare rappresenta una questione centrale» ora che ci sono le nuove norme europee. Ma poi ecco la lamentazione: abbiamo bisogno di soldi. «C’è la mancanza di coperture del Fondo dedicato all’accoglienza dei Minori stranieri non accompagnati. Non era mai accaduto e i Comuni sono in serie difficoltà, si stanno producendo debiti fuori bilancio. Comuni». Mancano anche le certezze per l’anno in corso sostiene l’Anci. Il fatto è che in Italia per ogni migrante si spende non meno di 1.000 euro al mese e per un disabile, tanto per dirne una, poco più di 500. Forse c’è davvero qualche conto che non torna e i Comuni, che hanno capito che il vento in Europa ha cambiato direzione, si affidano alla crociera su Mediterranea.