2019-07-23
Il terapeuta dei bimbi di Bibbiano accusato di maltrattare i suoi figli
Gli inquirenti si basano su alcune sulle intercettazioni di «Angeli e demoni». Il gip: «Personalità violenta e impositiva». Ma lui attacca: «Chi discute l'immagine sacra della famiglia diventa bersaglio di rabbia cieca».Finalmente abbiamo capito da dove nasce il caso Bibbiano. Non c'entrano nulla le amministrazioni delle Regioni rosse. Macché: è tutto un complotto della destra. Anzi, dell'estrema destra. Una trama nera, dunque, una schifezza interamente ordita dai fascisti per screditare il Partito democratico, il mondo Lgbt e alcuni stimatissimi professionisti della psiche. Tra questi ci sarebbe ovviamente Claudio Foti, il fondatore del centro Hansel e Gretel. Nei giorni scorsi gli hanno tolto gli arresti domiciliari e un capo di imputazione. Gli restano un'accusa di abuso d'ufficio e l'obbligo di dimora a Pinerolo. Soprattutto, però, da ieri Foti è indagato anche per maltrattamenti nei confronti della moglie e dei figli. La Procura di Reggio Emilia è arrivata a formulare la contestazione dopo aver ascoltato le intercettazioni telefoniche effettuate nell'ambito dell'inchiesta «Angeli e demoni» e riguardanti altri reati. In particolare, sono state sentite con attenzione le conversazioni della moglie di Foti, la psicologa Nadia Bolognini (anche lei indagata) e da lì è balenato il nuovo reato. Del resto, di maltrattamenti si parlava esplicitamente anche nell'ordinanza del gip di Reggio Emilia, il quale definiva il terapeuta «portatore di una personalità violenta e impositiva». È probabile, in realtà, che il nuovo fascicolo venga stralciato e che a occuparsene siano in futuro i magistrati piemontesi. In ogni caso, la posizione dello psicologo non è delle più semplici. Eppure, Foti continua a parlare come un martire. Domenica, su Facebook, ha pubblicato un lunghissimo commento intitolato «Da dove nascono l'odio e le minacce di morte contro le persone che operano nel campo della tutela dei bambini». Già, come se a Bibbiano fosse l'odio il problema e non i bimbi ingiustamente tolti alle famiglie per essere affidati persino ad amici ed ex conviventi dei responsabili dei servizi sociali del luogo. «Piovono minacce quotidiane, anche di morte, non solo nei miei confronti o nei confronti del centro studi Hansel e Gretel - in quanto investiti nella bufera mediatica della vicenda Bibbiano - ma anche nei confronti di un'area vasta di assistenti sociali, case famiglia, comunità e talvolta anche giudici minorili impegnati sul fronte dell'allontanamento dei bambini», scrive Foti. Ovvio: è tutta una persecuzione, un attacco ideologico a chi vuole solo fare del bene. «Gli operatori che si occupano di tutela, di abusi, che mettono in discussione l'immagine sacra e idealizzata della famiglia diventano il bersaglio di una rabbia talvolta cieca e distruttiva», aggiunge il terapeuta. «Laddove c'è un processo di cambiamento sociale (in questo caso la nuova attenzione al tema della tutela dei bambini) si crea sempre una reazione sociale ostile, tanto maggiore è la posta del cambiamento in gioco. Si crea un conflitto che caratterizza e caratterizzerà una fase storica. Si crea un conflitto politico nel senso che coinvolge l'intera comunità, l'intera polis».Tutto chiaro. Secondo Foti c'è una guerra in atto: «Da un lato la componente professionale, sociale e culturale impegnata nella protezione dei bambini, dall'altro una componente sociale, culturale e anche professionale che tenta di colpevolizzare e, se possibile, demonizzare chi fa emergere dal sommerso gli abusi e le violenze ai danni dei bambini, una componente reattiva che tenta di colpire in ogni modo chi favorisce gli allontanamenti dai genitori naturali, quando, purtroppo, si rivelano indispensabili (per impedire che i bambini vengano rovinati dalla prospettiva di restare in famiglia)».In sostanza, ci sono le forze oscure della reazione che stanno cercando di danneggiare chi vuole portare la luce del progresso. «La vicenda di Bibbiano, per come è stata presentata, deformata e spettacolarizzata, consente a questa opposizione sociale di trasformare gli operatori in violentatori di bambini, creando il massimo di confusione», spiega ancora il fondatore di Hansel e Gretel. In realtà, nessuno ha mai parlato di operatori che violentano i bambini. Semplicemente sono stati esposti dei fatti, e sono stati citati numerosi scandali passati in cui i minori sono stati ingiustamente tolti alle famiglie. Foti, però, su Veleno, Rignano Flaminio, Biella eccettera non dice nulla. In compenso la butta in politica.«Questa reazione di opposizione alla tutela, agli allontanamenti, all'emergere degli abusi», dice, «viene cavalcata poi dalle forze politiche della destra e della destra estrema, ma sarebbe un errore pensare che si origini dalla politica intesa come partiti, quando invece si origina innanzitutto nella comunità sociale». Il terapeuta non ne ha solo per i politici, ma anche per chi ha partecipato, nei giorni scorsi, alle fiaccolate di Bibbiano per chiedere verità e giustizia. Tra tutti costoro ci sarebbe pure «un'area vasta di persone disinformate», ma soprattutto ci sarebbe «un'area di fanatici che necessita sempre di un bersaglio su cui scatenare il proprio odio per sentirsi finalmente dalla parte del bene». A completare il quadro, infine, soffierebbero sul fuoco «soggetti interessati a una strumentalizzazione politica di questa reazione sociale». Insomma, è tutto un complotto della destra. A cui credono disinformati e fanatici. Colpisce il fegato con cui Foti continua ad attaccare chi lo critica senza mai fare cenno a eventuali errori commessi. Colpisce ancora di più che la sua linea e quella espressa da vari esponenti del Pd sul caso Bibbiano, sostanzialmente coincidano.
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco