
In India il record delle vittime, in Italia nell'ultimo decennio dieci morti. Non sempre i rettili più velenosi sono i più pericolosi: alcuni attaccano per pigrizia come la vipera di Russell, che può portare alla pazzia chi è colpito. E una specie uccide senza aprire bocca.Meno di un decimo delle circa 3.500 specie conosciute di serpenti è velenosa, ma ne esiste una capace di mordere senza aprire la bocca. L'hanno scoperta di recente, in Africa, i biologi del Museo di Storia Naturale di Berlino coordinati dal dottor Mark-Oliver Roedel. La nuova specie di «serpente stiletto», battezzata Atractaspis branchi e dotata di zanne che fuoriescono lateralmente dalla bocca, può pugnalare prede, predatori e uomini semplicemente colpendo lateralmente col capo, senza la necessità di spalancare le fauci come fanno gli altri serpenti. Come se non bastasse il rettile, caratterizzato da un corpo cilindrico di colore rossiccio con iridescenze, è in grado di compiere balzi rapidissimi pari alla lunghezza del suo corpo. I biologi - che ne hanno trovati tre esemplari (uno nella foresta pluviale della Liberia nordoccidentale, due nella Guinea sudorientale, all'interno di piantagioni di caffè e banane) - assicurano che l'Atractaspis branchi non è letale per l'uomo: il morso causa dolore acutissimo, tumefazione e necrosi del tessuto ma non uccide.Secondo una stima effettuata dalla Global Snakebite Initiative, il numero dei morsi di serpente ammonta in tutto il mondo a 5,4 milioni l'anno, e i morti sono circa 125.000. Solo in India i serpenti fanno 50.000 morti l'anno, in Italia invece avrebbero ucciso 10 persone negli ultimi dieci anni. I loro veleni sono miscele di sostanze tossiche di cui è noto solo in parte il meccanismo d'azione. Ma non sempre i rettili più velenosi sono anche i più pericolosi. Ci sono serpenti che con un morso potrebbero uccidere decine di uomini, ma che in realtà non mordono (quasi) nessuno e ce ne sono altri, meno velenosi, che mietono moltissime vittime. Il killer più spietato del mondo è la vipera di Russell (Daboia russelii), un grosso serpente (può arrivare a 170 centimetri di lunghezza) diffuso in India e in tutto il sudest asiatico che ogni anno con il suo morso uccide migliaia di persone. La vipera di Russell è nota per iniettare nelle sue vittime una consistente quantità di veleno: dai 20 ai 270 milligrammi (50-60 sono già sufficienti a uccidere un uomo adulto). Gli effetti, immediati, sono dolore, riduzione improvvisa della frequenza cardiaca e crollo della pressione. Il veleno, in pochi istanti, arriva al cervello, dove agisce sull'ipofisi provocando copiose emorragie. Questo serpente, che ama vivere nascosto nell'erba e non di rado si avvicina agli insediamenti umani in cerca di topi o altre prede facili, in realtà ha un carattere mite. Ciò che lo rende pericoloso è proprio la sua pigrizia: pur di non spostarsi, attacca. E, grazie alle sue qualità mimetiche, quando ci si accorge della sua presenza di solito, è troppo tardi. L'elevatissimo numero di morti che causa ogni anno in India è conseguenza dell'estrema povertà di queste zone: la maggior parte dei contadini, non indossando le scarpe, è facile vittima del rettile. E anche chi riesce a sopravvivere al veleno rischia danni seri e permanenti. Secondo uno studio pubblicato su Lancet, il 29% di coloro che non soccombono al morso della vipera di Russell sviluppa l'ipopituitarismo, una disfunzione causata dall'improvvisa riduzione nella secrezione di ormoni prodotti dall'ipofisi. Le conseguenze sono perdita di barba e peli pubici per gli uomini, delle curve su seno e fianchi per le donne e, per entrambi, la sterilità. Nei casi più gravi il morso di questo rettile può portare fino alla perdita di alcune funzioni cerebrali e alla pazzia.Molto più velenoso della vipera di Russell è il taipan occidentale o dell'interno (Oxyuranus microlepidotus). Con un singolo morso questo rettile è in grado di iniettare circa 110 milligrammi di veleno (anche se la media si attesta sui 40 milligrammi), quantità sufficiente per uccidere un centinaio di essere umani e oltre 200.000 topi. Questo rettile australiano, che può raggiungere i due metri di lunghezza e i 16 chilometri all'ora di velocità ed è progettato per mordere velocemente e con molta precisione, è circa 7 volte più velenoso di un serpente a sonagli e 50 volte più velenoso di un cobra. Il veleno consiste in un complesso cocktail di tossine con azioni differenti che vanno dalla paralisi all'emorragia interna (per via degli anticoagulanti), dal disgregamento dei muscoli al blocco renale. La morte della vittima avviene per collasso generale degli organi. Una fine rapidissima per i ratti di cui si nutre il serpente, un pericolo mortale, potenzialmente, anche per noi. Fortunatamente, però, il taipan dell'interno è molto timido e solitario: preferisce sottrarsi al pericolo piuttosto che attaccare. Era il 1879 quando il paleontologo irlandese Frederick McCoy descrisse per la prima volta due esemplari di questo serpente nelle regioni semiaride dello stato di Victoria, in Australia. Un altro esemplare fu descritto nel 1882 dallo scozzese William MacLeay, dopo di che calò il silenzio: nessuno ne ha più visto uno sino al 1972, per ben 90 anni. A oggi, per stimare i numeri di questo rettile, non c'è ancora un'indagine della International Union for Conservation of Nature, l'ente che si occupa di censire le specie. Certo è che in natura non esistono casi di incidenti con questa creatura rara, timida e schiva: tutti gli avvelenamenti da morso di taipan sono avvenuti mentre si maneggiavano animali tenuti in cattività. L'ultimo caso è stato quello di un diciannovenne australiano, Nathan Chetcuti, sopravvissuto per un soffio al morso del serpente nel novembre del 2017, mentre lo maneggiava per rimetterlo nella teca in cui lo custodiva. Un antidoto al morso del taipan esiste, ma spesso rimangono danni permanenti e comunque servono mesi per guarire. Più pericoloso del taipan, seppur meno velenoso, è il mamba nero (Dendroaspis polylepis) che vive in tutta l'Africa. Questo gigantesco e velocissimo serpente (raggiunge i quattro metri di lunghezza e i 20 chilometri all'ora), noto per la sua aggressività, può uccidere un uomo con due sole gocce di veleno. È anche detto «sette passi» perché un suo morso non lascerebbe il tempo alla vittima di fare sette passi prima di morire. Si tratta di una leggenda, ma non troppo lontana dalla realtà: il veleno del mamba nero uccide in 15 minuti. Tanto per fare un paragone, il morso del più pericoloso tra i cobra, il cobra delle Filippine (Ophiophagus hannah), ci mette mezz'ora. Molto più subdola la vipera della morte (Acanthophis antarcticus) che vive in Australia e in Nuova Guinea. Chi viene morso può non sentire alcun sintomo anche per 48 ore ma poi muore stroncato dalla paralisi degli arti e degli organi vitali.
(Getty Images)
Dopo 90 anni al timone, cessione da 3 miliardi. Il governo può valutare il golden power.
Ansa
Dieci anni fa scoppiò il Dieselgate, la truffa di Volkswagen sulle emissioni scoperta dagli statunitensi, già in guerra commerciale con Berlino. Per riprendersi, l’azienda puntò sull’elettrico e ottenne il sostegno di Ursula. Ma ad approfittarne sono stati i cinesi.
Alice Weidel (Ansa)
I Maga sfidano le censure del Vecchio continente: la vice di Alice Weidel e un militante escluso dalle elezioni per sospetti sulla sua «lealtà alla Costituzione» vanno a Washington dai funzionari di Marco Rubio e di Jd Vance.
Paolo Longobardi (Getty images)
Il presidente di Unimpresa: «Va data sicurezza alle transazioni delle pmi che operano in più valute. L’Occidente imponga standard di qualità contro la concorrenza sleale».