
L'uscita del Regno Unito dall'Unione europea ha ridato fiato e orgoglio a quanti non hanno abbandonato l'idea di tornare alla lira. I quali hanno ripreso a organizzarsi sul Web e a mettere radici sul territorio. Ecco la mappa completa.I riflettori si sono spenti, l'attenzione è calata e anche i più battaglieri sostenitori hanno cominciato a ridurre le presenze televisive e le esternazioni ai convegni. I fautori del «No euro» e del «No Ue» sembra abbiano scelto di tornare nell'ombra in attesa che si chiarisca il panorama politico. I primi a defilarsi sono stati i 5 stelle, che hanno definitivamente abiurato le originarie posizioni euroscettiche quando hanno contribuito, con i loro voti determinanti, all'elezione di Ursula Von der Leyen alla guida della nuova Commissione europea. Ufficialmente, nemmeno la Brexit sancita lo scorso 31 gennaio è riuscita a scaldare gli animi: Matteo Salvini o Giorgia Meloni mantengono per ora un basso profilo. E così pure i capi storici della propaganda anti Bruxelles, cioè Alberto Bagnai, Claudio Borghi, Antonio Maria Rinaldi e Gianluigi Paragone, i quali hanno scelto il backstage, abbandonando la virulenza mediatica di alcuni mesi fa.Invece sul Web il dibattito è tutt'altro che sopito. Anzi, la Brexit ha ridato fiato alla base. Proliferano siti, blog, piattaforme che lanciano le più disparate iniziative e si propongono come «salotti» virtuali e sfogatoi dell'insofferenza alle regole delle istituzioni europee. È un mondo di cui si parla poco, che non ha un riscontro sui media tradizionali, sulla stampa e tantomeno in televisione. Eppure, è un movimento molto vitale che macina consensi, raccoglie follower i quali sembrano infischiarsene di non avere una platea più paludata. Anzi considerano il Web come una nobile trincea, in attesa del momento giusto per tornare allo scoperto.È un popolo che abbraccia tutto l'arco politico, dalla destra alla sinistra radicale. Partiamo dalle figure più note. Claudio Borghi, parlamentare della Lega, economista, è uno dei più sentiti consiglieri di Salvini. È molto attivo sul Web con un blog, punto di dibattito vivace e con grande seguito. Gli chiediamo come mai i toni si sono abbassati: «Perché non siamo al governo», risponde. Sull'uscita dall'euro, precisa: «Non era nel programma di governo. La mia posizione sulla moneta è nota. Le cose si possono fare quando sono all'ordine del giorno. Per smantellare l'area euro, serve un posizione condivisa, non una decisione unilaterale».Gianluigi Paragone, altra voce squillante, sta cercando di aggregare i vari movimenti No euro sul Web: «I media fanno di tutto per nascondere una realtà che vive in modo sotterraneo, che è molto attiva e che è stata galvanizzata dalla Brexit». Poi rilancia: «L'euro non è irreversibile, uscire dalla Ue e dall'eurozona si può. L'Unione europea è solo una somma di trattati che servono alla finanza e alla globalizzazione».Antonio Maria Rinaldi, europarlamentare della Lega, respinge la critica di aver abbassato i toni: «Le mie convinzioni restano intatte. Continuo a pensare che l'Italia è legata da accordi dannosi, vittima di decisioni prese da altri Paesi. Quindi o si fanno valere i nostri diritti, altrimenti hanno fatto bene gli inglesi». Quanto all'uscita dall'euro, «nessuno la prenderà in modo unilaterale ma sarà obbligata perché salterà il banco».Sul Web una posizione di primo piano è rivestita da Asimmetrie, associazione fondata da Alberto Bagnai (da cui si è dimesso) e ora è guidata da Benedetto Ponti. Vi partecipa in modo attivo il giurista perugino Luigi Pecchioli, autore di pubblicazioni critiche e molto presente sul Web. È presidente del movimento Riscossa Italia, che ha l'obiettivo, dice la pagina Facebook, di «divulgare la cultura della piena sovranità nazionale basata sui principi della Costituzione». Pecchioli si sente ancora in trincea: «La battaglia per cambiare l'Europa non si è spenta. Chi è nei partiti continua a lavorare sotto traccia per influenzare le politiche future. Un'Italexit è possibile se ben gestita. Superate le difficoltà iniziali, la crescita è garantita».Il Web è la palestra dove i movimenti mettono radici e hanno un seguito inaspettato. Un'associazione molto vivace online è Eurexit, fondata dall'europarlamentare della Lega Francesca Donato. È favorevole all'uscita dall'eurozona, senza se e senza ma. Ha sedi in tutta Italia e un blog con video.No Unione europea No Euro è una community con 13.000 