2020-02-27
Nuova giravolta: «Toni bassi». Ma derby d’Italia blindato, il governo è fuori controllo
I ministri Federico D'Inca', Roberto Speranza ed Elena Bonetti (Ansa)
Dopo le sue comparsate ansiogene, il premier accusa la Rai di terrorismo. Follia figlia del cambio di strategia in corsa. Così come la frenata sui tamponi e i bar (mezzi) riaperti.Alla Camera via libera di Lega, Fi e Fdi alle prime norme sull'emergenza. Esercito con funzioni di polizia.Lo speciale contiene due articoliTamponi per tutti, tamponi per pochi; bar e musei serrati, bar e musei da riaprire; scuole deserte, scuole in attività; toni bassi in tv, ma derby d'Italia con stadio deserto in mondovisione. Sarà che la gente, più che dal coronavirus, s'è fatta contagiare dalla paura. Però pure chi dovrebbe proteggerla sembra preda, se non del panico, della confusione totale.Sulla gestione dell'emergenza sanitaria, abbiamo assistito a una sfilata imbarazzante di tira e molla, fughe in avanti e marce indietro, accordi e disaccordi tra il governicchio e le Regioni (e in qualche caso, persino i Comuni hanno preso iniziative estemporanee). E la mancanza di una direzione chiara non ha contribuito a placare le ansie della popolazione, nonostante la parola d'ordine, in queste ora, sia «stop all'allarmismo».Cominciamo dall'inversione a U sui test diagnostici. Scoppiata l'epidemia in Lombardia e Veneto, è partita un'affannosa rincorsa al tampone. Sabato scorso, in diretta al Tg 2, il sindaco di Vo' Euganeo dichiarava di voler sottoporre all'esame l'intera cittadinanza. La moltiplicazione dei tamponi - da noi ne sono stati somministrati circa 10.000, contro i circa 500 della Francia, i circa 1.000 della Germania, i circa 6.500 del Regno Unito - ha infiammato la polemica. E così, come annunciato ieri da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e come ribadito dal commissario, Angelo Borrelli, la strategia è cambiata: tamponi solo a chi presenta i sintomi. Giusto. Ma se fino a tre giorni fa si accarezzava l'ipotesi di analizzare mezza Italia, come si può pretendere che le persone adesso si convincano che esami approfonditi sono inutili? Ci siamo comportati - comprensibilmente - come se ci aspettasse l'apocalisse zombi. Se l'allarme è sproporzionato, la colpa è di chi non l'ha gestito subito razionalmente. E ha lasciato campo libero alle decisioni, talora contraddittorie, dei governatori, per poi invocare i pieni poteri.Pensate al coprifuoco per i pub. La Lombardia ne aveva disposto la chiusura a partire dalle 18. Sulla Verità ci siamo chiesti: il coronavirus si sveglia al tramonto? E se lo scopo - sacrosanto, per carità - era evitare gli assembramenti, perché ci si è premurati di bandire gli aperitivi meneghini e non le colazioni al bar? Contrordine, dunque: la Regione ha chiarito che i locali possono restare aperti, purché il servizio sia limitato ai tavoli all'aperto. Milano in questi giorni è semideserta, però siamo sicuri che i tavolini siano sempre disposti a due metri l'uno dall'altro, a prova di contagio? Anche qui, tuttavia, la tirata d'orecchie se la merita Giuseppe Conte: se voleva evitare svarioni dei governatori, non poteva svegliarsi subito, anziché farsi scappare la situazione di mano e poi minacciare usurpazioni, aprendo una polemica dal chiaro obiettivo anti leghista con Attilio Fontana, nel bel mezzo dell'emergenza?Regna il caos pure sull'obbligo di comunicare alla Asl eventuali viaggi nella zona rossa: le Regioni, infatti, ieri non hanno siglato l'ordinanza, perché non condividono il provvedimento.Per non parlare del braccio di ferro con il presidente delle Marche, Luca Ceriscioli, bloccato dal premier mentre annunciava in diretta la chiusura delle scuole. Conte si è detto «sorpreso» dall'intenzione del governatore dem di tirare dritto con l'ordinanza (Giuseppi cade ancora dal pero, come con il numero di contagi). Nel frattempo, pure la Campania ha disposto la chiusura delle scuole fino a sabato. Per il governicchio, è una misura non necessaria. I presidenti di Regione vogliono tutelare sé stessi e i cittadini, pure a costo di esagerare. In questo tiro alla fune, da che parte pende la ragione? Se nemmeno i governatori si fidano di Conte, perché devono farlo i cittadini? E poi, a cosa è servito blindare i musei a Milano, se il sindaco Beppe Sala ora chiede al titolare del Mibact, Dario Franceschini, di rimetterli in servizio? Perché i musei sì ma cinema e teatri no? E quali elementi scientifici dimostrano che l'epidemia è sotto controllo o in remissione, giustificando la riapertura? Al contrario, è la stessa Oms a paventare il pericolo pandemico: «Il mondo non è pronto». D'altro canto, nel giorno in cui Repubblica scriveva di una telefonata partita da Palazzo Chigi all'ad della Rai, Fabrizio Salini, per chiedere alla tv pubblica di tenere i toni bassi in tg e talk show, veniva ufficializzato che Juventus-Inter si giocherà a porte chiuse. Sarà uno spettacolo surreale: una sfida scudetto trasmessa in mondovisione che si svolge in un silenzio tombale, rotto solo dalle imprecazioni degli allenatori. Il tutto, mentre le autorità francesi hanno dato il via libera ai tifosi bianconeri, che ieri sera hanno seguito i loro beniamini a Lione. Se il coronavirus è più o meno come l'influenza, se uccide soltanto i vecchi già malati, se in 4 casi su 5 provoca sintomi lievi, perché vietare al pubblico l'Allianz Stadium di Torino?Anziché tranquillizzare il popolo di cui si proclamò avvocato, Giuseppi, che ha reclamato pieni poteri come un Matteo Salvini qualunque, sortirà l'effetto opposto. Le sue incertezze paiono il goffo maquillage di una situazione grave. Tanto più se, con il contributo di qualche virologo cooptato alla causa governativa, comincia a circolare la nuova suggestione medica: i positivi al virus non sono malati. I giallorossi, chiaramente, non si spingeranno fino a rivedere al ribasso i contagi censiti finora (mica siamo in Cina...). Però il meccanismo, insieme alla stretta sui tamponi, da oggi in poi potrebbe aiutare a limitare la casistica, simulando progressi inesistenti. E quest'ennesimo cambio in corsa alimenterà il timore più grande degli italiani: che qualcuno li prenda in giro e provi a occultare una sciagura.