2021-12-29
Odissea dei test e vaccinati in gabbia. Il castello di carte (verdi) è crollato
Code per scoprire se il virus ha colpito, Ats ingolfate, «immunizzati» e guariti abbandonati in casa. Non solo, i medici di Milano denunciano: «Pazienti con ricetta cacciati via». Le leggi inapplicabili presentano il conto.All’inizio di dicembre su queste pagine avevamo scritto che quando le persone avrebbero capito che quello a cui si sono aggrappate psicologicamente in questi mesi (col vaccino «siamo salvi» e si sta «dentro» la società) è un castello di carta, sarebbe aumentato il disagio sociale già alimentato dalla polarizzazione del dibattito tra buoni e cattivi, tra vaccinati e «untori». Ecco, quel momento sembra arrivato. Almeno a giudicare dagli effetti del caos sui tamponi e sulle quarantene, dai medici di base che non rispondono, dalle Ats che sono ingolfate. Da quello che con 2,5 milioni di italiani in isolamento comincia a somigliare a un lockdown dei vaccinati. A Milano la situazione sta diventando ormai ingestibile. «Alcune strutture sanitarie stanno mandando via cittadini che vogliono farsi il tampone nonostante abbiano la prescrizione del medico di medicina generale. È un fatto grave», ha detto ieri all’agenzia Agi Roberto Carlo Rossi, il presidente dell’Ordine dei medici del capoluogo lombardo che ha ricevuto più segnalazioni «da parte di colleghi ai quali i pazienti hanno riferito di essere stati mandati via, in alcuni casi anche in modo brusco». Nei giorni scorsi, Rossi aveva segnalato le lamentele dei medici di base per il malfunzionamento del portale gestito da Ats Milano per la prenotazione dei tamponi da parte dei medici. E aveva poi fatto sapere che la Regione aveva autorizzato la richiesta del tampone con semplice foglio di ricettario o mail del medico al paziente proprio per ovviare alle difficoltà del portale. La task force sui tamponi voluta dalla vicepresidente Letizia Moratti e guidata da Guido Grignaffini assicura che da domani sarà attivo un nuovo centro tamponi massivo a Gallarate, in provincia di Varese, mentre vengono progressivamente aggiunte otto nuove linee tampone al centro milanese di Trenno ed è in fase di allestimento un nuovo centro tamponi a Rho-Fiera Milano, che sarà operativo nei prossimi giorni. Grignaffini ricorda inoltre «di aver invitato tutte le Asst ad ampliare le sedi e gli orari dedicati ai tamponi», mentre la direzione generale Welfare invierà una lettera a medici di medicina generale e pediatri di libera scelta per sensibilizzarli circa la necessità di effettuare direttamente i tamponi ai propri assistiti, evitando loro inutili e talvolta rischiosi spostamenti. «Dopo la prima riunione di insediamento della task force», spiega, «ho chiesto anche alle farmacie la disponibilità ad allungare gli orari serali del servizio tamponi e a dedicare alcuni orari specifici ai cittadini che necessitano di tampone a seguito di contatti stretti». La direzione generale Welfare ha già concordato con Federfarma l’invio di una richiesta formale che l’associazione si prenderà cura di trasmettere urgentemente ai propri associati per le adesioni. In Regione, intanto, si assiste a curiose «conversioni» come quella della consigliera lombarda del Pd Carmela Rozza, che ieri ha chiesto di chiamare «tutto il privato accreditato al servizio pubblico per eseguire i test e per vaccinare il più in fretta possibile la popolazione non ancora coperta dalla terza dose o in attesa della prima, come gli under 12. La lotta al Covid non può essere uno sforzo solo della sanità pubblica». A complicare le cose ci si sono messi pure gli hacker: da lunedì notte l’infrastruttura informatica che fa capo alla Asst di Lecco è sotto attacco informatico. Risultano infetti diversi sistemi server, in parte della rete interna dell’ospedale e in parte in private cloud erogato dai datacenter di Aria Spa. La connettività Internet in uscita è stata disattivata ed è stata realizzata una gestione dedicata per consentire ai centri vaccinali di portare avanti le attività preposte. I backup non sono stati compromessi e saranno utilizzati per ripristinare i sistemi. Nel resto d’Italia non va meglio. In Toscana per ridurre la richiesta di tamponi diventata insostenibile il presidente, Eugenio Giani, ha firmato un’ordinanza in base alla quale da oggi il tampone antigenico rapido sarà sufficiente per stabilire la positività al Covid, senza ricorrere alla successiva verifica col tampone molecolare. Il test inoltre sarà valido anche per stabilire la fine dell’isolamento e della quarantena. In Veneto il presidente Luca Zaia teme che finiscano i reagenti e anche i tamponi «perché qualche segnale sta arrivando dai mercati». Anche il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, chiede di aumentare gli approvvigionamenti di reagenti. Lo stato di emergenza, prorogato di recente, servirebbe però proprio a questo, Ovvero a poter fare gli acquisti necessari tempestivamente e senza intoppi burocratici. Invece mancano tamponi e cominciano ad aumentare anche i prezzi delle mascherine Ffp2. Soprattutto, il tracciamento è andato in tilt tanto che oggi le Regioni ìnvieranno un documento al Cts chiedendo l’azzeramento della quarantena per le persone che hanno copertura vaccinale, in particolare quelle con terza dose, per colpa dello stravolgimento del sistema di contact tracing, saltato in diversi territori. Al caos di oggi, però, si aggiungerà quello delle prossime settimane. Quando ci saranno i rientri a scuola e la «coda» dei cenoni di Capodanno e delle feste in casa (visto che eventi all’aperto e discoteche sono stati chiusi). Non solo. Molti di quelli che sono in attesa di farsi un tampone ma avevano già fissato il booster a breve si chiedono: se uno si ammala di Covid ma non riesce a tamponarsi poi che succede? Deve fare comunque il richiamo perché non risulta ufficialmente malato o guarito? Le domande aumentano, insieme alla confusione.
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