2022-01-11
Niente Francia per Carige. La banca andrà a Bper
Giampiero Maioli (Getty images)
Ridotta la dote chiesta al fondo interbancario anche grazie alle imposte differite. Va in porto la moral suasion del Copasir.L’ipotesi di una Crédit agricole Italia in lizza per prendersi Carige è durata pochi giorni. A decretare la scelta del Fitd, il fondo interbancario, ormai socio di riferimento della banca genovese.Il comitato di gestione avrebbe assunto questa decisione dopo aver esaminato tre offerte sul tavolo: quella di Bper (che vede Unipol azionista al 19%), quella di Crédit agricole e quella di Cerberus. Bper banca alla fine è stata l’unica realtà a ufficializzare l’offerta e nei giorni scorsi aveva migliorato la sua proposta rendendola più vantaggiosa per il fondo e di fatto riducendo la dote di sostegno chiesta inizialmente. L’offerta economica iniziale era di 1 euro per l’88% ripartito fra il consorzio delle banche (80%) e Ccb (8%), più l’Opa residuale, a patto che il Fitd ricapitalizzasse la banca per un miliardo di euro. Secondo i rumor l’orientamento di Bper sarebbe cambiato dopo aver preso in considerazione l’effetto positivo delle imposte differite riducendo considerevolmente la richiesta di ricapitalizzazione ante acquisizione rispetto al miliardo iniziale. La banca della Lanterna, commissariata oltre due anni fa, è considerata una priorità per il sistema bancario italiano e l’obiettivo sarebbe quello di completare un’operazione di rilancio entro l’inizio del 2022. Per questo motivo l’ingresso in campo da parte dei francesi da poco reduci dall’acquisizione di Creval ha avuto una duplice funzione. Ricompattare il fronte italiano e al tempo stesso spingere Bper a limare al rialzo l’offerta. Il risultato finale sarà comunque un esborso per i cittadini italiani di una cifra vicina al miliardo e 100 milioni. Va ricordato che i potenziali 600 milioni di ricapitalizzazione da parte del fondo interbancario, come dimostra la storia recente, ricadranno sulle tasche dei correntisti tricolore, mentre il beneficio fiscale tramite Dta di cui potrà godere Bper ricadrà sulle spalle dei contribuenti. Questo è inoltre l’elemento che ha fatto alzare le antenne a vari partiti e a un pezzo della politica. Va ricordato infatti che il Copasir, comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, già a partire dal 2020 aveva segnalato l’eccessivo sbilanciamento degli equilibri finanziari lungo la Penisola a favore di banche e assicurazioni francesi. Più recentemente lo stesso Copasir, ora presieduto da Adolfo Urso (Fratelli d’Italia) ha nuovamente acceso un faro sui movimenti nel sistema finanziario e bancario nazionale attraverso un ciclo di indagini e audizioni. Un mese fa ha chiesto al governo di prorogare i termini di esercizio del golden power anche per i soggetti Ue per tutto il 2022. Richiesta accolta, visto che la misura è stata adottata dall’esecutivo nel decreto Milleproroghe, con l’evidente intento di lasciare al governo l’ultima parola sulle acquisizioni in un momento di fragilità e confusione legate alla pandemia.In questo modo, sia al fondo interbancario sia a Crédit agricole non è sfuggito il rischio di un intervento a gamba tesa del governo, impedendo per esempio alla banca francese di usufruire delle Dta. «Cosa che a dire il vero è avvenuta con l’acquisizione del Credito Valtellinese da parte dello stesso Agricole», ricordava ieri il sito Formiche.net. Ma allora il governo era rimasto a guardare.A questo punto dopo la scelta di ieri del fondo, l’operazione potrebbe consentire di risolvere in modo definitivo le problematiche di Carige, salvaguardando la clientela e il complesso degli stakeholder della stessa nonché tutelando al meglio gli interessi degli azionisti di minoranza. L’ad della banca genovese, Francesco Guido, in un’intervista ha spiegato che l’offerta «è sicuramente un’opportunità, su questo non c’è alcun dubbio, non commento oltre perché ciò appartiene all’azionista di maggioranza». Va ricordato che alcuni elementi hanno contribuito a sbloccare la situazione di stallo per la vendita della realtà della Lanterna. Tra questi la diminuzione del rischio legale e del petitum dopo il respingimento da parte del tribunale di Genova della richiesta risarcitoria della famiglia Malacalza. Ora il gruppo guidato da Piero Montani avrà un mese per esaminare i conti per poi presentare le offerte vincolanti tra febbraio e marzo con l’obiettivo di definire l’operazione entro giugno. Sul futuro del gruppo genovese sono intervenuti il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Genova, Marco Bucci, «auspicando che la sede centrale resti Genova». Anche i sindacati chiedono un progetto strategico di lunga durata che preservi il ruolo che la banca ha sempre avuto nei territori e garantisca la tenuta dei livelli occupazionali e sociali, la salvaguardia professionale e retributiva ed eviti il ricorso a una mobilità territoriale selvaggia. «Deve essere chiaro: non abbiamo pregiudiziali nei confronti di alcun potenziale acquirente di Carige. Quello che ci interessa, tuttavia, è la massima tutela delle lavoratrici e dei lavoratori», ha sintetizzato Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, «Sono aspetti che lo stesso fondo interbancario avrà valutato: impossibile darla a chi si candida a tagliare più posti di lavoro».