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/nuova-giravolta-toni-bassi-ma-derby-ditalia-blindato-il-governo-e-fuori-controllo-2645289800.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="opposizione-responsabile-vota-si-al-decreto" data-post-id="2645289800" data-published-at="1760688882" data-use-pagination="False"> Opposizione responsabile: vota sì al decreto Alla Camera passa con 462 voti a favore e solo due contrari (tra cui Vittorio Sgarbi che ha dichiarato «chi vota a favore è responsabile di procurato allarme») il decreto che contiene le misure urgenti per fronteggiare la diffusione del contagio da coronavirus. Ora la palla passa al Senato. I leghisti ieri avevano dato chiara disponibilità a fare la loro parte e dire sì al provvedimento. «Votiamo per gli italiani e non per questo governo che dovrebbe andare a casa il più presto possibile», ha detto in aula Rossana Boldi della Lega. La stessa linea collaborativa è arrivata anche da Forza Italia e Fratelli d'Italia (due forze di opposizione che per la verità, soprattutto la prima, hanno sin da subito mostrato un atteggiamento non ostile sul tema). L'opposizione, insomma, ha scelto di non mettersi di traverso e mettere il bene degli italiani colpiti a vario titolo dal virus in primo piano. Rispetto al testo originario, il provvedimento è passato in commissione Affari sociali con alcune piccole modifiche. La prima novità riguarda i militari impegnati nell'assicurare l'esecuzione delle misure sul coronavirus. A questi ultimi dovrà essere attribuita la qualifica di agenti di pubblica sicurezza. È stato approvato inoltre anche un emendamento dei deputati delle Autonomie per fare salve le competenze delle Regioni a statuto speciale e delle province autonome. Più in generale, il contenuto del decreto legge numero 6 del 23 febbraio 2020 è ormai in gran parte noto. In primis, c'è l'isolamento delle cosiddette zone rosse. Per le aree interessate dal contagio (quelle maggiori sono in Lombardia e Veneto) sono previsti il divieto di allontanamento e di accesso, la sospensione di manifestazioni di qualsiasi tipo, la chiusura di scuole e università e dei musei (ieri il sindaco di Milano ha chiesto di riaprirli), la quarantena per chi ha avuto contatti stretti con casi conclamati di malattia, la chiusura delle attività commerciali ad esclusione di quelle per l'acquisto di beni di prima necessità, la chiusura o limitazione degli uffici pubblici, la sospensione delle attività lavorative per le imprese, a esclusione di quelle che erogano servizi essenziali e di pubblica utilità e di quelle che possono essere svolte in modalità domiciliare. All'interno del testo del decreto, inoltre, si è voluto puntare l'accento anche sul lavoro da casa. Il lavoro agile o smart working diventa applicabile, «in via automatica» fino al 15 marzo nelle regioni al momento interessate dai contagi. In poche parole, ora per le aziende diventa molto più facile a livello burocratico permettere ai dipendenti di lavorare in remoto. Stop anche alle competizioni sportive nelle zone colpite dall'epidemia. Restano consentite le partite o gli allenamenti a porte chiuse nei Comuni che non figurano all'interno della zona rossa del contagio. Bloccate anche fino a metà marzo le gite scolastiche le visite culturali, i progetti di scambio e di gemellaggi. In più, la norma stabilisce che le assenze degli studenti superiori ai cinque giorni vadano giustificate con un certificato medico. In molte regioni, di norma, non è necessario portarlo. Via anche all'insegnamento a distanza in tutti quei Comuni dove scuole e università sono chiuse. Nelle regioni più colpite dal virus sono stati sospesi anche gli esami per avere la patente di guida che normalmente si tengono alla Motorizzazione. Giù le serrande, infatti, per gli uffici della Motorizzazione civile di 14 province (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Milano, Padova, Parma, Pavia, Piacenza, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza). A questo decreto, va ricordato, se ne aggiungeranno altri due. Come ricordato dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, sono in arrivo altri due provvedimenti mirati a limitare i danni del virus sul piano economico. Il primo riguarderà norme specifiche per la zona rossa, che dovrebbe arrivare venerdì e un altro focalizzato sulle imprese del turismo, il settore forse più colpito da quando l'epidemia del virus Covid-19 è scoppiata. In questo caso dovremo attendere almeno una decina di giorni per vedere un decreto.
Sergio Mattarella con Qu Dongyu, direttore generale della FAO, in occasione della cerimonia di inaugurazione del Museo e Rete per l'Alimentazione e l'Agricoltura (MuNe) nella ricorrenza degli 80 anni della FAO (Ansa)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 ottobre con Flaminia Camilletti