2024-09-02
Non è un foglio di carta a renderti italiano
L’ossessione per la cittadinanza punta a nascondere l’inconciliabilità tra le culture. Chi arriva dal Sudamerica o dall’Est Europa potrà forse inserirsi nella nostra società, ma i musulmani, se vorranno mantenersi fedeli al Corano, ne rimarranno sempre estranei.«Carta canta e il villano dorme». È una rielaborazione del proverbio «carta canta», che già spiegava come, una volta che qualcosa è scritto, acquista dignità indipendentemente dal fatto che sia vero o falso, quindi prima di mettere per scritto qualcosa, soprattutto su un documento ufficiale, meglio pensarci, perché le conseguenze potrebbero essere devastanti. Il villano, il poveretto, quello che sarà calpestato, non se ne accorge e continua a dormire, fino a quando il quartiere dove vive non è in fiamme e lui viene arrestato se si permette di protestare sui social. Noi cafoni siamo rimasti a dormire mentre l’unica terra che avevamo è stata svenduta a geniali invasori che, partiti dalla Nigeria o dal Pakistan, raggiungono le coste del Mediterraneo e si imbarcano pagando cifre da capogiro su barconi fatiscenti, così che, sbagliando, venga ritenuto un obbligo assisterli. La soluzione è la chiusura dei porti, ma la magistratura la impedisce, esattamente come impedisce i rimpatri. La nostra invasione e libanizzazione è un obbligo, ma potrebbe non essere conclusa senza la cittadinanza: lo ius scholae o altro ius sarebbe la nostra pietra tombale. Le nostre élite adorano l’immigrazione islamica, e quindi regalano cittadinanze, scrivendo la parola italiano, o francese, o tedesco, su un foglio di carta e inventandosi che questo renda le persone veramente italiane, francesi o tedesche. «Francesi di carta», si dice dei cittadini francesi magari di seconda o terza generazione che fischiano la Marsigliese e devastano Parigi sia quando la partita Francia-Algeria è stata vinta dalla Francia (frustrazione per le sorti ingiuste), sia quando è stata vinta dall’Algeria (letizia). Cittadini francesi di terza generazione, forse di quarta, rilasciano interviste in cui dichiarano che la Sharia sarà presto in Europa, inflitta quindi anche alle donne non islamiche. Nei suoi saggi La France Orange Mecanique e La France interdite, la verité sull’immigration, Laurent Obertone spiega l’ipocrisia dei termini ambigui, in particolare il termine immigrato. Alcuni immigrati dal Sudamerica e dall’Est europeo sono onestamente un problema e hanno aumentato i tassi di criminalità, introducendo nuove mafie, ma si tratta di un problema che, almeno in teoria, per la maggioranza dei loro figli potrebbe essere risolto dall’essere nati da noi e dall’avere frequentato le scuole da noi, perché si tratta di immigrati di religione cristiana, quindi le linee ideologiche e i valori dati dalla religione sono comuni. Per gli immigrati islamici nessuna integrazione è possibile perché vietata dal Corano. Le persone di religione islamica, cittadini francesi di seconda o terza generazione, sono il 10 % della popolazione, ma costituiscono il 50 % della popolazione carceraria. L’assassinio di un infedele è raccomandato dal Corano. A questi crimini ufficiali si aggiungono milioni di crimini non perseguiti, aggressioni verbali o meno gravi, vandalismo su auto e case private, su stazioni scuole e ospedali. Gli stupri di cittadini francesi islamici su donne non islamiche non sono vietati dal Corano, che esplicita che la donna del nemico è bottino di guerra. Il 90% degli accoltellamenti sempre più diffusi su suolo europeo e in particolare in gran Bretagna e Germania sono fatti da islamici, anche di seconda o terza generazione, giudiziosamente descritti dai media come cittadini inglesi o tedeschi. «In verità, coloro che avranno rifiutato la fede ai nostri segni li faremo ardere in un fuoco e non appena la loro pelle sarà cotta dalla fiamma la cambieremo in altra pelle, a che meglio gustino il tormento, perché Allah è potente e saggio» (Sura 