Non regge la favoletta di «Max» sul made in Italy

Non regge la favoletta di «Max» sul made in Italy
Massimo D'Alema (Ansa)

La storia di un ex presidente del Consiglio ed ex ministro degli Esteri che tratta una partita di aerei e navi da guerra da vendere alla Colombia? «È un’operazione per danneggiare le imprese italiane». L’uso di strani intermediari, alcuni con precedenti penali, per un’attività di promozione che riguarda aziende pubbliche di armamenti? «Beh, è assolutamente normale che in operazioni di questo genere si diano incarichi professionali di assistenza legale e di promozione commerciale». Quindi nessuna violazione della legge che regola la compravendita delle armi? «Ma è una cazzata che non sta né in cielo né in terra. È un fatto promozionale, non una trattativa». Così, con la consueta verve in stile Marchese del Grillo, ha risposto Massimo D’Alema alle Iene, che lo inseguivano dopo lo scoop della Verità sulla tentata vendita di caccia e corvette alla Colombia.

  • Il gruppo armato Jnim avanza seminando morte e bloccando strade e commercio. Le forze governative, sostenute dai russi, annaspano.
  • Ag Ghaly è riuscito in ciò che nessun capo tuareg aveva mai ottenuto: trasformare la lotta per l’autonomia in una crociata globale in nome di Maometto. Finanziandosi attraverso il controllo delle rotte di esseri umani.

Lo speciale contiene due articoli.

«Kiev nell’Ue può far comodo a Mosca»
Dario Fabbri (Ansa)
L’esperto Dario Fabbri: «Se l’Ucraina in futuro cambiasse regime, diventerebbe un cavallo di Troia dei russi. La corruzione? A quelle latitudini è normale. Putin ha ottenuto solo vittorie tattiche, adesso gli serve la caduta di Zelensky».
Edicola Verità | la rassegna stampa del 17 novembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 novembre con Flaminia Camilletti

Israele attacca ancora l’Unifil
Benjamin Netanyahu (Ansa)
Colpi sulle forze Onu in Libano. Gerusalemme: «Abbiamo confuso i soldati per sospetti a causa del maltempo». E l’esercito avverte: «Se necessario operazioni a Gaza».

Ennesimo attacco alle stazioni Unifil in Libano da parte dell’Idf, ennesimo rimpallo di responsabilità. «Le forze israeliane (Idf) hanno aperto il fuoco contro peacekeeper di Unifil da un tank Merkava nei pressi di una postazione allestita da Israele in territorio libanese» ha denunciato Unifil ieri mattina, precisando che «i colpi sono arrivati a circa cinque metri dai peacekeeper, che erano a piedi» e sono stati costretti a mettersi al riparo. «I caschi blu hanno chiesto alle Idf di cessare il fuoco tramite i canali di collegamento di Unifil. Sono riusciti ad allontanarsi in sicurezza circa trenta minuti dopo, quando il carro armato Merkava si è ritirato all'interno della postazione delle Idf. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito». Poco dopo l’Idf si è difeso chiarendo di non aver «sparato deliberatamente» contro le forze di pace delle Nazioni Unite in Libano. Hanno affermato di aver scambiato i soldati per «sospetti» a causa «delle cattive condizioni meteorologiche».

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