Entro fine settembre raggiungeremo l'80% di vaccinati: dato sopra la media Ue. Ma continuano le spinte sui giovani, che rischiano meno dalla malattia. Gli insegnanti risultano protetti al 90%: perché accanirsi? Meglio concentrarsi semmai sulle fasce più anziane.
Entro fine settembre raggiungeremo l'80% di vaccinati: dato sopra la media Ue. Ma continuano le spinte sui giovani, che rischiano meno dalla malattia. Gli insegnanti risultano protetti al 90%: perché accanirsi? Meglio concentrarsi semmai sulle fasce più anziane.A che punto siamo della campagna vaccinale? Quanti mancano all'appello per singole fasce di età? Come è posizionata l'Italia rispetto agli altri Paesi, non solo europei, come ritmo di somministrazioni? Siamo così indietro da dover invocare un obbligo vaccinale generalizzato? Per rispondere facciamo parlare i numeri e le classifiche. Come quella sulle dosi somministrate nelle singole nazioni aggiornata al 27 agosto dove vediamo Malta al primo posto con l'80% della popolazione totale che risulta completamente vaccinata, seguita da Islanda (76,8%) ed Emirati Arabi Uniti (74,2%). L'Italia si piazza al quindicesimo posto nel mondo con il 62,9% (71,2% se si considera almeno una dose; in questo caso i dati sono aggiornati al 28 agosto), al di sopra della media dell'Unione europea (57,1%) nonché di Israele (62,2%), Regno Unito (62,1%) e Francia (57,7%). il commissarioAndiamo ora a guardare i numeri aggiornati dal ministero della Salute e pubblicati anche sul sito del governo. Ebbene, alle ore 17.07 di ieri il totale di dosi inoculate risulta pari a 76.888.851. Per un totale di persone che hanno completato il ciclo vaccinale di 37.301.764. Ovvero il 69,06% della popolazione over 12 oggetto della campagna vaccinale. La media delle somministrazioni giornaliere è tornata ad aumentare dopo aver toccato il punto più basso come non accadeva da fine marzo. Ma andiamo a vedere le singole fasce di età. E qui si fa più interessante concentrare l'attenzione sul numero delle persone che ancora mancano all'appello piuttosto che sulle percentuali. Con l'imminente ripresa della scuola, l'attenzione è tutta sulla fascia compresa tra i 12 e i 19 anni. Al momento risulta vaccinato con doppia dose (o con il siero monodose) il 31,16% (il 52,79% con una dose) di una platea di 4.627.514. Secondo l'ultima nota diffusa dalla struttura commissariale, inoltre, le somministrazioni/dose unica per la fascia 12-15 hanno superato il 40% della platea vaccinabile (molte famiglie stanno inoltre aspettando di tornare dalle ferie per consultare il proprio pediatra per i figli più piccoli), mentre la fascia 16-19 ha oltrepassato la soglia del 67%. La fetta degli adolescenti ancora scoperti è solo poco più grande rispetto a quella degli italiani senza nemmeno una dose della fascia 40-49 anni, immunizzata al 64,61% (69,03% con prima dose) di una platea complessiva di 8.795.919 persone. E non lontanissima nemmeno dai numeri dei non vaccinati tra i 30-39 anni (il 56,79% del totale di 6.794.332 è completamente immunizzato e il 66,04% ha ricevuto almeno il primo shot). Ottimo il trend anche per i 20-29 con il 57,23% immunizzato (71,09% con prima dose) su una platea totale della fascia di 6.013.709 giovani. Quindi il nocciolo duro va cercato non tra gli under 40, ma tra i 40 e i 60 anni. Gli italiani - e soprattutto quelli più giovani - non fuggono dal vaccino, anzi. Tra pochi giorni ricominceranno le lezioni e secondo l'ultimo report settimanale della struttura commissariale, tra il personale scolastico le prime dosi e le dosi uniche sono state iniettate al 90,4% di insegnanti, collaboratori e assistenti. In numeri assoluti: su 1.449.188 aventi diritto al vaccino solo 138.435 non hanno ancora avuto neppure una dose. Sono il 9,5%. I vaccinati che hanno completato il ciclo sono l'84,2%. Calcolando anche coloro che hanno il green pass perché guariti dal Covid oppure perché esonerati per motivi di salute, il numero dei non vaccinati è ancora più basso. Insistere con l'allarme scuola, dunque, sembra portare acqua solo al mulino della Dad.