Il fatturato di BF fa un balzo a 3 miliardi

Con l’acquisto della Fratelli Martini, il gruppo BF spa raddoppia quasi il giro d’affari avvicinandosi ai tre miliardi di fatturato l’anno. Il calcolo è presto fatto: il gruppo guidato dall’ad Federico Vecchioni a fine 2024 aveva messo a segno un valore della produzione di 1,5 miliardi, risultato che, se unito a quello della F.lli Martini di 1,2 miliardi, porta il totale del gruppo a 2,7 miliardi di euro. Si tratta a tutti gli effetti di una tra le più importanti operazioni nell’agroindustria negli ultimi dieci anni.
L’accordo è avvenuto attraverso la controllata BF International best fields best food limited, che ha rilevato l’azienda da Trust Girasole, Filippo Martini, Annalisa Martini e Carla Martini dando il via a una società di nuova costituzione.
La F.lli Martini rappresenta un gruppo industriale italiano con oltre 100 anni di storia e presenza integrata in tre aree di business - mangimistica, zootecnica e alimentare - che nel 2024 ha registrato un valore della produzione consolidata di circa 1,2 miliardi di euro e un margine operativo lordo consolidato di circa 72 milioni di euro. Quello dei fratelli Martini appare, insomma, un gruppo le cui competenze possono essere molto rilevanti per BF, soprattutto per quanto riguarda la presenza a livello internazionale.
Il prezzo di acquisto previsto per l’operazione è pari a 220 milioni di euro e l’acquisizione verrà realizzata tramite una holding veicolo (Holdco) che sarà dotata delle risorse necessarie con una struttura mista costituita da equity e debito. In particolare, BFI e alcuni soci reinvestiranno parte del corrispettivo incassato (20 milioni di euro), al fine di detenere una partecipazione di circa il 15% del capitale sociale della nuova realtà.
Gli altri venditori concederanno un finanziamento di 10 milioni di euro, mentre il residuo importo di 190 milioni di euro sarà devoluto alla nuova realtà per 110 milioni di euro da BFI, tramite ricorso a risorse proprie, e per 80 milioni tramite finanziamento da parte di alcune banche.
Sotto il profilo contrattuale, l’accordo prevede il rilascio, da parte dei venditori a favore di BFI e quindi della nuova società, di un set di dichiarazioni e garanzie e di obblighi di indennizzo usuali per operazioni di questo genere. È inoltre prevista la sottoscrizione di una polizza assicurativa a servizio dell’operazione, con funzione di copertura dei rischi tipici di accordi come questo.
Alla data di esecuzione è prevista anche la sottoscrizione di un patto parasociale tra i soci della società di nuova costituzione, destinato a disciplinare diritti e obblighi reciproci, con particolare riferimento alle regole di governance e alla circolazione delle partecipazioni, in linea con la prassi di mercato per operazioni analoghe. Il patto include anche un impegno di lock-up per una durata di cinque anni (un’intesa che blocca la vendita di azioni o quote societarie per un periodo di tempo stabilito).
Inoltre, sono previsti alcuni poteri di veto in capo ai soci re-investitori, la facoltà per questi ultimi di nominare due membri del consiglio di amministrazione, un sindaco effettivo e un sindaco supplente, nonché opzioni di put e call per l’eventuale uscita di questi ultimi dal capitale della nuova società. Queste opzioni sono esercitabili rispettivamente a partire dal 2031 e dal 2032, sulla base di meccanismi di valorizzazione della partecipazione che tengono conto anche di specifiche caratteristiche del gruppo.
Per assicurare continuità gestionale è previsto che Antonio Montanari e Filippo Martini mantengano ruoli apicali all’interno del gruppo Martini. Il perfezionamento dell’operazione è inoltre subordinato a condizioni sospensive, tra cui l’esito positivo delle procedure legate alla golden power e al via libera dell’Antitrust, la sottoscrizione del contratto di finanziamento tra Holdco e gli istituti di credito per il reperimento del supporto finanziario residuo. Al momento si prevede che l’operazione possa diventare operativa entro maggio 2026.
L’intesa si inserisce nella strategia di crescita e integrazione verticale del Gruppo BF, con l’obiettivo di sviluppare modelli produttivi sostenibili, tracciabili e ad alto valore aggiunto in grado di contribuire, anche in ambito internazionale, alla sicurezza alimentare. «Il Gruppo BF intende presidiare la filiera delle proteine animali considerando la stessa strategica per la crescita del valore economico e sociale dei contesti produttivi di suo interesse», ha detto Federico Vecchioni, presidente esecutivo di BF e ad di BF International.