follower che si propone di «diffondere notizie e approfondimenti che aiutano a comprendere che cosa si cela dietro l'Ue, abbattendo il muro di censura dei media». Obiettivo finale: tornare alla lira.Anche Sovranità monetaria ha una pagina molto battagliera. «Togliendoci la sovranità monetaria ci hanno ridotto in schiavitù» si legge sulla home dove campeggia un disegno con slogan: «Ora bastaaa, svegliaaa». Su LiberaMenteServo un video di Francesco Amodeo, giovane no euro, parla della moneta unica come «strumento per distruggere l'Italia». Sud no euro su Twitter raccoglie 748 follower e si propone «l'uscita dall'eurozona e il riscatto delle Regioni attraverso la difesa delle autonomie».Salviamo gli italiani è un'organizzazione creata da Magdi Cristiano Allam, giornalista nato in Egitto (lavorò anche a Repubblica), ex parlamentare europeo, un musulmano che si è convertito al cattolicesimo: è stato battezzato in San Pietro da Benedetto XVI nella notte di Pasqua del 2008. L'organizzazione, della quale Allam non si occupa più, ha una pagina Facebook che conta oltre 5.000 like. Il programma è pugnace: «Salvare gli italiani dalle grinfie delle banche e dello Stato traditore e riprenderci la sovranità nazionale e monetaria». Offre anche supporto legale, amministrativo e psicologico «perché nessuno possa più morire per una crisi creata da banchieri, massoni e poteri forti».Il Fsi (Fronte sovranista italiano) ha gruppi sparsi in tutta Italia: nasce dall'Ars (Associazione riconquistare la sovranità) tra il 2011 e il 2012 come rete di persone unite dalla missione di «creare il primo partito politico sovranista italiano». Sempre per la sovranità monetaria si batte Economia per i cittadini. Primo punto dello statuto è che lo Stato deve tornare a emettere la propria moneta.Ci sono organizzazioni che mettono a disposizione delle categorie una serie di servizi di consulenza e assistenza per quanti sono danneggiati dalle politiche di Bruxelles: è il caso di Reimpresa avversaria dell'Europa delle banche e della finanza. Molto attivi sono anche i gruppi Web che ruotano attorno alla sinistra radicale. Bottega partigiana ha una pagina Facebook e un canale Youtube. Si definisce un laboratorio di sperimentazione sociale che vuole combattere «i poteri finanziari che saccheggiano l'economia reale». Infoaut è un portale di area della politica autonoma di critica alle multinazionali e all'Unione europea, seguito nei centri sociali di Roma, Torino, Milano. Nato da un collettivo di giovanissimi economisti è Coniare rivolta.Movimenti sociali e politici antagonisti, a cominciare da Potere al popolo!, hanno in Eurostop la loro piattaforma. Fondato e animato dall'economista Luciano Vasapollo che propone un'alleanza con i Paesi del Sud Europa e dell'Africa mediterranea allargata al Medio Oriente e la creazione di una moneta su un paniere di beni e servizi. Un altro economista di riferimento per la sinistra euroscettica di Potere al popolo è Ernesto Screpanti. «L'uscita dalla Ue non solo è fattibile ma necessaria», dice anch'egli. Screpanti spiega che presto «le persone si accorgeranno dei vantaggi della Brexit». Dentro Potere al popolo!, l'area più radicale è quella che fa capo al portavoce nazionale Giorgio Cremaschi, sindacalista ex leader nazionale della Fiom (i metalmeccanici della Cgil), che propugna la disobbedienza ai trattati europei, al fiscal compact e alle politiche di austerità di Maastricht. Fortemente critico è il movimento politico Patria e Costituzione, fondato da Stefano Fassina, deputato di Liberi e uguali.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
L’eurodeputata del Rassemblement National: «Il presidente non scioglie il Parlamento per non mostrare la sua debolezza ai partner europei. I sondaggi ci danno al 33%, invitiamo tutti i Repubblicani a unirsi a noi».
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)
- Individuata dagli Usa una base sotterranea finora ignota, con missili intercontinentali lanciabili in tempi ultra rapidi: un duro colpo alla deterrenza del resto del mondo. La «lezione» iraniana: puntare sui bunker.
- Il regime vuole entrare nella ristretta élite di Paesi con un sistema di sorveglianza orbitale. Obiettivo: spiare i nemici e migliorare la precisione delle proprie armi.
- Pyongyang dispone già di 30-50 testate nucleari operative e arriverà a quota 300 entro il 2035. Se fosse attaccata, per reazione potrebbe distruggere Seul all’istante.