4:56). «La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l’ignominia che li toccherà in questa vita; nell’altra vita avranno castigo immenso» (Sura 5:33). «Uccidete gli infedeli ovunque li incontriate. Questa è la ricompensa dei miscredenti» (Sura 2:191). «Vi è stato ordinato di combattere, anche se non lo gradite. È possibile che abbiate avversione per qualcosa che invece è un bene per voi, e può darsi che amiate una cosa che invece vi è nociva. Allah sa e voi non sapete» (Sura 2:216). «Instillerò il mio terrore nel cuore degli infedeli; colpiteli sul collo e recidete loro la punta delle dita. [...] I miscredenti avranno il castigo del Fuoco! [...] Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi» (Sura 8:12-17). «Profeta, incita i credenti alla lotta. Venti di voi, pazienti, ne domineranno duecento e cento di voi avranno il sopravvento su mille miscredenti» (Sura 8:65). «Quando poi saranno trascorsi i mesi sacri ucciderete gli idolatri dovunque li troviate, prendeteli, circondateli, catturateli ovunque in imboscate! Se poi si convertono e compiono la Preghiera e pagano la Decima, lasciateli andare» (Sura 9:5). «Combattete coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati. Dicono i giudei: “Esdra è figlio di Allah”; e i cristiani dicono: “Il Messia è figlio di Allah”. Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Li annienti Allah. Quanto sono fuorviati!» (Sura 9:29-30). «O voi che credete! Se non vi lancerete nella lotta, Allah vi castigherà con doloroso castigo e vi sostituirà con un altro popolo, mentre voi non potrete nuocergli in nessun modo» (Sura 9:39). «Quando incontrate gli infedeli, uccideteli con grande spargimento di sangue e stringete forte le catene dei prigionieri» (Sura 47:4). Ci sono molti islamici che non mettono in atto questi ordini di odio e aggressione, ma nulla garantisce che i loro figli non si «radicalizzino». L’islam nasce e può solo essere espansionista e guerriero. Per i suoi dogmi più sacri, che non possono essere riformati né discussi, ordina il dovere di espansione mediante la guerra (nel Corano, due sinonimi: jihad, qital) oppure la sovversione: sono raccomandati furbizia, dissimulazione, menzogna (taqiyya, kitmân, makr…). Il Paradiso è garantito ai combattenti sia della guerra che della sovversione. La guerra dell’islam al resto del mondo è universale e perpetua e comincia con la nascita dell’islam. Il mondo è diviso in Casa dell’islam (dâr al-islâm) e Casa della guerra (dar el harb). Posso scrivere questo articolo perché sono in Italia, in Gran Bretagna rischierei l’arresto, per istigazione all’odio, e in Norvegia un processo per islamofobia. Ci sono in Europa sempre più quartieri chiamati «No Go Zone», sono i quartieri islamici dove è meglio non andare, quartieri dove le ambulanze entrano scortate dalla polizia e dove gli stessi poliziotti che entrano in chiesa senza levarsi il cappello o che trascinano via chi recita il rosario davanti alle ciniche abortiste, hanno l’ordine di non farsi vedere mentre mangiano o bevono durante le ore diurne del Ramadan. Hanno accoltellato tre persone in Germania, tra l’altro al solito ridicolo Festival dell’Inclusione o qualche idiozia di questo genere. L’intellettuale francese René Marchand spiega che l’islam, totalitarismo guerriero, usa la nostra concezione di «religione» come cavallo di Troia per la conquista sovversiva dell’Europa, il loro scopo e la libanizzazione dell’Europa, vale a dire la trasformazione dell’Europa da cristiana a islamica, come è avvenuto al Libano: mediante immigrazione massiva, conquista della cittadinanza e del voto. Includiamo persone sicuramente perbene ma che hanno alle loro spalle una religione che ordina di uccidere, e che prima o poi si risveglierà nei loro figli e nipoti, e che sicuramente modificheranno con il voto il nostro assetto politico rendendo la sinistra filo islamica e filo immigrazione vincente alle elezioni.
Abdel Fattah Al-Sisi e Donald Trump (Ansa)
Volodymyr Zelensky (Ansa)