2020-11-18
«Ai tempi di Obama gli Usa spiavano i ministri danesi»
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Il ministro della Difesa danese, Trine Bramsen (Ansa)
il sito della radiotelevisione statale danese, Dr News ha citato «rapporti strettamente riservati», redatti da un informatore interno allo stesso Danish Defence Intelligence Service e risalenti attorno al 2015. Andrea Rossetti, docente di Informatica giuridica presso l'Università di Milano Bicocca, ha dichiarato: «Si tratta di un hacking ad altissimo livello: si sarebbero attaccati a un cavo sottomarino che trasporta i dati».La Nsa avrebbe condotto attività di spionaggio, in accordo con l'intelligence danese, su ministri della Danimarca e società legate al settore della Difesa: è quanto ha riportato domenica scorsa il sito della radiotelevisione statale danese, Dr News. L'emittente ha citato «rapporti strettamente riservati» risalenti attorno al 2015, che sarebbero stati redatti da un informatore interno allo stesso Danish Defence Intelligence Service. Tra le aziende che sarebbero finite sotto osservazione, figurerebbero il gruppo aerospaziale danese Terma e la svedese Saab. Nelle istituzioni, i «bersagli» si sarebbero invece rivelati i ministri danesi delle Finanze e degli Affari Esteri. Tutto questo, mentre sarebbero stati menzionati come possibili target anche altri Paesi del Vecchio Continente (in particolare, si citano Svezia, Francia, Germania e Paesi Bassi).Dr News ha tra l'altro sostenuto che l'operazione si sarebbe svolta per «annusare Terma prima dell'acquisto da parte della Danimarca di nuovi caccia» tra il 2015 e il 2016, quando la Danimarca stessa aveva deciso di rinnovare la sua vecchia flotta aerea. Dr News ha comunque precisato che «non è stato possibile determinare esattamente quali informazioni la Nsa stesse cercando, o come i servizi segreti statunitensi avrebbero potuto utilizzare le informazioni sulle compagnie di caccia». L'emittente ha inoltre lasciato intendere che, se le accuse si rivelassero fondate, il Danish Defence Intelligence Service rischierebbe di essere travolto da uno scandalo. In tutto questo, Henrik Moltke di Dr News ha dichiarato su Twitter: «Come parte del nostro rapporto su come la Nsa ha usato il proprio accesso via cavo in Danimarca per spiare la Danimarca e i nostri vicini, abbiamo collaborato con Svt (Svezia), Nrk (Norvegia), Die Zeit (Germania) e Volkskrant (Paesi Bassi)». A riprendere la notizia delle accuse danesi sono stati anche, nelle scorse ore, Agenzia Nova, Le Figaro e The Times. La faccenda sta inoltre già avendo delle ripercussioni nella politica interna danese: lunedì il quotidiano Jyllands-Posten ha infatti riferito che la formazione di sinistra, «Lista dell'Unità - I Rosso-Verdi», e il Partito popolare socialista abbiano già chiesto dei chiarimenti al ministero della Difesa. Del resto, se fossero confermate, queste informazioni si inserirebbero nella più ampia cornice della forte sorveglianza, messa in campo dall'amministrazione di Barack Obama, su svariati Paesi del Vecchio Continente. Era il giugno del 2013, quando Eric Snowden rivelò le attività della Nsa in Europa: un elemento che mise fortemente in imbarazzo l'allora presidente americano, determinando significativi attriti soprattutto con la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Non solo: Obama si ritrovò a dover affrontare polemiche anche in patria. Va da sé che, se questi rapporti risultassero veritieri, si tratterebbe di un grattacapo non di poco conto per il presidente americano entrante, Joe Biden, che dello stesso Obama è stato vice per otto anni. Un problema tanto più spinoso, soprattutto alla luce del fatto che proprio Biden sia stato da più parti salutato come colui che dovrebbe ricucire i rapporti politici tra le due sponde dell'Atlantico.«Si tratta di un hacking ad altissimo livello: si sarebbero attaccati a un cavo sottomarino che trasporta i dati. Un tipo di attacco che richiede non solo conoscenze informatiche ma anche una logistica non piccola, perché probabilmente l'attacco è avvenuto in mare», ha dichiarato a La Verità Andrea Rossetti, docente di Informatica giuridica presso l'Università di Milano Bicocca. «Non è strano», ha proseguito, «che i servizi segreti di un Paese collaborino in realtà con altri servizi segreti, a volte anche a scapito degli interessi della nazione di cui dovrebbero essere espressione. Non stupisce più di tanto». «Non si capisce che tipo di dati abbiano effettivamente portato via. Potrebbe essere uno spionaggio che è andato poi a vantaggio di qualche industria privata per motivi che non conosciamo. Abbiamo poche informazioni, sono tutte illazione, ma è tutto molto verosimile, visto quello che conosciamo di Snowden. Credo che queste forme di sorveglianza siano indipendenti dalle singole amministrazioni».
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