«L'obiettivo dichiarato a marzo di vaccinare l'80% della popolazione over 12 anni, sarà pienamente completato entro il 30 settembre», ha assicurato il commissario Francesco Paolo Figliuolo. Di fatto allontanando l'ipotesi di valutare un obbligo vaccinale generalizzato. Per chi non si fida delle promesse guardiamo, ancora una volta, i numeri. La popolazione italiana secondo gli ultimi dati Istat ammonta a 59.257.566 di residenti. La popolazione vaccinabile è composta da tutti gli over 12, ovvero 53,4 milioni di persone. Il numero di giorni necessario per raggiungere l'80% si ottiene quindi dividendo il numero di dosi rimanenti da somministrare e il numero medio (media mobile a sette giorni) di dosi somministrate ogni giorno. L'ultima media mobile è di 244.290. Di queste 2.345 sono monodose. A questo ritmo ci vorrebbero 29 giorni per coprire l'80% della popolazione vaccinabile. L'obiettivo sarebbe raggiunto il 26 settembre. Questo a livello nazionale. Le date cambiano però facendo la stessa simulazione per ciascuna regione. Quella più in ritardo è la Provincia autonoma di Bolzano dove si arriva al 6 novembre, seguita da Calabria (31 ottobre) e Sicilia (30 ottobre). gli hubTra le regioni più avanti ci sono invece Lazio (13 settembre) e Lombardia (il 17 settembre). Va inoltre ricordato che le ultime medie mobili sono di agosto, in un'estate dove le somministrazioni hanno fatto registrate un calo fisiologico, considerato che molte persone erano in ferie e non hanno preso appuntamento per vaccinarsi in quelle date. Il trend delle vaccinazioni è quindi destinato a riprendere quota, sebbene, con la chiusura di molti hub che torneranno alla loro funzione originaria, il grosso delle inoculazioni verrà affidato a medici di famiglia e farmacie. Delle cui prestazioni, però, non abbiamo ancora alcun dato complessivo.
Roberto Crepaldi
La toga progressista: «Voterò no, ma sono in disaccordo con il Comitato e i suoi slogan. Separare le carriere non mi scandalizza. Il rischio sono i pubblici ministeri fuori controllo. Serviva un Csm diviso in due sezioni».
È un giudice, lo anticipiamo ai lettori, contrario alla riforma della giustizia approvata definitivamente dal Parlamento e voluta dal governo, ma lo è per motivi diametralmente opposti rispetto ai numerosi pm che in questo periodo stanno gridando al golpe. Roberto Crepaldi ritiene, infatti, che l’unico rischio della legge sia quello di dare troppo potere ai pubblici ministeri.
Magistrato dal 2014 (è nato nel 1985), è giudice per le indagini preliminari a Milano dal 2019. Professore a contratto all’Università degli studi di Milano e docente in numerosi master, è stato componente della Giunta di Milano dell’Associazione nazionale magistrati dal 2023 al 2025, dove è stato eletto come indipendente nella lista delle toghe progressiste di Area.
Antonella Sberna (Totaleu)
Lo ha dichiarato la vicepresidente del Parlamento Ue Antonella Sberna, in un'intervista a margine dell'evento «Facing the Talent Gap, creating the conditions for every talent to shine», in occasione della Gender Equality Week svoltasi al Parlamento europeo di Bruxelles.
Ansa
Mirko Mussetti («Limes»): «Trump ha smosso le acque, ma lo status quo conviene a tutti».
Le parole del presidente statunitense su un possibile intervento militare in Nigeria in difesa dei cristiani perseguitati, convertiti a forza, rapiti e uccisi dai gruppi fondamentalisti islamici che agiscono nel Paese africano hanno riportato l’attenzione del mondo su un problema spesso dimenticato. Le persecuzioni dei cristiani In Nigeria e negli Stati del Sahel vanno avanti ormai da molti anni e, stando ai dati raccolti dall’Associazione Open Doors, tra ottobre 2023 e settembre 2024 sono stati uccisi 3.300 cristiani nelle province settentrionali e centrali nigeriane a causa della loro fede. Tra il 2011 e il 2021 ben 41.152 cristiani hanno perso la vita per motivi legati alla fede, in Africa centrale un cristiano ha una probabilità 6,5 volte maggiore di essere ucciso e 5,1 volte maggiore di essere rapito rispetto a un musulmano.






