Il cancelliere scende in campo in prima persona: «Unicredit deve fermarsi: approccio ostile che non accettiamo».La situazione si fa sempre più difficile per Unicredit, i cui progetti di espansione continuano a essere ostacolati dai governi. Sia in Italia sia in Germania. In difesa di Commerzbank è sceso in campo direttamente il cancelliere Friedrich Merz. In una dichiarazione pubblica, ha lanciato l’avvertimento. «Unicredit deve fermarsi, la Germania non ha bisogno di una concentrazione bancaria che metta a rischio la stabilità finanziaria del nostro Paese», ha dichiarato in conferenza stampa mettendo così un punto fermo sulla questione della possibile scalata a Commerzbank.«Ho già parlato con l’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel » ha detto il cancelliere «Il suo è un modo di procedere poco amichevole che non accettiamo né sosteniamo»Non è solo una battaglia finanziaria quella in gioco, ma anche un'istanza di protezione dell’equilibrio geopolitico che da sempre caratterizza la Germania come custode della stabilità economica dell’Eurozona. La preoccupazione, infatti, riguarda l’eventualità che Unicredit, un gruppo già consolidato, diventi ancora più potente e ingombrante con l’acquisizione di una delle principali banche tedesche. La mossa di Merz appare come una chiara manifestazione di forza, ma allo stesso tempo di difesa di un modello finanziario che non sembra offrire spazio a un altro gigante bancario sul suo terreno. Il governo tedesco detiene ancora il 12% di Commerzbank ed è il secondo azionista dopo la banca italiana che possiede il 20%. Il cancelliere tedesco ha spiegato che l’ostilità alla fusione non contraddice il desiderio della Germania di avere un mercato dei capitali forte, ampio e profondo in Europa, perché questo non dipende solo dalle banche, ma esistono altre istituzioni che, a suo avviso, sono ancora più importanti, ad esempio le Borse valori.Ma non c’è solo la Germania. Anche in Italia le cose non sono tranquille per Unicredit. Ieri scadeva il termine per rilanciare sull’offerta per Banco Bpm, dato che l’Ops terminerà mercoledì 23 luglio. Tuttavia, la situazione appare tutt’altro che definita. C’è ancora una possibilità. Il presidente della Consob, Paolo Savona, ha lasciato intendere che l’offerta potrebbe essere nuovamente sospesa. Le indicazioni arrivate dal Tar e dalla Commissione Ue potrebbero avere un impatto determinante sulla validità dell’offerta.A questo punto, viste le resistenze, la strategia di Unicredit sembra essere appesa a un filo sottilissimo.
Zohran Mamdani (Ansa)
Il pro Pal Mamdani vuole alzare le tasse per congelare sfratti e affitti, rendere gratuiti i mezzi pubblici, gestire i prezzi degli alimentari. Per i nostri capetti progressisti a caccia di un vero leader è un modello.
La sinistra ha un nuovo leader. Si chiama Zohran Mamdani e, anche se non parla una sola parola d’italiano, i compagni lo considerano il nuovo faro del progressismo nazionale. Prima di lui a dire il vero ci sono stati Bill Clinton, Tony Blair, José Luis Rodriguez Zapatero, Luis Inàcio Lula da Silva, Barack Obama e perfino Emmanuel Macron, ovvero la crème della sinistra globale, tutti presi a modello per risollevare le sorti del Pd e dei suoi alleati con prime, seconde e anche terze vie. Adesso, passati di moda i predecessori dell’internazionale socialista, è il turno del trentaquattrenne Mamdani.
Antonio Forlini, presidente di UnaItalia, spiega il successo delle carni bianche, le più consumate nel nostro Paese
Ursula von der Leyen (Ansa)
Sì al taglio del 90% della CO2 entro il 2040. Sola concessione: tra due anni se ne riparla.
L’Europa somiglia molto al gattopardo. Anzi, a un gattopardino: cambiare poco perché non cambi nulla. Invece di prendere atto, una volta per tutte, che le industrie europee non riescono a reggere l’impatto del Green deal e, quindi, cambiare direzione, fanno mille acrobazie che non cambiano la sostanza. Per carità: nessuno mette in dubbio la necessità di interventi nell’ambiente ma, fatti in questo modo, ci porteranno a sbattere contro un muro come abbiamo già ampiamente fatto in questi anni.
Ansa
L’aggressore di Milano aveva avuto il via libera dal Tribunale di Brescia nel 2024.
È la domanda che pesa più di ogni coltellata: come è stato possibile che, nel dicembre 2024, il Tribunale di Sorveglianza di Brescia - competente anche per Bergamo - abbia dichiarato «non più socialmente pericoloso» Vincenzo Lanni, l’uomo che lunedì mattina, in piazza Gae Aulenti, ha colpito una donna sconosciuta con la stessa freddezza di dieci anni fa? «La cosa che mi ha più colpito», spiega Cinzia Pezzotta, ex avvocato di Lanni, alla Verità, «è che abbia ripetuto le stesse parole di quando aveva aggredito due anziani nell’estate del 2015. Anche allora si era subito accertato che stessero bene, come adesso».






